Regina mundi corredentrice dell'umanità

  • Regina Mundi - Icone - Poesia - Catechesi - Dialogo Ecumenico - Bibbia

domenica 4 settembre 2011

Storia: Giorgio Perlasca



L’infanzia e la giovinezza
Giorgio Perlasca nasce a Como il 31 gennaio 1910. Dopo qualche mese, per motivi di lavoro del padre Carlo, la famiglia si trasferisce a Maserà in provincia di Padova.
Negli anni Venti aderisce con entusiasmo al fascismo, in particolar modo alla versione dannunziana e nazionalista. Tanto che per sostenere le idee di D’Annunzio litiga pesantemente con un suo professore che aveva condannato l’impresa di Fiume, e per questo motivo è espulso per un anno da tutte le scuole del Regno.

Gli anni Trenta
Coerentemente con le sue idee, parte come volontario prima per l’Africa Orientale e poi per la Spagna, dove combatte in un reggimento di artiglieria al fianco del generale Franco.
Tornato in Italia al termine della guerra civile spagnola, entra in crisi il suo rapporto con il fascismo. Essenzialmente per due motivi: l’alleanza con la Germania contro cui l’Italia aveva combattuto solo vent’anni prima e le leggi razziali entrate in vigore nel 1938 che sancivano la discriminazione degli ebrei italiani. Smette perciò di essere fascista, senza però mai diventare un antifascista.

Gli anni di Budapest
Scoppiata la seconda guerra mondiale, è mandato come incaricato d’affari con lo status di diplomatico nei paesi dell’Est per comprare carne per l’Esercito italiano.
L’Armistizio tra l’Italia e gli Alleati (8 settembre 1943) lo coglie a Budapest: sentendosi vincolato dal giuramento di fedeltà prestato al Re rifiuta di aderire alla Repubblica Sociale Italiana, ed è quindi internato per alcuni mesi in un castello riservato ai diplomatici.
Quando i tedeschi prendono il potere (metà ottobre 1944) affidano il governo alle Croci Frecciate, i nazisti ungheresi, che iniziano le persecuzioni sistematiche, le violenze e le deportazioni verso i cittadini di religione ebraica.
Si prospetta il trasferimento degli internati diplomatici in Germania. Approfittando di un permesso a Budapest per visita medica Perlasca fugge.
Si nasconde prima presso vari conoscenti, quindi grazie a un documento che aveva ricevuto al momento del congedo in Spagna trova rifugio presso l’Ambasciata spagnola, e in pochi minuti diventa cittadino spagnolo con un regolare passaporto intestato a Jorge Perlasca, e inizia a collaborare con Sanz Briz, l'Ambasciatore spagnolo che assieme alle altre potenze neutrali presenti (Svezia, Portogallo, Svizzera, Città del Vaticano) sta già rilasciando salvacondotti per proteggere i cittadini ungheresi di religione ebraica.
A fine novembre Sanz Briz deve lasciare Budapest e l’Ungheria per non riconoscere de jure il governo filo nazista di Szalasi che chiede lo spostamento della sede diplomatica da Budapest a Sopron, vicino al confine con l’Austria.
Il giorno dopo, il Ministero degli Interni ordina di sgomberare le case protette perché é venuto a conoscenza della partenza di Sanz Briz.
È qui che Giorgio Perlasca prende la sua decisione: “Sospendete tutto! State sbagliando! Sanz Briz si è recato a Berna per comunicare più facilmente con Madrid. La sua è una missione diplomatica importantissima. Informatevi presso il Ministero degli Esteri. Esiste una precisa nota di Sanz Briz che mi nomina suo sostituto per il periodo della sua assenza”.
E’ creduto e le operazioni di rastrellamento vengono sospese.
Il giorno dopo su carta intestata e con timbri autentici compila di suo pugno la sua nomina a rappresentante diplomatico spagnolo e la presenta al Ministero degli Esteri dove le sue credenziali vengono accolte senza riserve.

Dicembre 1944 – Gennaio 1945: i 45 giorni di Jorge Perlasca
Nelle vesti di diplomatico regge pressoché da solo l’Ambasciata spagnola, organizzando l’incredibile “impostura” che lo porta a proteggere, salvare e sfamare giorno dopo giorno migliaia di ungheresi di religione ebraica ammassati in “case protette” lungo il Danubio.
Li tutela dalle incursioni delle Croci Frecciate, si reca con Raoul Wallenberg, l’incaricato personale del Re di Svezia, alla stazione per cercare di recuperare i protetti, tratta ogni giorno con il Governo ungherese e le autorità tedesche di occupazione, rilascia salvacondotti che recitano “parenti spagnoli hanno richiesto la sua presenza in Spagna; sino a che le comunicazioni non verranno ristabilite ed il viaggio possibile, Lei resterà qui sotto la protezione del governo spagnolo”.
Li rilascia utilizzando una legge promossa nel 1924 da Miguel Primo de Rivera che riconosceva la cittadinanza spagnola a tutti gli ebrei di ascendenza sefardita (di antica origine spagnola, cacciati alcune centinaia di anni addietro dalla Regina Isabella la Cattolica) sparsi nel mondo.
La legge Rivera è dunque la base legale dell’intera operazione organizzata da Perlasca, che gli permette di portare in salvo 5218 ebrei ungheresi.

La Shoah in Ungheria
Sino alla Prima Guerra Mondiale gli ebrei si sentivano ed erano pienamente integrati (nel 1910 erano 911.227 il 4,3% della popolazione della Grande Ungheria) con un volontario processo di "magiarizzazione" in tutti i campi. Questa fedeltà alla nazione e fervente patriottismo ottenne in cambio un'attenzione particolare nel reprimere ogni atteggiamento antisemita. Questo rapporto di amicizia con il popolo ungherese iniziò ad incrinarsi subito dopo la sconfitta del 1918. L'Ungheria con il Trattato di Trianon dovette cedere oltre i due terzi del suo territorio e circa 14 milioni di abitanti. In tale atmosfera maturarono una serie di movimenti ultranazionalistici il cui scopo principale fu quello di trovare un colpevole a cui attribuire le responsabilità di tale situazione. Il capro espiatorio fu trovato negli Ebrei. Venne introdotto nel 1920 il "Numerus clausus", stabilendo che la percentuale degli ebrei ammessi a frequentare le scuole superiori e le università non potesse superare il 6% del totale degli iscritti. Negli anni '30 vi fu un sostanziale avvicinamento con la Germania nazista e nel triennio 1938-41 furono promulgate tre leggi razziali sul modello delle leggi di Norimberga. La politica verso gli Ebrei si caratterizzò da accelerazioni e rallentamenti determinati innanzitutto dagli interessi della politica ungherese che li usava come merce di scambio per ottenere "favori" da Hitler. L'Ungheria, dopo aver recuperato la quasi totalità dei territori perduti con il Trattato di Trianon, esauriva il desiderio di collaborare pienamente con i Tedeschi e di fare alla Germania ulteriori concessioni sulla "questione ebraica". Ma quando nel giugno 1941 l'Ungheria entrò in guerra alleata alla Germania, le condizioni degli Ebrei peggiorarono notevolmente. I cittadini ebrei dai 22 anni in avanti dovettero prestare servizio nei "Battaglioni di lavoro" in abiti civili e un collare al braccio che li identificasse come ebrei. Peggiorando le sorti della guerra, l'Ungheria tentò di riprendersi una autonomia consumando la rottura totale nel settembre 1943 quando riconobbe la legittimità del governo italiano di Badoglio ma soprattutto quando prese posizione in difesa degli Ebrei. A quel punto l'unica soluzione valida per la Germania fu quella di rovesciare il governo ungherese e l'operazione "Margarethe I" fu il nome in codice scelto per l'occupazione del Paese (12 marzo 1944) e il 22 venne nominato un governo gradito ai Tedeschi. In quei giorni Eichmann e i suoi più fidati collaboratori arrivarono in Ungheria e il 28 aprile partirono i primi convogli: in meno di tre mesi Eichmann riuscì a deportare oltre 300.000 persone verso i campi di sterminio. Il 6 giugno lo sbarco in Normandia degli Alleati apriva un nuovo fronte di guerra: Horthy, il Reggente, sempre più preoccupato chiese il ritiro delle truppe tedesche senza risultato. Il 28 agosto l'Armata rossa raggiungeva la Transilvania minacciando direttamente l'Ungheria. Horthy tentò di trattare una pace separata. L'11 ottobre accettava le condizioni imposte dai Russi e il 15 annunciò l'armistizio alla radio. I nazisti ungheresi, le croci frecciate, spalleggiati dai tedeschi, occuparono la sede della radio annunciando che Horthy era stato deposto incitando la popolazione ungherese a continuare la lotta a fianco dei Tedeschi. A Budapest si trovavano tra i 150.000 e i 160.000 Ebrei ed altrettanti sopravvivevano ancora nel resto dell'Ungheria utilizzati nei "Battaglioni di lavoro". Il 17 Eichmann tornava a Budapest per riprendere l'opera lasciata interrotta pochi mesi prima. Il 21 squadre di nylas iniziavano a rastrellare casa per casa gli Ebrei di Budapest. Molti vennero impegnati in lavori disumani in città, altri organizzati in 70 "Battaglioni di lavoro" e mandati in Germania, a piedi, oltre 200 chilometri in 7 giorni, al freddo e senza cibo. Chi non resisteva veniva ucciso. Altri inviati nei campi di sterminio, altri uccisi e gettati nel Danubio, altri concentrati nel Ghetto a morire di stenti. Alla liberazione dei 786.555 ebrei ungheresi (censimento del 1941) solo 200.000 sopravvissero

Il ritorno a casa
Dopo l’entrata in Budapest dell’Armata Rossa, Giorgio Perlasca viene fatto prigioniero, liberato dopo qualche giorno, e dopo un lungo e avventuroso viaggio per i Balcani e la Turchia rientra finalmente in Italia.
Da eroe solitario diventa un “uomo qualunque”: conduce una vita normalissima e chiuso nella sua riservatezza non racconta a nessuno, nemmeno in famiglia, la sua storia di coraggio, altruismo e solidarietà.

Gli anni Ottanta: la scoperta di un uomo Giusto
Grazie ad alcune donne ebree ungheresi, ragazzine all’epoca delle persecuzioni, che attraverso il giornale della comunità ebraica di Budapest ricercano notizie del diplomatico spagnolo che durante la seconda guerra mondiale le aveva salvate, la vicenda di Giorgio Perlasca esce dal silenzio.
Le testimonianze dei salvati sono numerose, arrivano i giornali, le televisioni, i libri, e lo stesso Perlasca si reca nelle scuole per raccontare quel che aveva compiuto. Non certo per protagonismo, ma proprio perché ritiene necessario rivolgersi alle giovani generazioni affinché tali follie non abbiano mai più a ripetersi.

Giorgio Perlasca è morto il 15 agosto del 1992. È sepolto nel cimitero di Maserà a pochi chilometri da Padova. Ha voluto essere sepolto nella terra con al fianco delle date un’unica frase: “Giusto tra le Nazioni”, in ebraico.
(Prese dal Sito Giorgioperlasca.it)

Liturgia di oggi

XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)
Colore Liturgico Verde
Antifona
Tu sei giusto, Signore,
e sono retti i tuoi giudizi:
agisci con il tuo servo secondo il tuo amore. (Sal 119,137.124)

Colletta
O Padre, che ci hai donato il Salvatore e lo Spirito Santo,
guarda con benevolenza i tuoi figli di adozione,
perché a tutti i credenti in Cristo
sia data la vera libertà e l'eredità eterna.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Oppure:
O Padre, che ascolti quanti si accordano
nel chiederti qualunque cosa nel nome del tuo Figlio,
donaci un cuore e uno spirito nuovo,
perché ci rendiamo sensibili
alla sorte di ogni fratello
secondo il comandamento dell'amore,
compendio di tutta la legge.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Prima Lettura Ez 33,1.7-9
Se tu non parli al malvagio, della sua morte domanderò conto a te.
Dal libro del profeta Ezechièle

Mi fu rivolta questa parola del Signore:
«O figlio dell'uomo, io ti ho posto come sentinella per la casa d'Israele. Quando sentirai dalla mia bocca una parola, tu dovrai avvertirli da parte mia.
Se io dico al malvagio: Malvagio, tu morirai, e tu non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta, egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte io domanderò conto a te.
Ma se tu avverti il malvagio della sua condotta perché si converta ed egli non si converte dalla sua condotta, egli morirà per la sua iniquità, ma tu ti sarai salvato».

Salmo Sal 94
Ascoltate oggi la voce del Signore.
Venite, cantiamo al Signore,
acclamiamo la roccia della nostra salvezza.
Accostiamoci a lui per rendergli grazie,
a lui acclamiamo con canti di gioia.

Entrate: prostràti, adoriamo,
in ginocchio davanti al Signore che ci ha fatti.
È lui il nostro Dio
e noi il popolo del suo pascolo,
il gregge che egli conduce.

Se ascoltaste oggi la sua voce!
«Non indurite il cuore come a Merìba,
come nel giorno di Massa nel deserto,
dove mi tentarono i vostri padri:
mi misero alla prova
pur avendo visto le mie opere».

Seconda Lettura Rm 13,8-10
Pienezza della Legge è la carità.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell'amore vicendevole; perché chi ama l'altro ha adempiuto la Legge.
Infatti: «Non commetterai adulterio, non ucciderai, non ruberai, non desidererai», e qualsiasi altro comandamento, si ricapitola in questa parola: «Amerai il tuo prossimo come te stesso».
La carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge infatti è la carità.

Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Dio ha riconciliato a sé il mondo in Cristo,
affidando a noi la parola della riconciliazione.
Alleluia.

Vangelo Mt 18,15-20
Se ti ascolterà avrai guadagnato il tuo fratello.
Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va' e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano.
In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo.
In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d'accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

Preghiera sulle offerte
O Dio, sorgente della vera pietà e della pace,
salga a te nella celebrazione di questo mistero
la giusta adorazione per la tua grandezza
e si rafforzi la fedeltà e la concordia dei tuoi figli.
Per Cristo nostro Signore.

Antifona alla comunione
Come il cervo anela ai corsi d'acqua, così l'anima mia anela a te, o Dio:
l'anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente.(Sal 42,2-3)

Oppure:
Io sono la luce del mondo, dice il Signore,
chi segue me non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita.(Gv 8,12)

Oppure:
Se tuo fratello commette una colpa, va' e ammoniscilo fra te e lui solo;
se ti ascolta avrai guadagnato tuo fratello. (Mt 18,15)

Preghiera dopo la comunione
O Padre, che nutri e rinnovi i tuoi fedeli
alla mensa della parola e del pane di vita,
per questi doni del tuo Figlio
aiutaci a progredire costantemente nella fede,
per divenire partecipi della sua vita immortale.
Per Cristo nostro Signore.




COMMENTO Movimento Apostolico - rito romano

Sia per te come il pagano e il pubblicano

Correggere il fratello che pecca contro il Signore è somma carità. Lasciarsi correggere, accogliere la correzione è saggezza, intelligenza, acume spirituale. La comunità dei discepoli del Signore nella quale non si vive di questa carità ed intelligenza, di sicuro si incamminerà per sentieri impraticabili di errori e di peccato.

Cosa sono tutte le Lettere di San Paolo, San Pietro, Giacomo, Giovanni, Giuda, la stessa Apocalisse se non una vibrante correzione nella verità e nei costumi di quanti erano divenuti discepoli del Signore e si erano allontanati dalla retta verità e dalla sana moralità? Una comunità cristiana può crescere sana se la correzione è fatta con sapienza, carità, grande prudenza, intelligenza nello Spirito Santo. Se la correzione è omessa, che non si speri alcun frutto dalla comunità.

Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va' e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d'accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».

Gesù vuole che vi sia la più grande carità verso il fratello che ha peccato. Divulgare il peccato del fratello, oltre che grave colpa da parte nostra nei suoi confronti, è anche gettare discredito e scandalo. Chi divulga il peccato è come se lo moltiplicasse. La diffusione del peccato è vera opera diabolica. Per questo è necessario che la correzione avvenga sempre nel silenzio, nella discrezione, nella segretezza. Se colui che ha peccato non vuole ammettere il suo errore, allora è giusto che lo si corregga dinanzi a due testimoni, anche essi saggi, accorti, prudenti, discreti, pieni di carità e avvolti da santità. Un testimone stolto, empio, insipido, acido, potrebbe diffonde la cosa e arrecare molto danno. Se ancora l'altro persevera nel suo errore, allora è giusto che si faccia intervenire la comunità perché pubblicamente discerna per lui ciò che è bene e ciò che è male. Se si rifiuta di ascoltare, lo si consideri un non discepolo di Gesù.

sabato 3 settembre 2011

Il pane della fratellanza













Il pane della fratellanza
(fonte non specificata)

Si racconta di una anziana contadina, di nome Giulia, che viveva in una fattoria con i suoi tre figli, Roberto, Michele e Francesco. Il marito le era morto durante la guerra. I tre figli, di cuore buono, erano però sempre pronti a litigare. Si volevano bene ma, bastava una parola in più ed erano litigi senza fine. A quel punto interveniva Mamma Giulia e ben presto i figli ritrovavano pace.
La mamma divento vecchia, allora i figli si preoccuparono: "Mamma, cerca di star sempre bene e di non morire, perché quando litighiamo chi rimetterà la pace fra noi?". "Ma io dovrò pur morire prima o poi", rispose la mamma. "Allora, chiesero i figli inventa qualcosa perché quando tu non ci sarai più noi potremo rifare pace e volerci bene".
Mamma Giulia pensò a lungo alla cosa e un giorno prese un foglio, vi scrisse come dovevano essere divisi i campi fra i tre figli e aggiunse alcune raccomandazioni perché andassero sempre d'accordo. La mamma un giorno si ammalò gravemente e dal suo letto chiamò i figli, consegnò loro il suo testamento, poi prese un pane, ne fece tre parti, ne diede una a ciascuno e raccomandò: "Mangiate e cercate di volervi bene". I figli, commossi, mangiarono il pane della mamma, bagnandolo con le loro lacrime. Di lì a pochi giorni Giulia morì.
Roberto, Michele e Francesco si divisero serenamente i campi e ognuno si mise a lavorare il suo. Ma un giorno Roberto e Michele scoprirono che il confine fra i loro campi non era chiaro. Ben presto si misero a litigare. Stavano per fare a botte, quando arrivò Francesco. Egli si mise in mezzo a loro: "Non ricordate la mamma? Perché non facciamo come quel giorno che ci ha chiamati al suo capezzale?". Presero un pane, ne fecero tre parti, ne presero una per ciascuno e si misero a mangiare. Mentre mangiavano nella mente di Roberto e Michele si riaccese l'immagine della mamma; il suo volto e le sue parole scendevano nel loro cuore come una medicina.
Scoppiarono in un pianto dirotto e fecero pace.
La pace non durava molto, perché occasioni di litigio ne incontravano spesso. Però avevano imparato la soluzione: ogni volta che si creava un'occasione per litigare, i tre fratelli si sedevano attorno ad un tavolo, prendevano un pane, lo mangiavano insieme; ben presto scompariva la rabbia e tornava la pace.

venerdì 2 settembre 2011

MEDJUGORJE - messaggio del 2 Settembre 2011

Cari figli, io con tutto il cuore e con l’anima piena di fede e di amore verso il Padre Celeste vi ho donato e vi dò nuovamente mio Figlio.

Mio Figlio ha fatto conoscere a voi, popolo di tutto il mondo, l’unico vero Dio ed il Suo Amore.

Vi ha condotto sulla strada della verità e vi ha reso fratelli e sorelle.

Perciò, figli miei, non vagate inutilmente, non chiudete il cuore di fronte a questa verità, speranza ed amore.

Tutto attorno a voi è passeggero e tutto crolla, solo la gloria di Dio rimane.

Perciò rinunciate a tutto ciò che vi allontana dal Signore.

Adorate solo Lui perché Egli è l’unico vero Dio.

Io sono con voi e rimarrò accanto a voi.

Prego in modo particolare per i pastori affinché siano degni rappresentanti di mio Figlio ed affinché vi conducano con amore sulla strada della verità.

Vi ringrazio!

giovedì 1 settembre 2011

Pensiero BIblico , e pensiero di San Pio .

Pensierino biblico
Un pensierino sapienziale tratto a caso dalla bibbia CEI
In questo consiste l'amore di Dio, nell'osservare i suoi comandamenti. (1Gv 5, 3)


Il pensiero di

San Pio:


Se Gesù si manifesta ringraziatelo; e se vi si occulta,

ringraziatelo pure: tutto è scherzo di amore.

mercoledì 31 agosto 2011

L 'eco di Bergamo : la storia di Giulia .


di Fabio Finazzi

Questa è la storia di Giulia Gabrieli, 14 anni, malata di tumore. Sappiate fin da subito che Giulia ce l'ha fatta. È vero, non è guarita: è morta la sera del 19 agosto, a casa sua, nel quartiere di San Tomaso de' Calvi, a Bergamo, proprio mentre alla Gmg di Madrid si concludeva la Via Crucis dei giovani.

Eppure ce l'ha fatta. Ha trasformato i suoi due anni di malattia in un inno alla vita, in un crescendo spirituale che l'ha portata a dialogare con la sua morte: «Io ora so che la mia storia può finire solo in due modi: o, grazie a un miracolo, con la completa guarigione, che io chiedo al Signore perché ho tanti progetti da realizzare. E li vorrei realizzare proprio io. Oppure incontro al Signore, che è una bellissima cosa. Sono entrambi due bei finali. L'importante è che, come dice la beata Chiara Luce, sia fatta la volontà di Dio». Giulia era fatta così: diceva queste cose enormi, che a noi adulti tremolanti sembrano impronunciabili, con la lievità dei suoi 14 anni.

Eppure era una ragazza normale. Anzi, rivendicava spesso la sua normalità: era bella, solare, genuinamente teatrale, amava viaggiare, vestirsi bene e adorava lo shopping. Un'esplosione di raffinata vitalità, che la malattia, misteriosamente, non ha stroncato, ma amplificato.

Il talento della scrittura Aveva il talento della scrittura (due volte premiata al concorso letterario «I racconti del parco»). Amava inventarsi storie fantastiche, avventurose. Per questo paragonava la sua malattia a un'avventura. E rifletteva: «Il fatto è che la gente ha paura della malattia, della sofferenza. Ci sono molti malati che restano soli, tutti i loro amici spariscono, spaventati. Non bisogna avere paura! Se gli altri ci stanno vicino, ci vengono accanto, ci mettono una mano sulla spalla e ci dicono "Dai che ce la fai!", è quello che ci dà la forza di andare avanti. Se questo non succede ti chiedi: perché vanno così lontano? Se hanno paura, allora devo temere anch'io… Perché dovrei lottare per la guarigione se nessuno mi sta accanto?». Non solo conosceva perfettamente la sua malattia, ma aveva imparato a distinguere ogni farmaco, ogni risvolto tecnico delle chemioterapie. Con la sua amabile ma dirompente personalità non lesinava consigli (eufemismo, sarebbe meglio dire direttive) a medici e infermieri dell'oncologia pediatrica di Bergamo. In più ci aggiungeva la sua decisiva flebo di allegria: «Se trovi la forza per pensare: eh va be', vado in ospedale, faccio una chemio e poi torno a casa, è tutta un'altra cosa. Certo anch'io quando sto male mi chiedo: perché è successo proprio a me? Poi però quando sto meglio dico: "Massì, dai, è passato". Ci rido anche sopra...».

La malattia va sdrammatizzata La malattia va sdrammatizzata, diceva sempre Giulia. E ci riusciva così bene che pochi giorni prima di morire ha costretto uno dei suoi medici, in visita a casa sua, a mimare «quella volta in cui sono svenuta e tu mi ha presa al volo». Lui ha dovuto mimare e farsi pure fotografare. Quel drammatico pomeriggio è finito con una risata collettiva. Già, i suoi «supereroi». Giulia aveva un rapporto personale, speciale, perfino confidenziale con ciascuno di loro. Li adorava, ampiamente ricambiata. E si arrabbiava moltissimo quando in Tv sentiva parlare di «malasanità». «Se ci fate caso non c'è molta differenza tra un supereroe e un medico. I supereroi salvano tutti i giorni la vita a delle persone, anche sconosciute. E lo stesso si può dire dei medici: solo che anziché usare le tele di ragno come Spiderman o le ali come Batman, usano le medicine. E poi, dal punto di vista umano, sono davvero imbattibili». Potete quindi immaginare con quale peso sul cuore i suoi supereroi le dovettero comunicare un giorno della «recidiva». Il tumore, un sarcoma tra i più aggressivi, tenacemente combattuto per un anno e ridotto in un angolo, si era ripresentato. Più forte di prima. C'era da ricominciare tutto da capo.

Nello studio, i medici schierati avevano le lacrime agli occhi, che non sarà professionale ma è dannatamente umano. Non riuscivano a rompere il ghiaccio. Allora Giulia, che come al solito aveva già capito tutto, con uno di quei suoi gesti spontanei e regali, si è alzata e li ha abbracciati uno per uno (e chi l'ha conosciuta sa cosa erano i suoi abbracci...). Poi ha detto: «Ce l'ho fatta una volta ad affrontare le chemio, posso farcela anche la seconda. Forza, ripartiamo da capo». Insomma, li ha consolati, capite? Eppure, insisto, Giulia era una ragazza normale. Per esempio, come tutti i suoi coetanei, amava la musica. E in modo speciale un grande classico di Claudio Baglioni, nella versione cantata da Laura Pausini: «Strada facendo». «Strada facendo vedrai che non sei più da solo... mi trasmette proprio un grande slancio: dai che ce la fai! Strada facendo troverai anche tu un gancio in mezzo al cielo... Sì, mi dà leggerezza, una grande speranza». Strada facendo Giulia si è imbattuta nella storia di Chiara Luce Badano, morta nel 1990, a diciotto anni, per un tumore osseo e proclamata beata il 25 settembre 2010. E Dio solo sa quanto è stato provvidenziale questo incontro: «Lei è morta, però ha saputo vivere questa esperienza in modo così luminoso e solare, abbandonandosi alla volontà del Signore. Voglio imparare a seguirla, a fare quello che lei è riuscita a fare nonostante la malattia. La malattia non è stata un modo per allontanarsi dal Signore, ma per avvicinarsi a Lui...».

Ma Dio dov'è? Avvicinarsi a Dio? Ma come, la malattia t'incalza, la tua vita è sempre più stravolta, il tuo fisico sempre più debilitato e tu ti avvicini a Dio anziché urlargli tutta la tua rabbia? In realtà anche Giulia a un certo punto è stata «molto arrabbiata». Di più: è scesa nell'abisso – il cristianissimo abisso – del mio Dio, mio Dio perché mi hai abbandonata? Racconterà, in seguito: «Continuavo a dire ai miei genitori: ma Dio dov'è? Adesso che sto malissimo, ho addosso di tutto, Dio dov'è? Lui che dice che posso pregare, può fare grandi miracoli, può alleviare tutti i dolori perché non me li leva? Dov'è?». Giorni drammatici, di autentica disperazione. I medici pensavano a un ovvio, prevedibile crollo psicologico. Ma Giulia cercava un'altra risposta e l'ha trovata a Padova. Ci era andata per la radioterapia ed era finita nella basilica di Sant'Antonio, in cerca di un po' di pace. A un certo punto una signora raccolta in preghiera, mai vista prima, le ha messo la mano sopra la sua mano malata. «Non mi ha detto niente, ma aveva un'espressione sul volto come se mi volesse comunicare: forza, vai avanti, ce la fai, Dio è con te. Sono entrata arrabbiata, in lacrime, proprio in uno stato pietoso, sono uscita dalla basilica con il sorriso, con la gioia che Dio non mi ha mai abbandonata. Ero talmente disturbata dal dolore che non riuscivo a sentirlo vicino, ma in realtà penso che lui mi stesse stringendo fortissimo. Quasi non ce la faceva più...».

La gioia. Tenete bene a mente questa parola, perché in questa incredibile ma realissima storia sembra la più fuori posto e invece, alla fine, diventerà la parola chiave. Ma prima c'è da dire di un'altra grande passione di questa ragazza normale: la Madonna. Abbracciata in modo singolare in un primo viaggio a Medjugorje. E poi in un secondo più recente, chiesto per i suoi 14 anni, come regalo di compleanno, al seguito un pullman di 50 persone tra amici e parenti. Ha spiegato un giorno, in una testimonianza pubblica – non volava una mosca –, davanti a decine di ragazzi: «Non c'è una parola che possa descrivere Medjugorje: posso solo dirvi che l'amore della Madonna è talmente grande, è talmente forte che esplode in preghiera, conversioni, amore verso il prossimo». Va da sé che la devozione mariana si porta dietro un'altra passione: quella per il Rosario, recitato tutte le sere. Inusuale per una ragazzina? Può darsi. Ma Giulia ti sorprendeva sempre. Era sempre un passo avanti. E così, proprio nelle settimane di sofferenza più acuta, ha composto di suo pugno una «coroncina di puro ringraziamento». Diceva: «Nelle nostre preghiere, nelle nostre litanie, chiediamo sempre qualcosa per noi o per gli altri. Mai che ci si limiti a dire grazie, senza chiedere nulla in cambio». Questa formula non esisteva. Lei l'ha inventata e scritta.

L'esame da 10 e lode Ma intanto la ragazza normale desiderava fortissimamente continuare a fare le cose normali della sua età. Per esempio l'esame di terza media. E trovando chissà dove le energie, sostenuta dalle insegnanti della scuola in ospedale (che lei amava profondamente e voleva fosse meglio conosciuta e valorizzata) e dalle prof della sua scuola media Savoia, anche questa volta ce l'ha fatta. A dispetto dei dati clinici e della sua prognosi, che la dava già per morta. Allo scritto di italiano un tema magistrale, ispirato al diario di un soldato al fronte. All'orale, con tutta la commissione d'esame riunita nel salotto di casa, la tesina sugli orrori delle guerre e della Shoah, con tanto di acutissima analisi critica del Guernica di Picasso. Il tutto unito da un filo vibrante: la trasposizione della sua sofferenza. Un'esposizione di mezz'ora filata, chiusa da un'irrituale ma quantomai appropriata standing ovation. Risultato: 10 e lode. Al suo fianco l'amica del cuore che singolarmente – ma non casualmente secondo Giulia – si chiama anche lei Chiara («È da sempre la mia migliore amica, lei è tutto per me»). Con la malattia, cresceva in lei l'urgenza di dare una testimonianza ai giovani, soprattutto a quelli che pensano di fare a meno di Dio, «impegnati in una frenetica caccia al tesoro, ma senza tesoro».

Erano giorni di preghiera intensissima, di sofferenze offerte in particolare ai non credenti. Perché «ognuno ha un Dio e Dio c'è per tutti». Ecco l'idea di una video-testimonianza. Ancora volta ce l'ha fatta: l'intervista diventerà presto un dvd. Giulia, del resto, va detto con la dovuta cautela e senza enfasi, ma va detto, cambiava spesso le (moltissime) persone che incontrava. Chi entrava in casa sua, in quel bunker di serenità, ma anche di riservatezza e accoglienza che è la sua famiglia – a partire da mamma Sara, da papà Antonio e dal piccolo, formidabile Davide (9 anni) – si portava un carico di angoscia e usciva molto più leggero. Giulia, infine, credeva nei miracoli. Ma le grazie le chiedeva per gli altri, non per se stessa: in particolare i bambini malati conosciuti all'ospedale. Soltanto alla fine, quando il suo giogo era a tratti insopportabile e tutte le armi dei supereroi erano drammaticamente spuntate, ha iniziato a chiedere per sé. Ma solo «se è la volontà del Signore».

Quale sia stata la volontà del Signore già lo sapete. La mattina del 19 agosto, a Madrid, il suo vescovo Francesco, che con lei aveva intessuto un dialogo fitto e confidenziale, ha raccontato la storia di Giulia ai mille e più ragazzi bergamaschi della Gmg. Non sapeva che si fosse aggravata così tanto. Poi la sera la Via Crucis, nella notte la notizia che era «andata incontro al Signore». Il giorno dopo, sabato, ha celebrato per lei la Messa con i giovani. E la mattina del lunedì, di ritorno da Madrid, qualche ora prima dei funerali, raccolto in preghiera con la famiglia, ha invitato a «correggere» così l'eterno riposo: «L'eterna gioia donale Signore, splenda a lei la luce perpetua. Amen». Con questa parola, gioia, di colpo così adeguata, finisce (o forse inizia), la storia di Giulia Gabrieli, la ragazza malata di tumore. Che è morta. Ma ce l'ha fatta. E giudicate voi, credenti o meno che siate, se tutto questo non è un miracolo.

P.S. Come si sarà intuito sulla storia di Giulia ce n'è quanto basta per scrivere un libro. In effetti era anche il suo sogno. Quando il progetto è stato presentato alle Paoline di Milano, l'editore ha deciso in pochi minuti, senza esitazione: si pubblichi. Il primo capitolo è già scritto. Il resto verrà da sé. Perché qualcuno, che l'ha amata come una figlia senza che il padre ne fosse geloso, è stato scelto – da Giulia – per conservare i suoi scritti, registrare le sue testimonianze pubbliche, raccogliere le sue confidenze. E ora ne completerà l'opera, prestando la sua penna e lasciando che sia lei a scrivere. Il libro s'intitolerà: «Un gancio in mezzo al cielo».

Familiari e amici stanno realizzando un blog dedicato a Giulia. Nel frattempo chi volesse inviare messaggi o riflessioni può scrivere a: congiulia03@gmail.com

martedì 30 agosto 2011

Il segreto della bilancia .




Il segreto della bilancia

(fonte non specificata)

Un uomo gravemente ammalato fu accolto in una comunità e messo in una grande stanza insieme a molti altri ammalati.

Ma poco dopo essere deposto sul suo giaciglio, chiamò a gran voce il superiore.

"In che luogo mi avete portato?", protestò. "Le persone che ho dintorno ridono e scherzano come bambini! Non sono certe ammalate come me!".

"A dire la verità lo sono molto più di lei!", rispose il superiore, "ma hanno scoperto un segreto, che oggi pochissimi conoscono o che, pur conoscendolo, non ci credono più."

"Quale segreto?" domandò l'uomo.

"Questo!", rispose un anziano dal letto confinante. Estrasse dal comodino una piccola bilancia, prese un sassolino e lo depose su un piatto; subito l'altro si alzò.

"Che stai facendo?", chiese l'uomo.

"Ti sto mostrando il segreto! Questa bilancia rappresenta il legame che esiste fra uomo e uomo. Il sassolino è il tuo dolore che ora ti abbatte. Ma mentre abbatte te,

solleva l'altro piatto della bilancia permettendo ad un altro di gioire. Gioia e dolore si tengono sempre per mano. Ma bisogna che il dolore sia offerto, non tenuto per sé; allora fa diventare come bambini e fa fiorire il sorriso anche in punto di morte". "Nessuna scienza giustifica quello che tu dici!", fu la riflessione dell'uomo.

"Appunto per questo c'è in giro tanto dolore vissuto con amarezza. Qui non è questione di scienza ma di fede. Perché non entri anche tu nella bilancia dell'amore?".

L'uomo accettò la strana proposta. E fu così che quando guarito, rivisse istanti di gioia, non poté non pensare alla sofferenza degli altri. E si sentì legato agli uomini di tutto il mondo da un sottile filo d'oro.

Per molti rimarrà solo una bella fiaba.

Ma se un domani dovessi incontrare un ammalato che sa sorridere, un infelice capace di gioire, un handicappato che ha fiducia nella vita, ricordatelo: probabilmente hai incontrato qualcuno che conosce il segreto della bilancia...

domenica 28 agosto 2011

LIturgia di oggi 28/08/2011





“Non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini”. Pietro scopre così la vera identità di Gesù. Egli fa l’incredibile scoperta che questo carpentiere di Nazaret non è altro che il Cristo, l’unto di Israele, la realizzazione dell’attesa, lunga duemila anni, del suo popolo. Ma Pietro interpreta la missione di Gesù in termini politici. Gesù ben se ne rende conto e spiega che tipo di Messia sarà: andrà a Gerusalemme per soffrire, essere messo a morte e risorgere il terzo giorno. Ciò è troppo per Pietro: nel suo spirito, l’idea di sofferenza e l’idea di Messia sono semplicemente incompatibili fra loro.
“Non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini”. Se Pietro potesse solo rendersene conto, sarebbe pervaso dalla gioia! Il Messia, che si sarebbe immerso nella sofferenza, che avrebbe incontrato l’ostilità degli uomini e che avrebbe subito tutte le conseguenze dell’ingratitudine secolare di Israele verso il Dio dell’Alleanza, era proprio lì! Davanti a lui c’era finalmente colui che avrebbe sconfitto Satana in uno scontro decisivo e che avrebbe, in questo modo, portato a compimento il piano divino di salvezza per l’umanità.
Poiché Pietro “cominciò a protestare dicendo: Dio te ne scampi, Signore, questo non ti accadrà mai”, Gesù gli disse: “Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!”. Voltaire scrisse argutamente: “Dio fece l’uomo a sua immagine e somiglianza e l’uomo gliela rese proprio bene!”.
Nella nostra tendenza innata a resistere a Dio, noi deformiamo la sua immagine, ci rifiutiamo di lasciare che Dio sia come vuole essere. Il nostro Dio è troppo piccolo, troppo fragile e troppo limitato, mentre il Dio di Gesù Cristo è letteralmente troppo bello per essere vero. Gesù si affretta a percorrere la via che porta a Gerusalemme per svelarcelo sulla croce.
Sulla croce, infatti, Gesù rivelerà l’ultimo ritratto di Dio nel dramma della misericordia che vince il peccato, dell’amore che supera la morte e della fedeltà divina che cancella il tradimento.
Chi avrebbe mai immaginato, sia pure in sogno, che Dio sarebbe intervenuto nella nostra storia in questo modo?
Sfortunatamente, per molti, Gesù è davvero troppo bello per essere vero. “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere!” (Gv 4,10).

Antifona d'ingresso
Abbi pietà di me, Signore,
perché ti invoco tutto il giorno:
tu sei buono e pronto al perdono,
sei pieno di misericordia con chi ti invoca. (Sal 86,3.5)

Colletta
O Dio, nostro Padre,
unica fonte di ogni dono perfetto,
suscita in noi l’amore per te
e ravviva la nostra fede,
perché si sviluppi in noi il germe del bene
e con il tuo aiuto maturi fino alla sua pienezza.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...




>


Prima lettura



Ger 20,7-9
La parola del Signore è diventata per me causa di vergogna.





Dal libro del profeta Geremìa

Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre;
mi hai fatto violenza e hai prevalso.
Sono diventato oggetto di derisione ogni giorno;
ognuno si beffa di me.
Quando parlo, devo gridare,
devo urlare: «Violenza! Oppressione!».
Così la parola del Signore è diventata per me
causa di vergogna e di scherno tutto il giorno.
Mi dicevo: «Non penserò più a lui,
non parlerò più nel suo nome!».
Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente,
trattenuto nelle mie ossa;
mi sforzavo di contenerlo,
ma non potevo.

Parola di Dio



>


Salmo responsoriale



Sal 62





Ha sete di te, Signore, l’anima mia.

O Dio, tu sei il mio Dio,
dall’aurora io ti cerco,
ha sete di te l’anima mia,
desidera te la mia carne
in terra arida, assetata, senz’acqua.

Così nel santuario ti ho contemplato,
guardando la tua potenza e la tua gloria.
Poiché il tuo amore vale più della vita,
le mie labbra canteranno la tua lode.

Così ti benedirò per tutta la vita:
nel tuo nome alzerò le mie mani.
Come saziato dai cibi migliori,
con labbra gioiose ti loderà la mia bocca.

Quando penso a te che sei stato il mio aiuto,
esulto di gioia all’ombra delle tue ali.
A te si stringe l’anima mia:
la tua destra mi sostiene.



>


Seconda lettura



Rm 12,1-2
Offrite i vostri corpi come sacrificio vivente.





Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, vi esorto, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale.
Non conformatevi a questo mondo, ma lasciatevi trasformare rinnovando il vostro modo di pensare, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.

Parola di Dio



Canto al Vangelo (Ef 1,17-18)
Alleluia, alleluia.
Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo
illumini gli occhi del nostro cuore
per farci comprendere a quale speranza ci ha chiamati.
Alleluia.



>


Vangelo



Mt 16,21-27
Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso.








+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno.
Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni».

Parola del Signore





Preghiera dei fedeli
Abbiamo sete di te, o Padre, la nostra anima anela a vedere il tuo volto. Ascolta le nostre preghiere e rendici come tu ci vuoi, perché la tua grazia vale più della vita.
Preghiamo dicendo: Ascoltaci Signore.

1. Perché i cristiani ardano d’amore per il loro Dio, senza lasciarsi sopraffare dalle persecuzioni e dallo scherno del mondo. Preghiamo.
2. Per chi è attratto dal consumismo e si lascia catturare dalle tentazioni del mondo, perché sappia riscoprire i veri valori dello spirito. Preghiamo.
3. Per gli uomini del nostro tempo, perché non facciano dell’autosufficienza un idolo, ma riconoscano che l’obbedienza alla volontà di Dio rende la vita realizzata. Preghiamo.
4. Per quanti vivono nella prova, perché si sentano amati dal Signore anche nella sofferenza e sappiano portare la croce imitando Gesù, che ha donato la sua vita per l’umanità. Preghiamo.
5. Per noi che partecipiamo a questa Eucaristia, perché il Signore ci infonda il coraggio di aprirci al suo disegno d’amore e di lasciarci plasmare dalla sua volontà. Preghiamo.

Siamo come Pietro, Signore e vorremmo che il Cristo manifestasse la sua potenza e la sua forza. Invece tu lo hai predestinato alla croce. Converti il nostro cuore, o Padre, perché possiamo accogliere sempre la tua volontà, anche quando si presenta nella croce. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.





Preghiera sulle offerte
Santifica, Signore, l’offerta che ti presentiamo,
e compi in noi con la potenza del tuo Spirito
la redenzione che si attua nel mistero.
Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione
Quant’è grande la tua bontà, Signore!
La riservi per quelli che ti temono. (Sal 31,20)


Omelia (28-08-2011)
padre Ermes Ronchi
Lo scandalo dell'amore disarmato

Gesù incominciò a dire che doveva molto soffrire e venire ucciso!
Questo è lo scandalo del cristianesimo, un Dio che entra nel dolore e nella morte perché nel dolore e nella morte entra ogni suo figlio.
È la sorpresa di Pietro: Dio non voglia, questo mai! Tu vuoi salvare questo mondo che ha problemi immensi, lasciandoti uccidere? Sei un illuso, il mondo non sarà salvo per un crocifisso in più. Usa altri mezzi: il potere, il miracolo, l'autorità. Ed è proprio questo che Gesù rifiuta. Sceglie invece i mezzi più poveri: l'amore disarmato, il cuore limpido, il non fare violenza mai, il perdono fino alla fine, l'abbraccio al lebbroso.
Se uno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Se uno vuol venire... Ma perché dovrei voler questo? Qual è la molla? Lo rivela Gesù stesso poco oltre: se uno vuol salvare la propria vita... L'energia della sequela è un istinto di vita, bello e originario.
Rinneghi se stesso. Parole pericolose se capite male. Rinnegarsi non significa annullarsi, diventare sbiadito e incolore. Gesù non vuole dei frustrati al suo seguito, ma gente che ha fruttificato appieno i suoi talenti. Vuol dire: non sei tu il centro dell'universo, non sei tu la misura del tutto. Sei dentro una forza più grande. Il tuo segreto è oltre te.
Prenda la sua croce. E l'abbiamo interpretato come: soffri con pazienza, accetta, sopporta. Una esortazione alla rassegnazione. Ma non occorreva certo Gesù per dire questo. La croce nel Vangelo è l'impensabile di Dio, è la prova che Dio ama me più della propria vita.
Per capire basta sostituire la parola Croce con la parola amore: «Se qualcuno vuole venire con me, prenda su di sé tutto l'amore di cui è capace». Prendi la tua porzione di amore, altrimenti non vivi; prendi la porzione di croce che ogni amore comporta, altrimenti non ami. Tutti, io per primo, abbiamo paura del dolore. Ci sia concessa, però, la grazia di non aver paura di amare: sarebbe paura di vivere.
E poi seguimi. Seguire Cristo non è macerarsi in sacrifici ma conquistare un'infinita passione per l'esistenza, in tutte le sue forme, in tutte le sue creature. «Fai come me, prendi su di te una vita che sia il riassunto della mia vita» dice Gesù, il coraggioso che tocca i lebbrosi e sfida chi vuole uccidere l'adultera, il tenero che si commuove per le folle senza pastore e per due passeri, il povero che mai è entrato nei palazzi dei potenti se non da prigioniero, libero come nessuno, amore come nessuno, uomo dalla vita buona, bella, felice. Vivi le mie stesse passioni. E troverai la vita. Dimentica che esisti quando dici che ami ( J. Twarkowski) e troverai la vita.

giovedì 16 giugno 2011

Onda e oceano

Onda e oceano

(fonte non specificata)

Una piccola onda se ne andava felice per il mare: era contenta, allegra, si sentiva frizzante e potente, si abbandonava al gioco della corrente, si lasciava increspare dal vento. Era proprio felice di essere un'onda. Ad un certo punto vide però, laggiù in lontananza, la scogliera e poi la spiaggia e si accorse che le altre onde, quelle che erano andate avanti, lì si infrangevano e di loro non rimaneva più nulla. Cominciò a sentirsi triste: se avesse potuto sarebbe tornata indietro, nel mare profondo, da dove non si vede terra; oppure avrebbe voluto fermarsi là dove si trovava, frenare pur di non andare avanti... Un'onda più grande le passò vicino e le chiese: "Che ti succede? Come mai sei tanto triste?" e la piccola onda le rispose: "Ma non vedi che fine faremo? Anche tu che sei un'onda così grossa sei destinata a romperti laggiù." Sorrise la grande onda e disse: " Tu non sei onda, sei oceano!"

Non ricordo più dove ho letto questa storia, ma la trovo profondamente vera anche per noi, quando pensiamo che la vita sia un fatto privato, quando crediamo che i nostri sentimenti siano solo affari "domestici", chiusi fra le mura delle nostre case o nei limiti del nostro cuore. Mi piace invece pensare che il mio amore è solo una piccola onda di un immenso oceano, che niente andrà perso e che ogni mio piccolissimo gesto d'amore è come una piccolissima goccia che contribuisce a formare l'oceano; perché il mio amore, come la mia vita, fa parte di un tutto cui appartengo, che mi appartiene. E mi sento più libera, non più costretta a soffocare in spazi angusti, o a pungermi tra le spine dei miei rovi: l'amore non sta dentro di me, non è una mia creatura, ma è tutto quel che sta "tra", che mi avvolge e circonda, nonostante io non lo riconosca.

Tu non sei onda, sei oceano! Ricordiamocelo ogni giorno!

Riflessione di Maria Teresa Abignente

giovedì 9 giugno 2011

Messaggi della Madonna a Medjugorje

Messaggio del 20 maggio 2011 ( dato ad Ivan )

Cari figli, oggi più che mai desidero invitarvi alla preghiera. Cari figli, satana desidera distruggere le famiglie di oggi, perciò desidero invitarvi al rinnovamento della preghiera famigliare. Pregate, cari figli, nelle famiglie, con i vostri figli, non permettete l’accesso a satana. Grazie, cari figli, perché anche oggi avete risposto alla mia chiamata.



Messaggio del 25 maggio 2011 (commento) 25/05

Cari figli, la mia preghiera oggi è per tutti voi che cercate la grazia della conversione. Bussate alla porta del mio cuore ma senza speranza e senza preghiera, nel peccato e senza il sacramento della riconciliazione con Dio. Lasciate il peccato e decidetevi figlioli, per la santità. Soltanto così posso aiutarvi, esaudire le vostre preghiere e intercedere davanti all’Altissimo. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.



Messaggio del 2 giugno 2011 ( Mirjana ) 2011-06-mir

Cari figli, mentre vi invito alla preghiera per coloro che non hanno conosciuto l’amore di Dio, se guardaste nei vostri cuori capireste che parlo di molti di voi. Con cuore aperto domandatevi sinceramente se desiderate il Dio Vivente o volete metterlo da parte e vivere secondo il vostro volere. Guardatevi intorno, figli miei, e osservate dove va il mondo che pensa di fare tutto senza il Padre e che vaga nella tenebra della prova. Io vi offro la luce della Verità e lo Spirito Santo. Sono con voi secondo il piano di Dio per aiutarvi affinché nei vostri cuori vinca mio Figlio, la Sua Croce e Risurrezione. Come Madre desidero e prego per la vostra unione con mio Figlio e con la sua opera. Io sono qui, decidetevi! Vi ringrazio!





Piccolo commento





In questi tre messaggi, questa volta ce n’è anche uno straordinario dato ad Ivan, la Madonna tocca due argomenti fra i più importanti, la famiglia e la conversine.

La Madonna vorrebbe che la famiglia pregasse di più e tutti insieme, ed in particolare il Rosario. Ma non è facile dall’oggi al domani iniziare se non si è mai fatto.

Per questo, come Lei ci insegna a Medjugorje, la preghiera va iniziata un po’ per volta, prima la preghiera del cuore, parla con Lei con le parole che ti escono come se parlassi con la tua mamma terrena o ad un tuo caro amico che ti capisce, poi piano piano inizia con una parte del rosario, una decina al giorno, aumentando nel tempo, fino a dire ogni giorno il rosario completo.

E così facendo satana si terrà lontano e la famiglia sarà preservata dagli attacchi del maligno, prova e vedrai che la Madonna ti preserverà.

Nei due messaggi del 25 maggio e 2 giugno parla della conversione. Il miracolo più bello e la grazia più grande che il Padre ci può fare. In particolare mi piace quando nel messaggio del 2 giugno dice “…se guardaste nei vostri cuori capireste che parlo di molti di voi...”.

E’ vero, a volte quando leggo i messaggi penso, “…ma la Madonna non parla per me, ma certamente per qualche altro…”.

No, Mamma Maria è a me che si rivolge, al mio cuore.

Che brutto quando dice “...Bussate alla porta del mio cuore ma senza speranza…”. Senza speranza, chiedo le grazie e non arrivano, ma forse non sarà che sbaglio qualcosa.

Prego Dio e vado a farmi fare l’oroscopo, prego la Madonna e convivo, per me i soldi sono tutto e non riesco a stacarmene…etc…

Ma Lei non ci abbandona, dice”..sono con voi…prego per la vostra unione con Mio Figlio…”,

questo è bellissimo ma noi dobbiamo mettere il nostro impegno. Chiediamo il dono dello Spirito Santo, fra un po’ sarà la ricorrenza, Lui ci ispirerà le cose ma non le farà al nostro posto, quello spetta a noi.



Le vostre richieste di preghiera



Come sempre ho portato le tue richieste di preghiera, che mi hai mandato, via mail, private alla casella postale e sul sito, alla Madonna il 2 giugno durante l’apparizione.

Ma come sempre, questo è solamente un inizio, ora dobbiamo continuare a pregare, vivere i Sacramenti, e se ti è possibile digiunare, il mercoledì e venerdì a pane ed acqua (vai sul sito alla terza pagina de “la nostre pagine” troverai delle indicazioni sul digiuno) e vedrai che la Madonna penserà a tutto.



Che Dio ti benedica….Gino







Se questa e-mail ti piace mandala ai tuoi amici.

www.eccoituoibambini.org

(se voi puoi lasciare una preghiera alla Mamma nella pagina: “Lascia una richiesta di preghiera alla Madonna”o un grazie nella pagina “Lascia un ringraziamento alla Madonna“)

sabato 4 giugno 2011

Notizie da far girare

Sull'Espresso di qualche settimana fa c'era un articoletto che spiega che recentemente il Parlamento ha votato all'UNANIMITA' e senza astenuti un aumento di stipendio per i parlamentari pari a circa € 1.135,00 al mese.

Inoltre la mozione è stata camuffata in modo tale da non risultare nei verbali ufficiali.


STIPENDIO Euro 19.150,00 AL MESE
STIPENDIO BASE circa Euro 9.980,00 al mese

PORTABORSE circa Euro 4.030,00 al mese (generalmente parente o familiare)

RIMBORSO SPESE AFFITTO circa Euro 2.900,00 al mese


INDENNITA' DI CARICA (da Euro 335,00 circa a Euro 6.455,00) TUTTI ESENTASSE
+

TELEFONO CELLULARE gratis

TESSERA DEL CINEMA gratis

TESSERA TEATRO gratis

TESSERA AUTOBUS - METROPOLITANA gratis

FRANCOBOLLI gratis

VIAGGI AEREO NAZIONALI gratis

CIRCOLAZIONE AUTOSTRADE gratis

PISCINE E PALESTRE gratis

FS gratis

AEREO DI STATO gratis

AMBASCIATE gratis

CLINICHE gratis

ASSICURAZIONE INFORTUNI gratis

ASSICURAZIONE MORTE gratis

AUTO BLU CON AUTISTA gratis

RISTORANTE gratis (nel 1999 hanno mangiato e bevuto gratis per Euro 1.472.000,00). Intascano uno stipendio e hanno diritto alla pensione dopo 35 mesi in parlamento mentre obbligano i cittadini a 35 anni di contributi (41 anni per il pubblico impiego !!!)

Circa Euro 103.000,00 li incassano con il rimborso spese elettorali (in violazione alla legge sul finanziamento ai partiti), più i privilegi per quelli che sono stati Presidenti della Repubblica, del Senato o della Camera. (Es: la sig.ra Pivetti ha a disposizione e gratis un ufficio, una segretaria, l'auto blu ed una scorta sempre al suo servizio)

La classe politica ha causato al paese un danno di 1 MILIARDO e 255 MILIONI di EURO.

La sola camera dei deputati costa al cittadino Euro 2.215,00 al MINUTO !!

Far circolare. Si sta promuovendo un referendum per l' abolizione dei privilegi di tutti i parlamentari............ queste informazioni possono essere lette solo attraverso Internet in quanto quasi tutti i massmedia rifiutano di portarle a conoscenza degli italiani......

PER FAVORE CONTINUATE LA CATENA.

sabato 14 maggio 2011

Guarda la stella, invoca Maria

guarda la stella, invoca Maria

O tu che nell’instabilità continua della vita presente

t’accorgi di essere sballottato tra le tempeste

senza punto sicuro dove appoggiarti,

tieni ben fisso lo sguardo al fulgore di questa stella

se non vuoi essere travolto dalla bufera.

Se insorgono i venti delle tentazioni

e se vai a sbattere contro gli scogli delle tribolazioni,

guarda la stella, invoca Maria!

Se i flutti dell’orgoglio, dell’ambizione,

della calunnia e dell’invidia

ti spingono di qua e di là, guarda la stella, invoca Maria!

Se l’ira, l’avarizia, l’edonismo

squassano la navicella della tua anima,

volgi il pensiero a Maria!

Se turbato per l’enormità dei tuoi peccati,

confuso per le brutture della tua coscienza,

spaventato al terribile pensiero del giudizio,

stai per precipitare nel baratro della tristezza,

e nell’abisso della disperazione, pensa a Maria!

Nei pericoli, nelle angustie, nelle perplessità,

pensa a Maria, invoca Maria!

Maria sia sempre sulla tua bocca e nel tuo cuore.
E per ottenere la sua intercessione, segui i suoi esempi.

Se la segui non ti smarrirai,

se la preghi non perderai la speranza,

se pensi a lei non sbaglierai.

Sostenuto da lei non cadrai,

difeso da lei non temerai,

con la sua guida non ti stancherai,

con la sua benevolenza giungerai a destinazione.



S. Bernardo

domenica 1 maggio 2011

Beatificazione di Giovanni Paolo 2


Questo pomeriggio, ho scritto di getto un pensiero a Giovanni Paolo II e lo vorrei condividere con tutti voi.




Caro Karol,

mi permetti di chiamarti per nome? Ancora per poco, perché molto presto ti chiameremo San Giovanni Paolo II, ma ancora per oggi, concedimelo.

Caro Karol, non posso non dirti ciò che sento….

Tutte le volte che guardo le tue immagini in tv non riesco a non commuovermi, non riesco a non pensare che sei stato una testimonianza vivente della parola di Gesù.

Eri già Santo mentre vivevi, ma noi siamo troppo abituati a credere alle cose solo quando vengono ufficializzate, abbiamo bisogno del “sugello” e ora riguardando tutto il tuo Pontificato mi domando come abbiamo fatto a non capire a non renderci conto di quale fortuna essere tuoi contemporanei.

Ci hai lasciato innumerevoli esempi e tantissime testimonianze forti, fortissime.

La maggior parte di noi ti ha conosciuto solo attraverso lo schermo televisivo, ma nonostante ciò sei riuscito a toccare tanti cuori, tante anime. Sei stato, e sei molto amato perché i tuoi occhi trasmettevano amore… e come si spiega questo? Quale altro uomo è riuscito in questa missione?

Per me si può spiegare solo con una Santità già sancita dal Signore, il Signore ti ha prescelto e tu hai accettato con tanta umiltà il compito di Pietro:

“Se mi sbaglio mi corrigerete”…. Una delle prime frasi che hai pronunciato dopo la tua proclamazione….

Ora tocca a te….

“Se ci sbagliamo, correggici, amorevolmente così come hai sempre fatto, correggici Karol, perché l’amore per il Signore sia il nostro nutrimento quotidiano.

Beato Giovanni Paolo II, ti amo e attraverso questo amore amo il Signore che ti ha donato a noi.



Lisa

sabato 30 aprile 2011

Giovanni Paolo 2


"Non abbiate paura. Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!"

Estratto dall'omelia pronunciata da Giovanni Paolo II domenica 22 ottobre 1978 per l'inizio del suo Pontificato.

(...) Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa! Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna. (...)

lunedì 25 aprile 2011

giovedì 7 aprile 2011

Pensiero biblico e pensiero di San Pio .

Eccoci di nuovo qua carissimi .
Vi auguro anche oggi, una notte serena e che il Signore vi benedica e vegli sul vostro riposo .


Il pensiero di

Padre Pio:



Aspetta che Dio ti parli, perché un giorno ti dirà parole di pace

e di consolazione, ed allora conoscerai che i tuoi patimenti saranno

stati impiegati assai bene.


Pensierino biblico
Un pensierino sapienziale tratto a caso dalla bibbia CEI
Se riconosciamo i nostri peccati, egli (Dio) che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa. (1Gv 1, 9)

Liturgia di oggi 7/04/2011

Buongiorno amici ed internauti .
Che anche in questo giorno il Signore ci accompagni e ci dia la sua santa Benedizione .




Prima lettura



Es 32,7-14
Desisti dall’ardore della tua ira.





Dal libro dell’Èsodo

In quei giorni, il Signore disse a Mosè: «Va’, scendi, perché il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto, si è pervertito. Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicato! Si sono fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostràti dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: “Ecco il tuo Dio, Israele, colui che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto”».
Il Signore disse inoltre a Mosè: «Ho osservato questo popolo: ecco, è un popolo dalla dura cervìce. Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li divori. Di te invece farò una grande nazione».
Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: «Perché, Signore, si accenderà la tua ira contro il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto con grande forza e con mano potente? Perché dovranno dire gli Egiziani: “Con malizia li ha fatti uscire, per farli perire tra le montagne e farli sparire dalla terra”? Desisti dall’ardore della tua ira e abbandona il proposito di fare del male al tuo popolo. Ricòrdati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: “Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo, e tutta questa terra, di cui ho parlato, la darò ai tuoi discendenti e la possederanno per sempre”».
Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.

Parola di Dio





Salmo responsoriale



Sal 105





Ricòrdati di noi, Signore, per amore del tuo popolo.

Si fabbricarono un vitello sull’Oreb,
si prostrarono a una statua di metallo;
scambiarono la loro gloria
con la figura di un toro che mangia erba.

Dimenticarono Dio che li aveva salvati,
che aveva operato in Egitto cose grandi,
meraviglie nella terra di Cam,
cose terribili presso il Mar Rosso.

Ed egli li avrebbe sterminati,
se Mosè, il suo eletto,
non si fosse posto sulla breccia davanti a lui
per impedire alla sua collera di distruggerli.





Vangelo



Gv 5,31-47
Vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza.








+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei:
«Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera.
Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.
E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato.
Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita.
Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio?
Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».

Parola del Signore



Omelia (07-04-2011)
Monaci Benedettini Silvestrini
Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me

Scrittura è la "norma normans" della verità di Dio e di conseguenza della retta fede. Un solo errore di interpretazione, di comprensione, di lettura è tutta la verità di Dio salta. Possiamo attingere un esempio dalla polvere pirica. Dio è un complesso infinito di verità. Ogni verità la possiamo definire un granello di polvere pirica. Mettiamo diecimila granelli di questa polvere in una giara e incendiamone solo uno. Tutta la giara salta. Tutta la polvere va in botto.
Le verità della fede sono mirabilmente legate. Ognuna genera e dona vita all'altra. Se noi non le conosciamo, non conosciamo Dio non solo nella sua essenza, o natura, ma neanche nelle sue opere nella creazione, nella storia, con gli uomini. Questo oggi dice Gesù ai Giudei. Voi non conoscete Mosè, cioè voi non conoscete Dio secondo la verità della rivelazione. Non conoscendo Dio nella sua più pura essenza, quella che Lui vi ha rivelato, come fate a conoscere me che sono la manifestazione storica della sua verità eterna? Noi conoscete Me perché non conoscete Lui. Non credete in Me perché non credete in Mosè. Chi crede nel vero Dio di Mosè crede anche in Me.
Pensare di conoscere in un istante il mistero celeste in ogni sua dimensione, quando esso si rivela ai nostri occhi, è impossibile. Gesù però non ci chiede di conoscere tutto il suo mistero. Neanche gli Angeli del Cielo lo conoscono approfonditamente, nella sua interezza, tanto esso è profondo, eterno, divino. Se invece partiamo da una semplice verità di fede e cioè che Lui viene da Dio, così come ha fatto Nicodemo, a poco a poco da una verità si passa ad un'altra e il mistero comincia a delinearsi nei suoi tratti principali e noi iniziamo a gustarlo e a penetrare in esso. La via giusta è quella che ci indica Pietro, dopo il discorso sul Pane della vita. Sicuramente Pietro non ha compreso il mistero. Mai avrebbe potuto comprenderlo nella sua infinita verità. Ha compreso però una cosa: "Gesù ha parola di vita eterna". Ora non comprendo. Domani comprenderà. So però che la sua Parola è vera. Di Lui mi posso fidare. Con Lui posso iniziare un viaggio verso la fede piena e perfetta. Vergine Maria, Madre della Redenzione, ottienici una perfetta fede nella Scrittura, è la via per conoscere Gesù. Angeli e Santi di Dio, fateci crescere di fede in fede.

mercoledì 6 aprile 2011

Pensiero di Sant'Antonio da Padova

Carissimi, anche oggi e finita questa intensa giornata di Mercoledi e ci avviciniamo a grandi passi verso un nuovo fine settimana .
Come ogni sera, auguro a tutti voi una buon riposo ed una nottata serena .
Oggi vi lascio con un pensiero di Sant'Antonio da Padova , dandovi di nuovo l'augurio Francescano di Pace e Bene .

Non il giudizio degli uomini manifesta ciò che siamo : gli uomini si ingannano e si lasciano ingannare ... ognuno vale quanto vale davanti a Dio , e non di più . Non c'è al mondo bene più prezioso della libertà : ma non lo puoi conseguire , se non dominando i tuoi istinti .
Ogni uomo è re quando sa signoreggiare se stesso .
O Signore,Gesù Cristo,non abbandonare coloro che tu hai redento e i poveri che, fuori di te, non hanno nulla .
Sostienili, o Signore , con la richezza della tua grazia , perché sono poveri tuoi . Guidali e non li abbandonare , perché senza di te non si smarriscano , ma proteggili sempre , sino alla fine .

E per ultimo, ma non ultimi , ricordiamoci nelle nostre preghiere di quei poveri profughi che sono annegati ieri in mare .

Pensiero biblico e pensiero di San Pio

Il pensiero di

Padre Pio:



Siano grandi le prove, a cui il dolcissimo Signore ti assoggetta,

ma è più grande e più provvido colui che te le manda.



Pensierino biblico
Un pensierino sapienziale tratto a caso dalla bibbia CEI
Non accetterai doni, perché il dono acceca chi ha gli occhi aperti e perverte anche le parole dei giusti. (Es 23, 8)

Politica : Abrogare legge che vieta il riformarsi del partito fascista .

Una proposta di legge formalizzata lo scorso 29 marzo a Palazzo Madama, ma del cui testo non c’è ancora traccia nel sito internet istituzionale. Ma il contenuto della proposta è ritenuto evidentemente ‘scomodo’, tanto da aver già sollevato numerose polemiche, anche in Abruzzo.

Di Stefano, nello specifico, è cofirmatario dell’atto del Senato numero 2651 con il quale si chiede l’abrogazione della XII Disposizione transitoria e finale della Costituzione.

La Disposizione indica che: “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. In deroga all'articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dall'entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista”.

Secondo Di Stefano, vice coordinatore regionale del Pdl, e gli altri senatori firmatari della proposta – Cristiano De Eccher (Pdl), Egidio Digilio (Misto – Futuro e libertà per l’Italia), Francesco Bevilacqua (Pdl) e Achille Totaro (Pdl) - quella norma adesso è anacronistica e non ha più senso, e va chiudi abrogata.

Non la pensano così, ovviamente, la maggior parte dei rappresentanti politici locali, che hanno gridato allo scandalo e contestato l’iniziativa del senatore abruzzese.

ACERBO (PRC): «ADESSO SE LA PRENDE CON LA COSTITUZIONE»

Tra le posizioni maggiormente in contrapposizione con quella di Fabrizio Di Stefano, si registra quella del consigliere regionale del Prc Maurizio Acerbo, il cui giudizio sul senatore del Pdl è tanto duro quanto chiaro: «Con gente come Di Stefano non bisogna prendere neanche un caffè!»

Secondo Acerbo, tra l’altro, «la proposta di abrogazione della XII Disposizione transitoria e finale della Costituzione è un’iniziativa probabilmente volta a distrarre l’opinione pubblica dai misfatti di questo governo e di questa maggioranza e probabilmente anche un tentativo di richiamo identitario verso l’elettorato ex-missino, piuttosto stomacato dalle gesta del premier e della sua corte dei miracoli».

L’esponente di Rifondazione fa anche notare che il primo firmatario è il senatore De Eccher, «già noto alle cronache giudiziarie della strage di Piazza Fontana per l’appartenenza al gruppo neonazista Avanguardia nazionale e per gli stretti legami con Franco Freda».

«E’ significativo – aggiunge Maurizio Acerbo - che un senatore di provincia come Di Stefano, che a Roma non è in grado neanche di difenderci dai pedaggi sull’asse attrezzato, si faccia promotore di un’iniziativa di questo genere. E’ il segno che nel Pdl, partito che è liberale solo a chiacchiere, ormai sia senso comune considerare carta straccia la Costituzione repubblicana».

Acerbo entra anche nel merito delle dichiarazioni dell’esponente del Pdl: «Il fatto che il senatore Di Stefano si dichiari “né antifascista, né fascista” non è una dichiarazione di agnosticismo ma di istintiva distanza dai valori democratici della Resistenza e dell’antifascismo. La XII disposizione – fa notare il consigliere regionale - non è una norma anacronistica e il fascismo non è un “fenomeno storico circoscritto” visto che vi sono in tutta Europa gruppi e movimenti neonazisti all’opera dentro un contesto di crisi economica alimentando violenze xenofobe e razzismo».

PAOLUCCI (PD): «PROPOSTA RIDICOLA, PENSASSE ALLA CRISI E ALL’OCCUPAZIONE»

Anche il segretario regionale del Pd Silvio Paolucci, contesta l’iniziativa di Fabrizio Di Stefano: «Se non fosse che umilia la memoria degli abruzzesi e i valori fondativi della Repubblica – sottolinea - la proposta del senatore Di Stefano sarebbe semplicemente ridicola».

Paolucci fa notare che «gli abruzzesi sono alle prese con la più grave crisi economica e occupazionale del Dopoguerra e lui pensa alla ricostituzione del Partito fascista. Gli abruzzesi non si meritano questo trattamento».

ANPI: «DI STEFANO SI RASSEGNI, ANTIFASCISMO IN ITALIA NON E’ TRANSITORIO»

Infine, sulla proposta-shock di Fabrizio Di Stefano si registra la presa di distanza dell’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia di Pescara.

L’Anpi comunica al senatore Di Stefano che non è necessario che si carichi del gravoso compito di riscrivere la storia: «Di Stefano ha la memoria corta: il fascismo non fu soltanto un mero esercizio di potere assoluto, ma condusse l'Italia ad una guerra sciagurata ed alla catastrofe».

L’associazione pone poi l’accento sulla ‘responsabilità politica’ che Di Stefano ha in quanto senatore della Repubblica: «Non c’è norma transitoria che tenga – denuncia l’Anpi - per uno dei massimi responsabili della vita politica abruzzese, nelle cui mani passano decisioni importanti che pesano sulla vita di una intera regione. Per questo i cittadini abruzzesi devono ricordargli che ad essere per fortuna transitorio è lui e non il giudizio inappellabile della storia che ha condannato il fascismo come una delle piaghe peggiori nel ventesimo secolo».

«Si rassegni, il senatore Di Stefano – conclude l’associazione - l’Italia è e resterà un paese democratico e antifascista e Anpi Pescara troverà il modo di ricordarglielo in ogni occasione, a partire dal 25 aprile - nascita della nostra Democrazia della quale anche Di Stefano ampiamente gode - giorno ricordato per la Liberazione da quel fenomeno che lui stesso dichiara essere d’interesse psichiatrico qualora venisse riproposto».

FORZA NUOVA: «DI STEFANO SI OCCUPI DELLE REALI EMERGENZE»

«Fermo restando il mio personale avallo per tale iniziativa, è ridicolo che tali operazioni di basso profilo siano effettuate in concomitanza di momenti elettorali», commenta invece Marco Forconi di Forza Nuova. «Il senatore Di Stefano, inoltre, anzichè dispensare internamenti psichiatrici a vanvera ed occuparsi di questioni oramai largamente superate dalla storia e dall'evoluzione sociale, se veramente vuole recuperare una fetta di elettorato identitario e post-missino, si preoccupi di ciò che sta accadendo nella nostra Regione, al collasso dal punto di vista dell'immigrazione e dell'ordine pubblico. L'Italia», prosegue Forconi, «affonda sotto ogni punto di vista e, se davvero c'è bisogno di trattamenti speciali ospedalieri, il primo a doverlo subìre dovrebbe essere il nostro presidente del consiglio per le uscite durante i suoi viaggi pre-feriali a Lampedusa o per le sue terrificanti giustificazioni in merito al caso Ruby».

Daniela Di Cecco 04/04/2011 10.54



Ma io dico, avendo visto tutte le cose orribili che la nostra storia, ma non solo, anche le persone che quel periodo lo anno vissuto Ci anno raccontato .
Ora di punto in bianco vogliono di nuovo far rifiorire il fascimo ?
Ma siamo fuori di capa .
Spero vivamente che questa Legge di abrogare la norma che vieta il riformare il partito fascista non passi , e spero che tanta gente possa protestare e far sentire la loro voce affinche questa cosa non accada e non si inizii con un altro scempio , anche e sopratutto in memoria di tutte le vittime mietutte dal fascismo .

Liturgia di oggi 6/04/2011

Buon Mercoledi amici ed internauti .
Spero che abbiate trscorso una notte serena .
Che anche oggi il Signore ci aiuti a trascorrere una buonissima giornata , vi auguro pace e bene nella vostra giornata .
Un'abbraccione a tutti quanti voi .




Prima lettura



Is 49,8-15
Ti ho stabilito come alleanza del popolo, per far risorgere la terra.





Dal libro del profeta Isaìa

Così dice il Signore:
«Al tempo della benevolenza ti ho risposto,
nel giorno della salvezza ti ho aiutato.
Ti ho formato e ti ho stabilito
come alleanza del popolo,
per far risorgere la terra,
per farti rioccupare l’eredità devastata,
per dire ai prigionieri: “Uscite”,
e a quelli che sono nelle tenebre: “Venite fuori”.
Essi pascoleranno lungo tutte le strade,
e su ogni altura troveranno pascoli.
Non avranno né fame né sete
e non li colpirà né l’arsura né il sole,
perché colui che ha misericordia di loro li guiderà,
li condurrà alle sorgenti d’acqua.
Io trasformerò i miei monti in strade
e le mie vie saranno elevate.
Ecco, questi vengono da lontano,
ed ecco, quelli vengono da settentrione e da occidente
e altri dalla regione di Sinìm».
Giubilate, o cieli,
rallégrati, o terra,
gridate di gioia, o monti,
perché il Signore consola il suo popolo
e ha misericordia dei suoi poveri.
Sion ha detto: «Il Signore mi ha abbandonato,
il Signore mi ha dimenticato».
Si dimentica forse una donna del suo bambino,
così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?
Anche se costoro si dimenticassero,
io invece non ti dimenticherò mai.

Parola di Dio



Salmo responsoriale



Sal 144





Misericordioso e pietoso è il Signore.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto.

Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.




Vangelo



Gv 5,17-30
Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole.








+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.
Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati.
Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.
In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno.
Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna.
Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.

Parola del Signore

martedì 5 aprile 2011

Pensiero bibilico e pensiero di San Pio

Buonasera Amici ed internauti .
Anche oggi siamo giunti al termine da una dura giornata di lavoro .
Questa sera voglio darvi la buonanotte con un pensiero di San Pio e uno preso dalla Bibbia .
Che il Signore vegli sul nostro riposo e ci faccia trascorrere una notte serena , per ricominciare con nuove energie la giornata di domani .
Imfine prima di salutarvi e darvi la buonanotte, lascio anche un 'indirizzo email , che mi ha mandato una amica di email casomai qualcuno di voi volesse adottare un gattino .
Un' abbraccio a tutti voi .

Il pensiero di

Padre Pio:



Gesù non lascerà senza larga ricompensa la squisita e sì fiorita carità.


Pensierino biblico
Un pensierino sapienziale tratto a caso dalla bibbia CEI
Principio della sapienza è temere il Signore... Pienezza della sapienza è temere il Signore... Corona della sapienza è il timore del Signore... Radice della sapienza è temere il Signore. (Sir 1, 12.14.16.18)



http://www.ilcercapadrone.it/gatti9.htm

Liturgia di oggi 5/04/2011

Prima lettura



Ez 47,1-9.12
Vidi l’acqua che usciva dal tempio, e a quanti giungerà quest’acqua porterà salvezza.





Dal libro del profeta Ezechièle

In quei giorni [l’angelo] mi condusse all’ingresso del tempio [del Signore] e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso oriente. Quell’acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell’altare. Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all’esterno, fino alla porta esterna rivolta a oriente, e vidi che l’acqua scaturiva dal lato destro.
Quell’uomo avanzò verso oriente e con una cordicella in mano misurò mille cùbiti, poi mi fece attraversare quell’acqua: mi giungeva alla caviglia. Misurò altri mille cùbiti, poi mi fece attraversare quell’acqua: mi giungeva al ginocchio. Misurò altri mille cùbiti, poi mi fece attraversare l’acqua: mi giungeva ai fianchi. Ne misurò altri mille: era un torrente che non potevo attraversare, perché le acque erano cresciute; erano acque navigabili, un torrente che non si poteva passare a guado. Allora egli mi disse: «Hai visto, figlio dell’uomo?». Poi mi fece ritornare sulla sponda del torrente; voltandomi, vidi che sulla sponda del torrente vi era una grandissima quantità di alberi da una parte e dall’altra.
Mi disse: «Queste acque scorrono verso la regione orientale, scendono nell’Aràba ed entrano nel mare: sfociate nel mare, ne risanano le acque. Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il torrente, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché dove giungono quelle acque, risanano, e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà. Lungo il torrente, su una riva e sull’altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui foglie non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina».

Parola di Dio



Salmo responsoriale



Sal 45





Dio è per noi rifugio e fortezza.

Dio è per noi rifugio e fortezza,
aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce.
Perciò non temiamo se trema la terra,
se vacillano i monti nel fondo del mare.

Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio,
la più santa delle dimore dell’Altissimo.
Dio è in mezzo ad essa: non potrà vacillare.
Dio la soccorre allo spuntare dell’alba.

Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.
Venite, vedete le opere del Signore,
egli ha fatto cose tremende sulla terra.




Gv 5,1-16
All’istante quell’uomo guarì.








+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare.
Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo.
Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.

Parola del Signore




Omelia (05-04-2011)
Movimento Apostolico - rito romano
Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio

Nel Vangelo secondo Giovanni appare con evidente chiarezza che Cristo Gesù è il solo Signore della storia. È Lui che governa ogni attimo di essa. La governa suscitandola, orientandola, muovendola, prendendola per mano e conducendola verso la più grande rivelazione del suo mistero. Attraverso la storia deve rendersi manifesto tutto ciò che riguarda la sua Persona: origine, missione, relazione con il Padre, impossibilità degli uomini ad intraprendere una qualsiasi azione contro di Lui.
Nel quarto Vangelo Gesù è il Signore, il Dominatore, il Pantocratore. Niente sfugge al suo controllo. Ogni dialogo con i Giudei ha un solo scopo: rivelare se stesso pienamente, perfettamente, senza lasciare nell'ombra nessuna verità. Tutto di Lui viene posto in una luce densissima. Non vi sono lacune, imperfezioni, silenzi, omissioni involontarie. Persona e missione di Cristo Gesù sono offerte al cuore credente nella completezza e perfezione della loro verità eterna e terrena, celeste e umana.
Gesù non è uno sprovveduto che agisce e poi è costretto a difendere la verità di ogni sua azione. Lui agisce proprio per rivelare la verità di se stesso, per dire ai Giudei chi Lui è per rapporto agli uomini e al Padre suo che è nei cieli. Per ogni azione che Gesù compie, sa sempre quale sarà il suo sviluppo futuro. La compie in un modo così prudente da costringere i suoi avversari ad intervenire, ma solo per ascoltare la sua rivelazione e rendersi coscienti della sua verità. Gesù è il Signore prudentissimo che sa come agire con gli uomini. Lui li previene e li segue, conducendoli alla pienezza della sua verità umana e divina.
Anche a noi Gesù chiede la stessa sapienza, intelligenza, prudenza. Ci chiede di governare la nostra storia. Vuole che anche noi la poniamo in essere e la guidiamo verso la più alta conoscenza del mistero di Cristo Gesù che si compie in essa. Come attraverso la storia di Gesù si manifestava la verità del Padre che agiva in Lui, con Lui, per Lui, così anche attraverso la nostra storia si deve sempre manifestare Cristo che opera in noi, con noi, per noi. Senza questa manifestazione rendiamo la storia muta. Questo mai deve accadere. Tutta la nostra storia deve parlare di Cristo Gesù, deve raccontare la sua azione in noi, con noi, per noi. Deve dire la sua e la nostra verità.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, donaci il governo della nostra vita in modo che in essa sia compia il mistero di Gesù. Angeli e Santi di Dio, venite in nostro aiuto.

lunedì 4 aprile 2011

Annuncio urgente per 2 mici


NAPOLI. URGENTE! RAGAZZI CHIEDO URGENTEMENTE AIUTO PER QUESTI GATTINI!! VIVONO PER STRADA IN UN QUARTIERE DELLA PERIFERIA DI NAPOLI!! A LANCIARE L'SOS E' STATO MIO ZIO CHE QUANDO LI HA VISTI ERANO MALATISSIMI... GLI HA FATTO GLI ANTIBIOTICI MA GLI OCCHIETTI ERANO GIA' COMPROMESSI E, MALGRADO CI ABBIA MESSO IL MAX IMPEGNO, NON E' FACILE SEGUIRE UNA TERAPIA VISTO CHE SPESSO NON SI FANNO TROVARE O NON ESCONO!! ANCHE QUI STA PIOVENDO DA 10 GIORNI E LORO TENDONO A TROVARE RIFUGIO!! MIO ZIO AVEVA FATTO QUESTE FOTO QUALCHE GIORNO FA MA SOLO OGGI E' RIUSCITO A MANDARMELE E... PURTROPPO PROPRIO OGGI HA TROVATO QUELLO CHIARO, MORTO, INVESTITO!! HANNO CIRCA 3 MESI ANCHE SE SEMBRANO PIU' GRANDI DALLE FOTO!! IO NON LI HO VISTI MA MI SEMBRA DI AVER CAPITO CHE FORSE SOLO AD UN OCCHIETTO LA SITUAZIONE E' PIU' TRAGICA X QUELLO CHIARO (CHE NON C'E' PIU'...) E PER IL NERO... DOBBIAMO ASSOLUTAMENTE TROVARE ANCHE SOLO UNO STALLO PER LORO IN ATTESA DI ADOZIONE, PERCHE' RISCHIANO OGNI GIORNO!! INOLTRE MIO ZIO SI E' SCONTRATO CON UNA PERSONA CHE MINACCIA DI AVVELENARLI PERCHE' GLI DANNO FASTIDIO. SONO MOLTO TENERI E SI FANNO AVVICINARE TRANQUILLAMENTE!! DIAMO UNA POSSIBILITA' A QUELLI CHE SONO RIMASTI DI NON FARE LA STESSA FINE DEL FRATELLINO!! VI PREGO FATE GIRARE ED AIUTATEMI A SALVARLI!! CONTATTARE: SIMONA 347/9904863 (dopo le 18) simona.cuccioli@fastwebnet.it

Buona serata .

Buonasera amici ed internauti .
Anche questo lunedi e giunto al termine ed e ora delle nanne .
Vi auguro una buona serata ed un buon riposo e come sempre che Gesù ci sia sempre vicino .
Un'abbraccio a tutti voi .

Liturgia di oggi 4/04/2011

Is 65,17-21
Non si udranno più voci di pianto e grida di angoscia.





Dal libro del profeta Isaìa

Così dice il Signore:
«Ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra;
non si ricorderà più il passato,
non verrà più in mente,
poiché si godrà e si gioirà sempre
di quello che sto per creare,
poiché creo Gerusalemme per la gioia,
e il suo popolo per il gaudio.
Io esulterò di Gerusalemme,
godrò del mio popolo.
Non si udranno più in essa
voci di pianto, grida di angoscia.
Non ci sarà più
un bimbo che viva solo pochi giorni,
né un vecchio che dei suoi giorni
non giunga alla pienezza,
poiché il più giovane morirà a cento anni
e chi non raggiunge i cento anni
sarà considerato maledetto.
Fabbricheranno case e le abiteranno,
pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto».

Parola di Dio



Salmo responsoriale



Sal 29





Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato
e non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.

Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera è ospite il pianto
e al mattino la gioia.

Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!
Hai mutato il mio lamento in danza,
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.






Gv 4,43-54
Va’, tuo figlio vive.








+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù partì [dalla Samarìa] per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa.
Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire.
Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino.
Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia.
Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.

Parola del Signore




Omelia (04-04-2011)
Movimento Apostolico - rito romano
Credette lui con tutta la sua famiglia

È importante che noi tutti conosciamo le dinamiche della fede. Esse sono molteplici, varie, differiscono da persona a persona. Ognuno giunge alla fede per un tracciato particolare, speciale. Ciò che vale per uno non vale per un altro e tuttavia c'è una verità che è uguale per tutti: la fede nasce dalla fede. Nasce per vera generazione spirituale, allo stesso modo che la vita nasce dalla vita, nasce per generazione secondo la carne.
Se la fede nasce dalla fede, la fede non potrà mai essere di un libro, di uno scritto, essa è sempre di una persona. All'origine della fede vi è il Padre celeste che parla ad un uomo particolare, singolare, storico, che vive qui ed ora. Se quest'uomo ascolta il Signore e fa tutto quello che gli viene chiesto, diviene persona di fede. Più ascolta e più grande è la sua fede. Meno ascolta e meno grande sarà la sua risposta.
Vivendo di fede in fede, l'uomo che ascolta il suo Signore, diviene a sua volta colui che parla nel nome del suo Signore, che agisce, opera, cammina, incontra, si relazione, ma sempre in nome del suo Signore. Quanto il Signore gli ordina di dire, lui lo dice. Quanto gli comanda di fare, lui lo compie. Il Padre ha mandato Cristo Gesù per predicare il Vangelo. Come segno della sua vera profezia, lo ha anche accreditato con miracoli, segno e prodigi. Ma questi devono accreditare la parola, non sostituirsi ad essa. Cosa chiede l'uomo a Gesù? Che compia solo prodigi e miracoli, perché di questi essi hanno bisogno. Gesù non può tollerare il travisamento della sua missione e lo dice con forza.
Trascorsi due giorni, parti di là per la Galilea. Gesù stesso in fatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch'essi infatti erano andati alla festa. Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l'acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire. Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi voi non credete». I/funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va', tuo figlio vive». Quell'uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri un'ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell'ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia. Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.
Dinanzi alla giustizia Gesù deve rimanere fermo e risoluto, oppure può lasciarsi vincere dalla carità? Davanti ad un padre che lo implora, può Lui restare impassibile, rifiutandogli il miracolo, oppure deve commuoversi e venire incontro al suo dolore? Ecco allora che ricompare la dinamica della fede. Questa può nascere direttamente dalla Parola, che diviene poi segno di credibilità più forte, oppure può nasce dal segno che conduce ad una sequela perfetta di Gesù. Quando non vi è un comando espresso del Padre, Gesù sempre si lascia vincere dalla carità, dalla compassione, dal grande amore. La sua divina ed umana pietà gli fa compiere il miracolo. Il miracolo se non fa nascere la fede nella pienezza della verità di Cristo Signore, la fa sempre nascere nella sua missione che è da Dio. È questo un vero inizio di fede. È incipiente. Ancora non è perfetto. E iniziale. Lo si deve portare a pienezza di realizzazione.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, traccia per questa umanità esausta veri cammini di fede. Angeli e Santi di Dio, conduceteci di fede in fede.