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domenica 18 marzo 2012

Liturgia di oggi

IV DOMENICA DI QUARESIMA - LAETARE (ANNO B)



Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Viola o Rosaceo




Tutto il Nuovo Testamento si interessa alla dottrina centrale della redenzione. Il ritorno di ogni uomo e di ogni cosa alla santità, presso il Padre, si compie attraverso la vita, la morte e la risurrezione di Cristo.
Il Vangelo di Giovanni pone l’accento in particolare sull’incarnazione. Gesù è stato mandato dal Padre. È venuto in un mondo decaduto e ha portato luce e vita nuova. Attraverso la sua passione e la sua risurrezione, egli restituisce ogni cosa al Padre e rivela la piena realtà della sua identità di Verbo fatto carne. Per mezzo di lui tutto è riportato alla luce.
Tutta la nostra vita nella Chiesa è il compimento della nostra risposta a Cristo. L’insegnamento del Nuovo Testamento - e ne vediamo un esempio nella lettura di oggi - è assai preciso. La redenzione è stata realizzata tramite Gesù Cristo, ma per noi deve essere ancora realizzata. Noi possiamo infatti rifiutare la luce e scegliere le tenebre.
Nel battesimo Cristo ci avvolge: noi siamo, per così dire, “incorporati” in lui ed entriamo così in unione con tutti i battezzati nel Corpo di Cristo. Eppure la nostra risposta di uomini, resa possibile dalla grazia di Dio, necessita del nostro consenso personale. Quando c’è anche tale accordo, ciò che facciamo è fatto in Cristo e ne porta chiaramente il segno. Diventiamo allora suoi testimoni nel mondo.

Antifona d'ingresso
Rallegrati, Gerusalemme,
e voi tutti che l’amate, riunitevi.
Esultate e gioite, voi che eravate nella tristezza:
saziatevi dell’abbondanza
della vostra consolazione. (cf. Is 66,10-11)

Colletta
O Padre, che per mezzo del tuo Figlio
operi mirabilmente la nostra redenzione,
concedi al popolo cristiano
di affrettarsi con fede viva e generoso impegno
verso la Pasqua ormai vicina.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...



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Prima lettura



2Cr 36,14-16.19-23
Con l’esilio e la liberazione del popolo si manifesta l’ira e la misericordia del Signore.





Dal secondo libro delle Cronache

In quei giorni, tutti i capi di Giuda, i sacerdoti e il popolo moltiplicarono le loro infedeltà, imitando in tutto gli abomini degli altri popoli, e contaminarono il tempio, che il Signore si era consacrato a Gerusalemme.
Il Signore, Dio dei loro padri, mandò premurosamente e incessantemente i suoi messaggeri ad ammonirli, perché aveva compassione del suo popolo e della sua dimora. Ma essi si beffarono dei messaggeri di Dio, disprezzarono le sue parole e schernirono i suoi profeti al punto che l’ira del Signore contro il suo popolo raggiunse il culmine, senza più rimedio. Quindi [i suoi nemici] incendiarono il tempio del Signore, demolirono le mura di Gerusalemme e diedero alle fiamme tutti i suoi palazzi e distrussero tutti i suoi oggetti preziosi.
Il re [dei Caldèi] deportò a Babilonia gli scampati alla spada, che divennero schiavi suoi e dei suoi figli fino all’avvento del regno persiano, attuandosi così la parola del Signore per bocca di Geremìa: «Finché la terra non abbia scontato i suoi sabati, essa riposerà per tutto il tempo della desolazione fino al compiersi di settanta anni».
Nell’anno primo di Ciro, re di Persia, perché si adempisse la parola del Signore pronunciata per bocca di Geremìa, il Signore suscitò lo spirito di Ciro, re di Persia, che fece proclamare per tutto il suo regno, anche per iscritto: «Così dice Ciro, re di Persia: “Il Signore, Dio del cielo, mi ha concesso tutti i regni della terra. Egli mi ha incaricato di costruirgli un tempio a Gerusalemme, che è in Giuda. Chiunque di voi appartiene al suo popolo, il Signore, suo Dio, sia con lui e salga!”».

Parola di Dio



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Salmo responsoriale



Sal 136





Il ricordo di te, Signore, è la nostra gioia.

Lungo i fiumi di Babilonia,
là sedevamo e piangevamo
ricordandoci di Sion.
Ai salici di quella terra
appendemmo le nostre cetre.

Perché là ci chiedevano parole di canto
coloro che ci avevano deportato,
allegre canzoni, i nostri oppressori:
«Cantateci canti di Sion!».

Come cantare i canti del Signore
in terra straniera?
Se mi dimentico di te, Gerusalemme,
si dimentichi di me la mia destra.

Mi si attacchi la lingua al palato
se lascio cadere il tuo ricordo,
se non innalzo Gerusalemme
al di sopra di ogni mia gioia.



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Seconda lettura



Ef 2,4-10
Morti per le colpe, siamo stati salvati per grazia.





Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni

Fratelli, Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati.
Con lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù.
Per grazia infatti siete salvati mediante la fede; e ciò non viene da voi, ma è dono di Dio; né viene dalle opere, perché nessuno possa vantarsene. Siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesù per le opere buone, che Dio ha preparato perché in esse camminassimo.

Parola di Dio



Canto al Vangelo (Gv 3,16)
Lode e onore a te, Signore Gesù!
Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito;
chiunque crede in lui ha la vita eterna.
Lode e onore a te, Signore Gesù!



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Vangelo



Gv 3,14-21
Dio ha mandato il Figlio perché il mondo si salvi per mezzo di lui.








+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

Parola del Signore





Preghiera dei fedeli
Ci rivolgiamo a Dio, ricco di misericordia, che ci ha salvati in Cristo suo Figlio, dimostrandoci il suo grande amore nella morte in croce.
Preghiamo insieme e diciamo: Donaci, Signore, la tua salvezza.

1. Per la Chiesa di Dio: annunci sempre che unica salvezza del mondo è la croce di Cristo, preghiamo.
2. Per i preti, ministri della misericordia: perché il sacramento della riconciliazione sia per tutti i penitenti un'autentica esperienza di incontro con il Signore che salva, preghiamo.
3. Per i credenti di ogni religione: cerchino con sincerità la luce del bene e della verità, preghiamo.
4. Per i governanti del mondo: perché nelle scelte economiche tengano presenti i diritti delle classi sociali più deboli e più povere, preghiamo.
5. Per gli esiliati, i profughi, gli stranieri: perché la lontananza dalla loro terra sia compensata dalla solidarietà e dall'accoglienza di quanti incontrano nei luoghi dove vivono, preghiamo.

O Padre, guarda con amore i tuoi figli che attendono da te misericordia. Illumina il loro cuore, perché cerchino te sopra ogni cosa e trovino in te la misericordia del perdono. Per Cristo nostro Signore.





Preghiera sulle offerte
Ti offriamo con gioia, Signore,
questi doni per il sacrificio:
aiutaci a celebrarlo con fede sincera
e a offrirlo degnamente per la salvezza del mondo.
Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO DI QUARESIMA IV
I frutti del digiuno

È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo
a te, Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.
Con il digiuno quaresimale
tu vinci le nostre passioni, elevi lo spirito,
infondi la forza e doni il premio,
per Cristo nostro Signore.
Per questo mistero si allietano gli angeli
e per l’eternità adorano la gloria del tuo volto.
Al loro canto concedi, o Signore,
che si uniscano le nostre umili voci
nell’inno di lode: Santo...

Antifona di comunione
Gerusalemme è costruita come città salda e compatta.
Là salgono insieme le tribù, le tribù del Signore,
secondo la legge di Israele,
per lodare i nome del Signore. (Sal 122,3-4)

Preghiera dopo la comunione
O Dio, che illumini ogni uomo
che viene in questo mondo,
fa’ risplendere su di noi la luce del tuo volto,
perché i nostri pensieri
siano sempre conformi alla tua sapienza
e possiamo amarti con cuore sincero.
Per Cristo nostro Signore.


Omelia (18-03-2012)
don Giovanni Berti
Una notte luminosa

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E' notte quando Nicodemo, capo dei Giudei, si reca da Gesù.
La collocazione temporale che l'evangelista sottolinea non è affatto casuale, ma aiuta anche ad entrare nello stato d'animo di Nicodemo e nella sua situazione di fede.
Forse nel suo desiderio di conoscere meglio Gesù possiamo riconoscere il nostro desiderio; forse nel suo "buio interiore" possiamo riconoscere anche le nostre oscurità d'animo.
Ci sono tante esperienze della vita che tendono a "spegnere la luce" della nostra fede e a farci apparire la fede e Dio come qualcosa di spento e oscuro.
Leggere questa pagina del vangelo è come seguire Nicodemo e metterci ad ascoltare le sue domande e le risposte di Gesù, che sono scritte anche per noi oggi.
In questi giorni nella mia parrocchia abbiamo avuto il lutto grande della morte di un giovane di 22 anni, Daniele, che con la sua moto è volato addosso ad una macchina che procedeva in senso contrario e stava per svoltare. Un giovane stava andando a casa dalla sua famiglia che lo aspettava per cena, e un padre stava accompagnando i figli alla scuola di musica. Lo schianto ha gettato una improvvisa oscurità su queste due vite e queste due famiglie. Si è spenta la felicità e la vita di un ragazzo giovane, della sua famiglia e degli amici. Ma anche dall'altra parte si è spenta improvvisamente la normalità e serenità della vita, con un fatto che segna tutta la vita.
E' in questo tipo di buio che Gesù, Maestro interiore, ha qualcosa da dire per ridare luce e speranza.
A Nicodemo Gesù ripropone una immagine biblica che il capo dei Giudei aveva ben presente: Mosè innalza su un palo un serpente di rame perché chiunque del popolo è morso dai serpenti nel deserto non muoia ma trovi immediata guarigione. Per un conoscitore della Scrittura come lo era Nicodemo, quella era una immagine di perdono e di misericordia. I serpenti segno di punizione per il popolo infedele durante l'Esodo, sono sconfitti dal serpente innalzato da Mosè.
Gesù si lega a questa immagine per dare un senso alla sua storia, e soprattutto un senso a quello che sta per vivere, cioè la sua morte sulla croce e la sua resurrezione.
Gesù innalzato sulla croce ed elevato sulla morte, è guarigione della vita, è segno concreto di un amore che non è mai oscurato dalla morte, è invito a credere in Dio e nell'amore che Dio ha messo nell'uomo.
Credere non è tanto immagazzinare e accettare una serie di conoscenze e regole, ma prima di tutto è credere nell'amore di Dio, credere nella misericordia che c'è dentro la storia di Gesù. Fede è credere che non c'è notte così oscura da non poter trovare alla fine la luce della pace e dell'amore. Fede è credere che possiamo amare, per quanto oscura possa essere a tratti la nostra vita e le nostre incoerenze.

"Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio?
non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo,
ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui?
Chi crede in lui non è condannato?"

Queste sono parole che non sono solo da leggere e ragionare, ma prima di tutto sono da pregare, da far entrare proprio la dove ci sentiamo oscurati e soli.
Queste sono parole che vorrei scendessero nei cuori della famiglie di Daniele, nei cuori dei suoi amici e nel cuore del padre che accompagnava con la sua macchina i figli a scuola di musica.
Queste parole di Gesù volevano in quel tempo illuminare Nicodemo, e la notte di Nicodemo è diventata pian piano luminosa?
Questa luce è anche per noi, e per tutti coloro che ancora oggi cercano luce nelle proprie notti.

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