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sabato 30 aprile 2011

Giovanni Paolo 2


"Non abbiate paura. Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!"

Estratto dall'omelia pronunciata da Giovanni Paolo II domenica 22 ottobre 1978 per l'inizio del suo Pontificato.

(...) Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa! Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna. (...)

lunedì 25 aprile 2011

giovedì 7 aprile 2011

Pensiero biblico e pensiero di San Pio .

Eccoci di nuovo qua carissimi .
Vi auguro anche oggi, una notte serena e che il Signore vi benedica e vegli sul vostro riposo .


Il pensiero di

Padre Pio:



Aspetta che Dio ti parli, perché un giorno ti dirà parole di pace

e di consolazione, ed allora conoscerai che i tuoi patimenti saranno

stati impiegati assai bene.


Pensierino biblico
Un pensierino sapienziale tratto a caso dalla bibbia CEI
Se riconosciamo i nostri peccati, egli (Dio) che è fedele e giusto ci perdonerà i peccati e ci purificherà da ogni colpa. (1Gv 1, 9)

Liturgia di oggi 7/04/2011

Buongiorno amici ed internauti .
Che anche in questo giorno il Signore ci accompagni e ci dia la sua santa Benedizione .




Prima lettura



Es 32,7-14
Desisti dall’ardore della tua ira.





Dal libro dell’Èsodo

In quei giorni, il Signore disse a Mosè: «Va’, scendi, perché il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto, si è pervertito. Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicato! Si sono fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostràti dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: “Ecco il tuo Dio, Israele, colui che ti ha fatto uscire dalla terra d’Egitto”».
Il Signore disse inoltre a Mosè: «Ho osservato questo popolo: ecco, è un popolo dalla dura cervìce. Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li divori. Di te invece farò una grande nazione».
Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: «Perché, Signore, si accenderà la tua ira contro il tuo popolo, che hai fatto uscire dalla terra d’Egitto con grande forza e con mano potente? Perché dovranno dire gli Egiziani: “Con malizia li ha fatti uscire, per farli perire tra le montagne e farli sparire dalla terra”? Desisti dall’ardore della tua ira e abbandona il proposito di fare del male al tuo popolo. Ricòrdati di Abramo, di Isacco, di Israele, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: “Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo, e tutta questa terra, di cui ho parlato, la darò ai tuoi discendenti e la possederanno per sempre”».
Il Signore si pentì del male che aveva minacciato di fare al suo popolo.

Parola di Dio





Salmo responsoriale



Sal 105





Ricòrdati di noi, Signore, per amore del tuo popolo.

Si fabbricarono un vitello sull’Oreb,
si prostrarono a una statua di metallo;
scambiarono la loro gloria
con la figura di un toro che mangia erba.

Dimenticarono Dio che li aveva salvati,
che aveva operato in Egitto cose grandi,
meraviglie nella terra di Cam,
cose terribili presso il Mar Rosso.

Ed egli li avrebbe sterminati,
se Mosè, il suo eletto,
non si fosse posto sulla breccia davanti a lui
per impedire alla sua collera di distruggerli.





Vangelo



Gv 5,31-47
Vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza.








+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei:
«Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera.
Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce.
Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato.
E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato.
Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita eterna: sono proprio esse che danno testimonianza di me. Ma voi non volete venire a me per avere vita.
Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi accogliete; se un altro venisse nel proprio nome, lo accogliereste. E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio?
Non crediate che sarò io ad accusarvi davanti al Padre; vi è già chi vi accusa: Mosè, nel quale riponete la vostra speranza. Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me; perché egli ha scritto di me. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?».

Parola del Signore



Omelia (07-04-2011)
Monaci Benedettini Silvestrini
Se infatti credeste a Mosè, credereste anche a me

Scrittura è la "norma normans" della verità di Dio e di conseguenza della retta fede. Un solo errore di interpretazione, di comprensione, di lettura è tutta la verità di Dio salta. Possiamo attingere un esempio dalla polvere pirica. Dio è un complesso infinito di verità. Ogni verità la possiamo definire un granello di polvere pirica. Mettiamo diecimila granelli di questa polvere in una giara e incendiamone solo uno. Tutta la giara salta. Tutta la polvere va in botto.
Le verità della fede sono mirabilmente legate. Ognuna genera e dona vita all'altra. Se noi non le conosciamo, non conosciamo Dio non solo nella sua essenza, o natura, ma neanche nelle sue opere nella creazione, nella storia, con gli uomini. Questo oggi dice Gesù ai Giudei. Voi non conoscete Mosè, cioè voi non conoscete Dio secondo la verità della rivelazione. Non conoscendo Dio nella sua più pura essenza, quella che Lui vi ha rivelato, come fate a conoscere me che sono la manifestazione storica della sua verità eterna? Noi conoscete Me perché non conoscete Lui. Non credete in Me perché non credete in Mosè. Chi crede nel vero Dio di Mosè crede anche in Me.
Pensare di conoscere in un istante il mistero celeste in ogni sua dimensione, quando esso si rivela ai nostri occhi, è impossibile. Gesù però non ci chiede di conoscere tutto il suo mistero. Neanche gli Angeli del Cielo lo conoscono approfonditamente, nella sua interezza, tanto esso è profondo, eterno, divino. Se invece partiamo da una semplice verità di fede e cioè che Lui viene da Dio, così come ha fatto Nicodemo, a poco a poco da una verità si passa ad un'altra e il mistero comincia a delinearsi nei suoi tratti principali e noi iniziamo a gustarlo e a penetrare in esso. La via giusta è quella che ci indica Pietro, dopo il discorso sul Pane della vita. Sicuramente Pietro non ha compreso il mistero. Mai avrebbe potuto comprenderlo nella sua infinita verità. Ha compreso però una cosa: "Gesù ha parola di vita eterna". Ora non comprendo. Domani comprenderà. So però che la sua Parola è vera. Di Lui mi posso fidare. Con Lui posso iniziare un viaggio verso la fede piena e perfetta. Vergine Maria, Madre della Redenzione, ottienici una perfetta fede nella Scrittura, è la via per conoscere Gesù. Angeli e Santi di Dio, fateci crescere di fede in fede.

mercoledì 6 aprile 2011

Pensiero di Sant'Antonio da Padova

Carissimi, anche oggi e finita questa intensa giornata di Mercoledi e ci avviciniamo a grandi passi verso un nuovo fine settimana .
Come ogni sera, auguro a tutti voi una buon riposo ed una nottata serena .
Oggi vi lascio con un pensiero di Sant'Antonio da Padova , dandovi di nuovo l'augurio Francescano di Pace e Bene .

Non il giudizio degli uomini manifesta ciò che siamo : gli uomini si ingannano e si lasciano ingannare ... ognuno vale quanto vale davanti a Dio , e non di più . Non c'è al mondo bene più prezioso della libertà : ma non lo puoi conseguire , se non dominando i tuoi istinti .
Ogni uomo è re quando sa signoreggiare se stesso .
O Signore,Gesù Cristo,non abbandonare coloro che tu hai redento e i poveri che, fuori di te, non hanno nulla .
Sostienili, o Signore , con la richezza della tua grazia , perché sono poveri tuoi . Guidali e non li abbandonare , perché senza di te non si smarriscano , ma proteggili sempre , sino alla fine .

E per ultimo, ma non ultimi , ricordiamoci nelle nostre preghiere di quei poveri profughi che sono annegati ieri in mare .

Pensiero biblico e pensiero di San Pio

Il pensiero di

Padre Pio:



Siano grandi le prove, a cui il dolcissimo Signore ti assoggetta,

ma è più grande e più provvido colui che te le manda.



Pensierino biblico
Un pensierino sapienziale tratto a caso dalla bibbia CEI
Non accetterai doni, perché il dono acceca chi ha gli occhi aperti e perverte anche le parole dei giusti. (Es 23, 8)

Politica : Abrogare legge che vieta il riformarsi del partito fascista .

Una proposta di legge formalizzata lo scorso 29 marzo a Palazzo Madama, ma del cui testo non c’è ancora traccia nel sito internet istituzionale. Ma il contenuto della proposta è ritenuto evidentemente ‘scomodo’, tanto da aver già sollevato numerose polemiche, anche in Abruzzo.

Di Stefano, nello specifico, è cofirmatario dell’atto del Senato numero 2651 con il quale si chiede l’abrogazione della XII Disposizione transitoria e finale della Costituzione.

La Disposizione indica che: “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. In deroga all'articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dall'entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista”.

Secondo Di Stefano, vice coordinatore regionale del Pdl, e gli altri senatori firmatari della proposta – Cristiano De Eccher (Pdl), Egidio Digilio (Misto – Futuro e libertà per l’Italia), Francesco Bevilacqua (Pdl) e Achille Totaro (Pdl) - quella norma adesso è anacronistica e non ha più senso, e va chiudi abrogata.

Non la pensano così, ovviamente, la maggior parte dei rappresentanti politici locali, che hanno gridato allo scandalo e contestato l’iniziativa del senatore abruzzese.

ACERBO (PRC): «ADESSO SE LA PRENDE CON LA COSTITUZIONE»

Tra le posizioni maggiormente in contrapposizione con quella di Fabrizio Di Stefano, si registra quella del consigliere regionale del Prc Maurizio Acerbo, il cui giudizio sul senatore del Pdl è tanto duro quanto chiaro: «Con gente come Di Stefano non bisogna prendere neanche un caffè!»

Secondo Acerbo, tra l’altro, «la proposta di abrogazione della XII Disposizione transitoria e finale della Costituzione è un’iniziativa probabilmente volta a distrarre l’opinione pubblica dai misfatti di questo governo e di questa maggioranza e probabilmente anche un tentativo di richiamo identitario verso l’elettorato ex-missino, piuttosto stomacato dalle gesta del premier e della sua corte dei miracoli».

L’esponente di Rifondazione fa anche notare che il primo firmatario è il senatore De Eccher, «già noto alle cronache giudiziarie della strage di Piazza Fontana per l’appartenenza al gruppo neonazista Avanguardia nazionale e per gli stretti legami con Franco Freda».

«E’ significativo – aggiunge Maurizio Acerbo - che un senatore di provincia come Di Stefano, che a Roma non è in grado neanche di difenderci dai pedaggi sull’asse attrezzato, si faccia promotore di un’iniziativa di questo genere. E’ il segno che nel Pdl, partito che è liberale solo a chiacchiere, ormai sia senso comune considerare carta straccia la Costituzione repubblicana».

Acerbo entra anche nel merito delle dichiarazioni dell’esponente del Pdl: «Il fatto che il senatore Di Stefano si dichiari “né antifascista, né fascista” non è una dichiarazione di agnosticismo ma di istintiva distanza dai valori democratici della Resistenza e dell’antifascismo. La XII disposizione – fa notare il consigliere regionale - non è una norma anacronistica e il fascismo non è un “fenomeno storico circoscritto” visto che vi sono in tutta Europa gruppi e movimenti neonazisti all’opera dentro un contesto di crisi economica alimentando violenze xenofobe e razzismo».

PAOLUCCI (PD): «PROPOSTA RIDICOLA, PENSASSE ALLA CRISI E ALL’OCCUPAZIONE»

Anche il segretario regionale del Pd Silvio Paolucci, contesta l’iniziativa di Fabrizio Di Stefano: «Se non fosse che umilia la memoria degli abruzzesi e i valori fondativi della Repubblica – sottolinea - la proposta del senatore Di Stefano sarebbe semplicemente ridicola».

Paolucci fa notare che «gli abruzzesi sono alle prese con la più grave crisi economica e occupazionale del Dopoguerra e lui pensa alla ricostituzione del Partito fascista. Gli abruzzesi non si meritano questo trattamento».

ANPI: «DI STEFANO SI RASSEGNI, ANTIFASCISMO IN ITALIA NON E’ TRANSITORIO»

Infine, sulla proposta-shock di Fabrizio Di Stefano si registra la presa di distanza dell’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia di Pescara.

L’Anpi comunica al senatore Di Stefano che non è necessario che si carichi del gravoso compito di riscrivere la storia: «Di Stefano ha la memoria corta: il fascismo non fu soltanto un mero esercizio di potere assoluto, ma condusse l'Italia ad una guerra sciagurata ed alla catastrofe».

L’associazione pone poi l’accento sulla ‘responsabilità politica’ che Di Stefano ha in quanto senatore della Repubblica: «Non c’è norma transitoria che tenga – denuncia l’Anpi - per uno dei massimi responsabili della vita politica abruzzese, nelle cui mani passano decisioni importanti che pesano sulla vita di una intera regione. Per questo i cittadini abruzzesi devono ricordargli che ad essere per fortuna transitorio è lui e non il giudizio inappellabile della storia che ha condannato il fascismo come una delle piaghe peggiori nel ventesimo secolo».

«Si rassegni, il senatore Di Stefano – conclude l’associazione - l’Italia è e resterà un paese democratico e antifascista e Anpi Pescara troverà il modo di ricordarglielo in ogni occasione, a partire dal 25 aprile - nascita della nostra Democrazia della quale anche Di Stefano ampiamente gode - giorno ricordato per la Liberazione da quel fenomeno che lui stesso dichiara essere d’interesse psichiatrico qualora venisse riproposto».

FORZA NUOVA: «DI STEFANO SI OCCUPI DELLE REALI EMERGENZE»

«Fermo restando il mio personale avallo per tale iniziativa, è ridicolo che tali operazioni di basso profilo siano effettuate in concomitanza di momenti elettorali», commenta invece Marco Forconi di Forza Nuova. «Il senatore Di Stefano, inoltre, anzichè dispensare internamenti psichiatrici a vanvera ed occuparsi di questioni oramai largamente superate dalla storia e dall'evoluzione sociale, se veramente vuole recuperare una fetta di elettorato identitario e post-missino, si preoccupi di ciò che sta accadendo nella nostra Regione, al collasso dal punto di vista dell'immigrazione e dell'ordine pubblico. L'Italia», prosegue Forconi, «affonda sotto ogni punto di vista e, se davvero c'è bisogno di trattamenti speciali ospedalieri, il primo a doverlo subìre dovrebbe essere il nostro presidente del consiglio per le uscite durante i suoi viaggi pre-feriali a Lampedusa o per le sue terrificanti giustificazioni in merito al caso Ruby».

Daniela Di Cecco 04/04/2011 10.54



Ma io dico, avendo visto tutte le cose orribili che la nostra storia, ma non solo, anche le persone che quel periodo lo anno vissuto Ci anno raccontato .
Ora di punto in bianco vogliono di nuovo far rifiorire il fascimo ?
Ma siamo fuori di capa .
Spero vivamente che questa Legge di abrogare la norma che vieta il riformare il partito fascista non passi , e spero che tanta gente possa protestare e far sentire la loro voce affinche questa cosa non accada e non si inizii con un altro scempio , anche e sopratutto in memoria di tutte le vittime mietutte dal fascismo .

Liturgia di oggi 6/04/2011

Buon Mercoledi amici ed internauti .
Spero che abbiate trscorso una notte serena .
Che anche oggi il Signore ci aiuti a trascorrere una buonissima giornata , vi auguro pace e bene nella vostra giornata .
Un'abbraccione a tutti quanti voi .




Prima lettura



Is 49,8-15
Ti ho stabilito come alleanza del popolo, per far risorgere la terra.





Dal libro del profeta Isaìa

Così dice il Signore:
«Al tempo della benevolenza ti ho risposto,
nel giorno della salvezza ti ho aiutato.
Ti ho formato e ti ho stabilito
come alleanza del popolo,
per far risorgere la terra,
per farti rioccupare l’eredità devastata,
per dire ai prigionieri: “Uscite”,
e a quelli che sono nelle tenebre: “Venite fuori”.
Essi pascoleranno lungo tutte le strade,
e su ogni altura troveranno pascoli.
Non avranno né fame né sete
e non li colpirà né l’arsura né il sole,
perché colui che ha misericordia di loro li guiderà,
li condurrà alle sorgenti d’acqua.
Io trasformerò i miei monti in strade
e le mie vie saranno elevate.
Ecco, questi vengono da lontano,
ed ecco, quelli vengono da settentrione e da occidente
e altri dalla regione di Sinìm».
Giubilate, o cieli,
rallégrati, o terra,
gridate di gioia, o monti,
perché il Signore consola il suo popolo
e ha misericordia dei suoi poveri.
Sion ha detto: «Il Signore mi ha abbandonato,
il Signore mi ha dimenticato».
Si dimentica forse una donna del suo bambino,
così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere?
Anche se costoro si dimenticassero,
io invece non ti dimenticherò mai.

Parola di Dio



Salmo responsoriale



Sal 144





Misericordioso e pietoso è il Signore.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Fedele è il Signore in tutte le sue parole
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto.

Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.




Vangelo



Gv 5,17-30
Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole.








+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.
Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati.
Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato.
In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno.
Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna.
Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato.

Parola del Signore

martedì 5 aprile 2011

Pensiero bibilico e pensiero di San Pio

Buonasera Amici ed internauti .
Anche oggi siamo giunti al termine da una dura giornata di lavoro .
Questa sera voglio darvi la buonanotte con un pensiero di San Pio e uno preso dalla Bibbia .
Che il Signore vegli sul nostro riposo e ci faccia trascorrere una notte serena , per ricominciare con nuove energie la giornata di domani .
Imfine prima di salutarvi e darvi la buonanotte, lascio anche un 'indirizzo email , che mi ha mandato una amica di email casomai qualcuno di voi volesse adottare un gattino .
Un' abbraccio a tutti voi .

Il pensiero di

Padre Pio:



Gesù non lascerà senza larga ricompensa la squisita e sì fiorita carità.


Pensierino biblico
Un pensierino sapienziale tratto a caso dalla bibbia CEI
Principio della sapienza è temere il Signore... Pienezza della sapienza è temere il Signore... Corona della sapienza è il timore del Signore... Radice della sapienza è temere il Signore. (Sir 1, 12.14.16.18)



http://www.ilcercapadrone.it/gatti9.htm

Liturgia di oggi 5/04/2011

Prima lettura



Ez 47,1-9.12
Vidi l’acqua che usciva dal tempio, e a quanti giungerà quest’acqua porterà salvezza.





Dal libro del profeta Ezechièle

In quei giorni [l’angelo] mi condusse all’ingresso del tempio [del Signore] e vidi che sotto la soglia del tempio usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso oriente. Quell’acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte meridionale dell’altare. Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e mi fece girare all’esterno, fino alla porta esterna rivolta a oriente, e vidi che l’acqua scaturiva dal lato destro.
Quell’uomo avanzò verso oriente e con una cordicella in mano misurò mille cùbiti, poi mi fece attraversare quell’acqua: mi giungeva alla caviglia. Misurò altri mille cùbiti, poi mi fece attraversare quell’acqua: mi giungeva al ginocchio. Misurò altri mille cùbiti, poi mi fece attraversare l’acqua: mi giungeva ai fianchi. Ne misurò altri mille: era un torrente che non potevo attraversare, perché le acque erano cresciute; erano acque navigabili, un torrente che non si poteva passare a guado. Allora egli mi disse: «Hai visto, figlio dell’uomo?». Poi mi fece ritornare sulla sponda del torrente; voltandomi, vidi che sulla sponda del torrente vi era una grandissima quantità di alberi da una parte e dall’altra.
Mi disse: «Queste acque scorrono verso la regione orientale, scendono nell’Aràba ed entrano nel mare: sfociate nel mare, ne risanano le acque. Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il torrente, vivrà: il pesce vi sarà abbondantissimo, perché dove giungono quelle acque, risanano, e là dove giungerà il torrente tutto rivivrà. Lungo il torrente, su una riva e sull’altra, crescerà ogni sorta di alberi da frutto, le cui foglie non appassiranno: i loro frutti non cesseranno e ogni mese matureranno, perché le loro acque sgorgano dal santuario. I loro frutti serviranno come cibo e le foglie come medicina».

Parola di Dio



Salmo responsoriale



Sal 45





Dio è per noi rifugio e fortezza.

Dio è per noi rifugio e fortezza,
aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce.
Perciò non temiamo se trema la terra,
se vacillano i monti nel fondo del mare.

Un fiume e i suoi canali rallegrano la città di Dio,
la più santa delle dimore dell’Altissimo.
Dio è in mezzo ad essa: non potrà vacillare.
Dio la soccorre allo spuntare dell’alba.

Il Signore degli eserciti è con noi,
nostro baluardo è il Dio di Giacobbe.
Venite, vedete le opere del Signore,
egli ha fatto cose tremende sulla terra.




Gv 5,1-16
All’istante quell’uomo guarì.








+ Dal Vangelo secondo Giovanni

Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare.
Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo.
Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.

Parola del Signore




Omelia (05-04-2011)
Movimento Apostolico - rito romano
Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio

Nel Vangelo secondo Giovanni appare con evidente chiarezza che Cristo Gesù è il solo Signore della storia. È Lui che governa ogni attimo di essa. La governa suscitandola, orientandola, muovendola, prendendola per mano e conducendola verso la più grande rivelazione del suo mistero. Attraverso la storia deve rendersi manifesto tutto ciò che riguarda la sua Persona: origine, missione, relazione con il Padre, impossibilità degli uomini ad intraprendere una qualsiasi azione contro di Lui.
Nel quarto Vangelo Gesù è il Signore, il Dominatore, il Pantocratore. Niente sfugge al suo controllo. Ogni dialogo con i Giudei ha un solo scopo: rivelare se stesso pienamente, perfettamente, senza lasciare nell'ombra nessuna verità. Tutto di Lui viene posto in una luce densissima. Non vi sono lacune, imperfezioni, silenzi, omissioni involontarie. Persona e missione di Cristo Gesù sono offerte al cuore credente nella completezza e perfezione della loro verità eterna e terrena, celeste e umana.
Gesù non è uno sprovveduto che agisce e poi è costretto a difendere la verità di ogni sua azione. Lui agisce proprio per rivelare la verità di se stesso, per dire ai Giudei chi Lui è per rapporto agli uomini e al Padre suo che è nei cieli. Per ogni azione che Gesù compie, sa sempre quale sarà il suo sviluppo futuro. La compie in un modo così prudente da costringere i suoi avversari ad intervenire, ma solo per ascoltare la sua rivelazione e rendersi coscienti della sua verità. Gesù è il Signore prudentissimo che sa come agire con gli uomini. Lui li previene e li segue, conducendoli alla pienezza della sua verità umana e divina.
Anche a noi Gesù chiede la stessa sapienza, intelligenza, prudenza. Ci chiede di governare la nostra storia. Vuole che anche noi la poniamo in essere e la guidiamo verso la più alta conoscenza del mistero di Cristo Gesù che si compie in essa. Come attraverso la storia di Gesù si manifestava la verità del Padre che agiva in Lui, con Lui, per Lui, così anche attraverso la nostra storia si deve sempre manifestare Cristo che opera in noi, con noi, per noi. Senza questa manifestazione rendiamo la storia muta. Questo mai deve accadere. Tutta la nostra storia deve parlare di Cristo Gesù, deve raccontare la sua azione in noi, con noi, per noi. Deve dire la sua e la nostra verità.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, donaci il governo della nostra vita in modo che in essa sia compia il mistero di Gesù. Angeli e Santi di Dio, venite in nostro aiuto.

lunedì 4 aprile 2011

Annuncio urgente per 2 mici


NAPOLI. URGENTE! RAGAZZI CHIEDO URGENTEMENTE AIUTO PER QUESTI GATTINI!! VIVONO PER STRADA IN UN QUARTIERE DELLA PERIFERIA DI NAPOLI!! A LANCIARE L'SOS E' STATO MIO ZIO CHE QUANDO LI HA VISTI ERANO MALATISSIMI... GLI HA FATTO GLI ANTIBIOTICI MA GLI OCCHIETTI ERANO GIA' COMPROMESSI E, MALGRADO CI ABBIA MESSO IL MAX IMPEGNO, NON E' FACILE SEGUIRE UNA TERAPIA VISTO CHE SPESSO NON SI FANNO TROVARE O NON ESCONO!! ANCHE QUI STA PIOVENDO DA 10 GIORNI E LORO TENDONO A TROVARE RIFUGIO!! MIO ZIO AVEVA FATTO QUESTE FOTO QUALCHE GIORNO FA MA SOLO OGGI E' RIUSCITO A MANDARMELE E... PURTROPPO PROPRIO OGGI HA TROVATO QUELLO CHIARO, MORTO, INVESTITO!! HANNO CIRCA 3 MESI ANCHE SE SEMBRANO PIU' GRANDI DALLE FOTO!! IO NON LI HO VISTI MA MI SEMBRA DI AVER CAPITO CHE FORSE SOLO AD UN OCCHIETTO LA SITUAZIONE E' PIU' TRAGICA X QUELLO CHIARO (CHE NON C'E' PIU'...) E PER IL NERO... DOBBIAMO ASSOLUTAMENTE TROVARE ANCHE SOLO UNO STALLO PER LORO IN ATTESA DI ADOZIONE, PERCHE' RISCHIANO OGNI GIORNO!! INOLTRE MIO ZIO SI E' SCONTRATO CON UNA PERSONA CHE MINACCIA DI AVVELENARLI PERCHE' GLI DANNO FASTIDIO. SONO MOLTO TENERI E SI FANNO AVVICINARE TRANQUILLAMENTE!! DIAMO UNA POSSIBILITA' A QUELLI CHE SONO RIMASTI DI NON FARE LA STESSA FINE DEL FRATELLINO!! VI PREGO FATE GIRARE ED AIUTATEMI A SALVARLI!! CONTATTARE: SIMONA 347/9904863 (dopo le 18) simona.cuccioli@fastwebnet.it

Buona serata .

Buonasera amici ed internauti .
Anche questo lunedi e giunto al termine ed e ora delle nanne .
Vi auguro una buona serata ed un buon riposo e come sempre che Gesù ci sia sempre vicino .
Un'abbraccio a tutti voi .

Liturgia di oggi 4/04/2011

Is 65,17-21
Non si udranno più voci di pianto e grida di angoscia.





Dal libro del profeta Isaìa

Così dice il Signore:
«Ecco, io creo nuovi cieli e nuova terra;
non si ricorderà più il passato,
non verrà più in mente,
poiché si godrà e si gioirà sempre
di quello che sto per creare,
poiché creo Gerusalemme per la gioia,
e il suo popolo per il gaudio.
Io esulterò di Gerusalemme,
godrò del mio popolo.
Non si udranno più in essa
voci di pianto, grida di angoscia.
Non ci sarà più
un bimbo che viva solo pochi giorni,
né un vecchio che dei suoi giorni
non giunga alla pienezza,
poiché il più giovane morirà a cento anni
e chi non raggiunge i cento anni
sarà considerato maledetto.
Fabbricheranno case e le abiteranno,
pianteranno vigne e ne mangeranno il frutto».

Parola di Dio



Salmo responsoriale



Sal 29





Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.

Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato
e non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.

Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera è ospite il pianto
e al mattino la gioia.

Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!
Hai mutato il mio lamento in danza,
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.






Gv 4,43-54
Va’, tuo figlio vive.








+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù partì [dalla Samarìa] per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa.
Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire.
Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino.
Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia.
Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.

Parola del Signore




Omelia (04-04-2011)
Movimento Apostolico - rito romano
Credette lui con tutta la sua famiglia

È importante che noi tutti conosciamo le dinamiche della fede. Esse sono molteplici, varie, differiscono da persona a persona. Ognuno giunge alla fede per un tracciato particolare, speciale. Ciò che vale per uno non vale per un altro e tuttavia c'è una verità che è uguale per tutti: la fede nasce dalla fede. Nasce per vera generazione spirituale, allo stesso modo che la vita nasce dalla vita, nasce per generazione secondo la carne.
Se la fede nasce dalla fede, la fede non potrà mai essere di un libro, di uno scritto, essa è sempre di una persona. All'origine della fede vi è il Padre celeste che parla ad un uomo particolare, singolare, storico, che vive qui ed ora. Se quest'uomo ascolta il Signore e fa tutto quello che gli viene chiesto, diviene persona di fede. Più ascolta e più grande è la sua fede. Meno ascolta e meno grande sarà la sua risposta.
Vivendo di fede in fede, l'uomo che ascolta il suo Signore, diviene a sua volta colui che parla nel nome del suo Signore, che agisce, opera, cammina, incontra, si relazione, ma sempre in nome del suo Signore. Quanto il Signore gli ordina di dire, lui lo dice. Quanto gli comanda di fare, lui lo compie. Il Padre ha mandato Cristo Gesù per predicare il Vangelo. Come segno della sua vera profezia, lo ha anche accreditato con miracoli, segno e prodigi. Ma questi devono accreditare la parola, non sostituirsi ad essa. Cosa chiede l'uomo a Gesù? Che compia solo prodigi e miracoli, perché di questi essi hanno bisogno. Gesù non può tollerare il travisamento della sua missione e lo dice con forza.
Trascorsi due giorni, parti di là per la Galilea. Gesù stesso in fatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch'essi infatti erano andati alla festa. Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l'acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire. Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi voi non credete». I/funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va', tuo figlio vive». Quell'uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri un'ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell'ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia. Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.
Dinanzi alla giustizia Gesù deve rimanere fermo e risoluto, oppure può lasciarsi vincere dalla carità? Davanti ad un padre che lo implora, può Lui restare impassibile, rifiutandogli il miracolo, oppure deve commuoversi e venire incontro al suo dolore? Ecco allora che ricompare la dinamica della fede. Questa può nascere direttamente dalla Parola, che diviene poi segno di credibilità più forte, oppure può nasce dal segno che conduce ad una sequela perfetta di Gesù. Quando non vi è un comando espresso del Padre, Gesù sempre si lascia vincere dalla carità, dalla compassione, dal grande amore. La sua divina ed umana pietà gli fa compiere il miracolo. Il miracolo se non fa nascere la fede nella pienezza della verità di Cristo Signore, la fa sempre nascere nella sua missione che è da Dio. È questo un vero inizio di fede. È incipiente. Ancora non è perfetto. E iniziale. Lo si deve portare a pienezza di realizzazione.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, traccia per questa umanità esausta veri cammini di fede. Angeli e Santi di Dio, conduceteci di fede in fede.

domenica 3 aprile 2011

Saluti

Buona e santa serata a tutti voi amici ed internauti che passerete di qua .
Ed un buon inizio di settimana per domani, Che Dio sempre ci benedica e ci stia vicino .





Gli Auguri

Bruno Ferrero - Libro: Il Segreto dei Pesci Rossi



Il piccolo Carlo era un bambino timido e tranquillo. Un giorno arrivò a casa e disse a sua madre che avrebbe voluto preparare una cartolina di San Valentino per tutti i suoi compagni di classe.

La madre istintivamente esclamò: "Ma no! Non è il caso!".

Ogni giorno osservava i bambini quando tornavano a casa a piedi da scuola. Il suo Carlo arrancava sempre per ultimo. Gli altri ridevano e formavano un'allegra e rumorosa combriccola. Ma Carlo non faceva mai parte del gruppo. La madre decise di aiutare il figlio e acquistò cartoncini e pennarelli. Per tre settimane, sera dopo sera, Carlo illustrò meticolosamente trentacinque cartoline di San Valentino.

Giunse il giorno di San Valentino e Carlo era fuori di sé per l'emozione. Le accatastò con cura, le mise nello zainetto e corse fuori. La madre decise di cucinargli il suo dolce preferito e farglielo trovare con una tazza di cioccolata calda per quando sarebbe tornato a casa da scuola. Sapeva che sarebbe rimasto deluso e forse in questo modo gli avrebbe alleviato il dolore. Avrebbe dato una cartolina a tutti, ma lui non ne avrebbe ricevuta nemmeno una.

Quel pomeriggio preparò la torta e la cioccolata. Quando udì il solito vociare dei bambini, guardò fuori della finestra. Stavano arrivando, ridendo e chiacchierando come al solito. E come sempre l'ultimo era Carlo. Da solo.

Entrò in casa quasi di corsa e buttò lo zainetto su una sedia. Non aveva niente in mano e la madre si aspettava che scoppiasse in lacrime. "La mamma ti ha preparato la torta e la cioccolata", disse, con un nodo in gola.

Ma lui quasi non sentì le sue parole. Passò oltre, il volto acceso, dicendo forte: "Neanche uno. Neanche uno!".

La madre lo guardò incerta.

E il bambino aggiunse: "Non ne ho dimenticato neanche uno, neanche uno".

"Questa è la volontà del Padre che mi ha mandato: che io non perda nessuno di quelli che mi ha dato" (Giovanni 6,39).

Neanche uno.

Annuncio per un gattino .

http://www.ilcercapadrone.it/presentazione.htm

ROMA. URGENTE! Quando lo abbiamo prelevato dalla strada era più morto che vivo. Era completamente disidratato, scheletrico, pieno di piaghe sulle zampine, pulci ovunque, con difficoltà a deambulare e sofferente. Gestito dalla stessa signora anziana che seguiva Nina, ma ormai stremato, in costante diarrea. Il suo stato di salute era talmente precario e grave che abbiamo pensato di ricoverarlo a Muratella per non poter sostenere le spese medico sanitarie che avrebbe dovuto effettuare. Pallino, così si chiama, è un dolcissimo gatto bianco, di forse 10/12 anni, maschio, probabilmente abituato al calore domestico e che è comparso nella zona di Via Aurelia, a Roma, un anno fa. Dalle analisi sembra non avere praticamente nulla, negativo Fiv e Felv, emocromo buono. La sua costante diarrea e magrezza ha fatto pensare ad una intolleranza alimentare e quindi alla somministrazione di cibo che potesse ripristinarlo. Dopo 30 giorni di ricovero, Pallino, sta un pochino meglio, ma non può essere rimmesso su strada e soffre terribilmente il gabbione!! E’ prostrato e sfiancato dalla reclusione. Ha un musino triste triste, avrebbe semplicemente bisogno di una casa, qualche carezza e una pappa buona. Se proprio non si trovasse nessuno andrebbe bene anche uno stallo in attesa di una adozione, un luogo dove abbia modo di ripristinare la sua salute e il suo spirito provato dalla solitudine e dal dolore. Pallino è il primo gatto che ricovero in un gattile proprio perché impossibilitata a gestirlo personalmente dal punto di vista economico. Si accontenterebbe veramente di poco, le volontarie che lo seguono provano per lui una gran pena proprio per il suo essersi quasi arreso ad una vita da recluso. Vi prego ancora una volta di aiutarmi nella diffusione di questo appello per una creatura che ha bisogno di essere sfiorato da quell’amore che non credo abbia mai ricevuto. Adottabile a Roma e centro nord Italia con firma modulo adozione e disponibilità a sopralluoghi pre e post adozione. Per info e adozione: 393/1118032 dopo le 18.

Liturgia di oggi 3/04/2011

1Sam 16,1.4.6-7.10-13
Davide è consacrato con l’unzione re d’Israele.





Dal primo libro di Samuele

In quei giorni, il Signore disse a Samuele: «Riempi d’olio il tuo corno e parti. Ti mando da Iesse il Betlemmita, perché mi sono scelto tra i suoi figli un re». Samuele fece quello che il Signore gli aveva comandato.
Quando fu entrato, egli vide Eliàb e disse: «Certo, davanti al Signore sta il suo consacrato!». Il Signore replicò a Samuele: «Non guardare al suo aspetto né alla sua alta statura. Io l’ho scartato, perché non conta quel che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore».
Iesse fece passare davanti a Samuele i suoi sette figli e Samuele ripeté a Iesse: «Il Signore non ha scelto nessuno di questi». Samuele chiese a Iesse: «Sono qui tutti i giovani?». Rispose Iesse: «Rimane ancora il più piccolo, che ora sta a pascolare il gregge». Samuele disse a Iesse: «Manda a prenderlo, perché non ci metteremo a tavola prima che egli sia venuto qui». Lo mandò a chiamare e lo fece venire. Era fulvo, con begli occhi e bello di aspetto.
Disse il Signore: «Àlzati e ungilo: è lui!». Samuele prese il corno dell’olio e lo unse in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore irruppe su Davide da quel giorno in poi.

Parola di Dio





Salmo responsoriale



Sal 22





Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia.

Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni.



Ef 5,8-14
Risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà.





Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesìni

Fratelli, un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità.
Cercate di capire ciò che è gradito al Signore. Non partecipate alle opere delle tenebre, che non danno frutto, ma piuttosto condannatele apertamente. Di quanto viene fatto in segreto da [coloro che disobbediscono a Dio] è vergognoso perfino parlare, mentre tutte le cose apertamente condannate sono rivelate dalla luce: tutto quello che si manifesta è luce. Per questo è detto:
«Svégliati, tu che dormi,
risorgi dai morti
e Cristo ti illuminerà».

Parola di Dio


Forma breve: Gv 9, 1.6-9.13-17.34-38
Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita; sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!».
Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.
Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.

Parola del Signore .




Omelia (03-04-2011)
don Alberto Brignoli
E se invece Dio...

È facile, è comodo, ed è pure bello entrare in relazione con un Dio "a nostra immagine e somiglianza". Ovviamente, non mi riferisco a un Dio che possa apparire come una nostra creazione o come una supposizione della nostra mente, ma a un Dio alla cui devozione e riverenza siamo stati educati fin da piccoli. Il Dio dei nostri genitori, della "nostra" catechesi e delle "nostre" esperienze giovanili in parrocchia, per intenderci. Un Dio che è presente laddove lo cerchiamo, in una Chiesa a noi familiare o in un gruppo di amici con cui condividiamo la fede; un Dio che sentiamo vicino perché porge orecchio alle nostre suppliche e preghiere; un Dio che ci immaginiamo raffigurato secondo lo stile "manieristico" di una certa iconografia; un Dio la cui essenza ci risulta ben delineata attraverso le formule del Catechismo imparate a memoria, e via dicendo.
E se invece Dio fosse diverso da come noi ce lo siamo sempre immaginato e da come sempre lo abbiamo pregato?
E se Dio si rivelasse alle vicende umane (e quindi anche alla nostra personale vicenda) in maniera poco convenzionale?
E se Dio per salvarci ci dicesse che lui può benissimo fare a meno di strutture, di norme, di leggi, di schemi, di convenzioni, di formule imparate a memoria?
E se Dio scegliesse di lasciarsi trovare da chi agli occhi dei benpensanti della fede non conta nulla, e si nascondesse allo sguardo scrupoloso, attento e a volte fin troppo devoto di teologi, filosofi e ricercatori?
E se Dio preferisse non sentirsi dire dall'uomo: "Io ti conosco", ma piuttosto: "Io credo in te"?
E se un Dio così, alla fine, fosse molto simile al Dio di Gesù Cristo?
Forse credere non sarebbe più così comodo, facile o bello come pensiamo e sentiamo, ma di certo sarebbe molto più "vero".
Perché vera fede non è quella dei manuali o dei trattati di teodicea: vera fede è quella del Calvario, del Getsemani, di un "Sì, io credo" detto a Dio nell'accettazione spesso anche sofferta della sua rivelazione e della sua volontà.
La Parola di questa domenica è una meravigliosa catechesi sul Credo, e agli albori della storia della Chiesa veniva annunciata ai catecumeni che si preparavano a ricevere il Battesimo nel giro di una ventina di giorni, la notte di Pasqua. Un Credo che è espressione di un cammino di ricerca, iniziato ai bordi di un pozzo di Samaria e culminato a Betania, intorno alla tomba lasciata vuota dal corpo di un amico strappato ai lacci della morte.
Nel bel mezzo ci sta la piscina di Siloe, dove Gesù ci "imbratta" gli occhi con fango e saliva per lavare via la pessima immagine di Dio che l'umanità si è costruita nei secoli.
Già, perché se pensiamo che il Dio d'Israele per il suo popolo scelga un re tra coloro che erano - come Eliàb - alti più di ogni altro uomo "dalla spalla in su", ci sbagliamo di grosso: Dio sceglie il suo Re, il suo Consacrato, tra i piccoli pastori delle disperse greggi dei campi di Betlemme. E ai loro successori annuncerà, qualche secolo dopo, la nascita dell'ultimo e definitivo Re, il Figlio suo Unigenito.
E via di questo passo: Dio non si rivela all'umanità come il castigatore che fa nascere cieco un uomo per via della colpa originale che è in lui o per punire le colpe dei suoi padri, ma si manifesta come il Dio della misericordia, che ha compassione delle nostre miserie, le prende su di sé e le risana.
Dio non si rivela all'uomo nella rigidità dottrinale di una legge che impedisce, in giorno di sabato, di salvare una vita perché c'è un riposo da osservare, ma nella repellente impurità di un po' di fango e saliva gettati sugli occhi di un cieco che non poteva lodare Dio per la Creazione, perché nemmeno sapeva come fosse.
Dio non ascolta le chiacchiere dei capi dei Giudei, dei farisei, e degli illuminati di turno che condizionano la veridicità dei suoi gesti alla conformità alle regole, ma rivolge il suo orecchio alle suppliche del povero, che in maniera confusa grida a lui e che poi, riconoscente, sa proclamare in lui la propria fede.
Dio non ascolta chi, sottoponendolo a uno scrupoloso e inappellabile giudizio, pecca contro di lui, ma rivolge il suo sguardo e chi lo onora e fa la sua volontà, pur senza avere una laurea in teologia morale, in filosofia o in diritto canonico.
Il Dio di Gesù Cristo non ha mai espulso nessuno dalla sinagoga per averlo riconosciuto presente nei gesti e nelle parole di speranza e di salvezza di un rabbino non ufficiale; però sì ha scacciato dal tempio chi lo ha identificato con i torbidi guadagni provenienti dal commercio della fede, spesso giustificati come "volontà di Dio".
Se il Dio di Gesù Cristo si fosse lasciato "inscatolare" dalla legge del sabato che giungeva fino al punto di dichiararlo peccatore per aver salvato una vita, oggi più nessuno potrebbe gioire della splendida luce di una fede viva, pura, senza macchia.

sabato 2 aprile 2011

Buona serata

Carissimi amici ed internauti , concludo questo giorno augurando a tutti voi una splendida serata ed una buona e santa Domenica nel Signore .

Il pensiero di Padre Pio , ed un pensiero biblico

Il pensiero di

Padre Pio:

Finché dunque sei esule, non ti lamentare di non potere

abbracciare definitivamente il sommo bene.




Pensierino biblico
Un pensierino sapienziale tratto a caso dalla bibbia CEI
Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore. (Mt 5, 28)

Liturgia di oggi 2/04/2011

Os 6,1-6
Voglio l’amore e non il sacrificio.





Dal libro del profeta Osèa

«Venite, ritorniamo al Signore:
egli ci ha straziato ed egli ci guarirà.
Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà.
Dopo due giorni ci ridarà la vita
e il terzo ci farà rialzare,
e noi vivremo alla sua presenza.
Affrettiamoci a conoscere il Signore,
la sua venuta è sicura come l’aurora.
Verrà a noi come la pioggia d’autunno,
come la pioggia di primavera che feconda la terra».
Che dovrò fare per te, Èfraim,
che dovrò fare per te, Giuda?
Il vostro amore è come una nube del mattino,
come la rugiada che all’alba svanisce.
Per questo li ho abbattuti per mezzo dei profeti,
li ho uccisi con le parole della mia bocca
e il mio giudizio sorge come la luce:
poiché voglio l’amore e non il sacrificio,
la conoscenza di Dio più degli olocàusti.

Parola di Dio


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Salmo responsoriale



Sal 50





Voglio l’amore e non il sacrificio.

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore;
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa,
dal mio peccato rendimi puro.

Tu non gradisci il sacrificio;
se offro olocàusti, tu non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;
un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi.

Nella tua bontà fa’ grazia a Sion,
ricostruisci le mura di Gerusalemme.
Allora gradirai i sacrifici legittimi,
l’olocàusto e l’intera oblazione.



Vangelo



Lc 18,9-14
Il pubblicano tornò a casa giustificato, a differenza del fariseo.








+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”.
Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

Parola del Signore



Commento al Vangelo .


Omelia (02-04-2011)
Eremo San Biagio


Dalla Parola del giorno
Affrettiamoci a conoscere il Signore, la sua venuta è sicura come l'aurora. Verrà a noi come la pioggia d'autunno, come la pioggia di primavera che feconda la terra.

Come vivere questa Parola?
Un gioiello questo invito dalla pagina sacra! Un gioiello incastonato nell'incantevole quadro
della primavera che, anche quando inonda la terra di pioggia, è preziosa nel suo essere e nei suoi doni.
Affrettiamoci - dice il profeta Osea. È un invito pressante di chi sa che la posta in gioco è qualcosa di molto importante, di assolutamente necessario al cammino di chi ha fede. Si tratta di conoscere il Signore. E la conoscenza di lui è qualcosa di estremamente dinamico e non finisce mai. Non può finire. Perché, essendo il Signore l'infinito nel mistero di tre persone talmente amanti da essere un solo mistero di amore infinito, come tu puoi pretendere di esplorarlo fino in fondo? Non c'è fondo per Dio. Ma proprio per questo non c'è pericolo di imbattersi in ciò che è risaputo, ribadito, invecchiato, obsoleto. Quel che ci tiene giovani in cuore sempre, è proprio questo essere sempre alla scoperta della novità di Dio. Se ti concedi alla Sacra Scrittura, all'Eucaristia, a una sana relazionalità non solo con le persone ma con tutto il creato, non solo cresci nella conoscenza di questa realtà ma - se lo fai con cuore puro - cresci nell'intima conoscenza del Signore. Non solo un amico, un'amica, ma quell'extracomunitario, quella persona un po' noiosa, quel barbone e il cane e il gatto e la formica e il filo d'erba: tutto proprio tutto ti farà incontrare Dio.

Signore Gesù, conoscere in senso biblico vuol dire unirsi. Ti prego, attraverso tutti e tutto, dammi di essere in comunione con te.

La voce di una santa
Signore, tu sei la Vita che voglio vivere, la Luce che voglio riflettere, il Cammino che conduce al Padre, l'Amore che voglio amare, la Gioia che voglio condividere e seminare attorno a me. Gesù, Tu sei tutto per me. Ricordamelo: senza di Te non posso nulla.
Madre Teresa di Calcutta

venerdì 1 aprile 2011

Buona sera e buon fine settimana .

Buonasera carissimi amici ed internauti tutti .
Finalmente e venerdi e tra un pò per tantissimi di voi ci sara un po di riposo, io invece come al solito dovro attendere fino a l'ora di pranzo di domani, ma va bene .
Stasera prima di andarmene a nannina , vorrei esporvi una testimonianza di un grande personaggio degli anni 80 , di cui anche io ero un grande fan .
Spero possa far riflettere e aiutare molti giovani che oggi si impasticcano e ubriacano fregandosene della loro stessa vita e di quella degli altri .

Hulk Hogan, da vagabondo a super eroe .
Mentre spalanca le porte della su strepitosa villa a super Action Hulk Hogan, il re del Wresting, il piu grande lottatore di tutti i tempi , fa una sconvolgende rivelazione, fino a qualche anno fa trascorrevo in giro tutta la notte , ogni sera era per me motivo di festa , mangiavo, ma sopratutto bevevo troppo. E per gonfiare i muscoli ingurgitavo un infinità di farmaci vietati , insomma vivevo come un pazzo che corre verso l'autodistruzione .Poi il dramma mio fratello muore ucciso dalla droga . E la svolta : con lui seppellisco anche il mio vero nome Terry Bollea e divento Hulk Hogan , il super eroe del ring che combatte per il bene . Adesso conduco una vita irreprensibile , bevo soltanto succhi di frutta e mangio verdura e mi sono scolpito bene in testa le 4 regole su cui deve essere basata la mia esistenza : allenarsi duramente, Pregare , assumere tante vitamine e credere in se stessi . Il mitico Hulk hogan, vive in una suntuosa villa in Florida ed e felicemente sposato.
Mentre saluto il nostro inviato gli dice : l'alcool e le droghe ti distruggono. Dillo ai tuoi lettori . io mi sono salvato trasformandomi in Hulk Hogan e oggi sono la persona piu felice del mondo .
Quindi riflettete ragazzi perche la vostra vita vale, non fatevela distruggere dai mostri che si chiamano alcool e droga .

Liturgia di oggi 1/04/2011

Prima lettura



Os 14,2-10
Non chiameremo più dio nostro l’opera della nostre mani.





Dal libro del profeta Osèa

Così dice il Signore:
«Torna, Israele, al Signore, tuo Dio,
poiché hai inciampato nella tua iniquità.
Preparate le parole da dire
e tornate al Signore;
ditegli: “Togli ogni iniquità,
accetta ciò che è bene:
non offerta di tori immolati,
ma la lode delle nostre labbra.
Assur non ci salverà,
non cavalcheremo più su cavalli,
né chiameremo più “dio nostro”
l’opera delle nostre mani,
perché presso di te l’orfano trova misericordia”.
Io li guarirò dalla loro infedeltà,
li amerò profondamente,
poiché la mia ira si è allontanata da loro.
Sarò come rugiada per Israele;
fiorirà come un giglio
e metterà radici come un albero del Libano,
si spanderanno i suoi germogli
e avrà la bellezza dell’olivo
e la fragranza del Libano.
Ritorneranno a sedersi alla mia ombra,
faranno rivivere il grano,
fioriranno come le vigne,
saranno famosi come il vino del Libano.
Che ho ancora in comune con gli ìdoli, o Èfraim?
Io l’esaudisco e veglio su di lui;
io sono come un cipresso sempre verde,
il tuo frutto è opera mia.
Chi è saggio comprenda queste cose,
chi ha intelligenza le comprenda;
poiché rette sono le vie del Signore,
i giusti camminano in esse,
mentre i malvagi v’inciampano».

Parola di Dio


Salmo responsoriale



Sal 80





Io sono il Signore, tuo Dio: ascolta la mia voce.

Un linguaggio mai inteso io sento:
«Ho liberato dal peso la sua spalla,
le sue mani hanno deposto la cesta.
Hai gridato a me nell’angoscia
e io ti ho liberato.

Nascosto nei tuoni ti ho dato risposta,
ti ho messo alla prova alle acque di Merìba.
Ascolta, popolo mio:
contro di te voglio testimoniare.
Israele, se tu mi ascoltassi!

Non ci sia in mezzo a te un dio estraneo
e non prostrarti a un dio straniero.
Sono io il Signore, tuo Dio,
che ti ha fatto salire dal paese d’Egitto.

Se il mio popolo mi ascoltasse!
Se Israele camminasse per le mie vie!
Lo nutrirei con fiore di frumento,
lo sazierei con miele dalla roccia».


Vangelo



Mc 12,28-34
Il Signore nostro Dio è l’unico Signore: lo amerai.








+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Parola del Signore




Omelia (01-04-2011)
Movimento Apostolico - rito romano
Non sei lontano dal regno di Dio

Vi è una tentazione perenne che sempre serpeggia nel cuore dell'uomo e che spinge a separare l'amore di Dio da quello dell'uomo e l'amore dell'uomo da quello di Dio, oppure a identificare l'amore di Dio con quello dell'uomo e l'amore dell'uomo con quello di Dio. Dio e l'uomo sono persone distinte. Distinto dovrà essere l'amore per l'uno e per l‘altro. Dio e l'uomo non sono persone uguali. Disuguale dovrà essere l'amore. L'amore per il Signore dovrà essere infinitamente diverso dall'amore per l'uomo. Dio è Creatore. L'uomo è creatura. A Dio si deve un amore di obbedienza. All'uomo un amore di servizio. Dio è la Legge di ogni amore. L'uomo è l'osservante di ogni Legge di amore.
Dio si ama con tutto il cuore. Il cuore dell'uomo deve essere indiviso. In esso non può abitare nessun altro Dio. L'idolatria è la negazione dell'amore vero, come la superstizione, la magia, lo spiritismo, la consultazione dei morti e degli indovini, come ogni altra realtà vera o presunta, reale o immaginaria dalla quale facciamo dipendere la nostra vita. Nel nostro cuor Dio vuole abitare da solo. Nessun'altra cosa vi deve stare.
Si ama con tutta l'anima. L'anima è di Dio. A Lui appartiene per intero. Non può essere data a nessuna creatura. Si ama Dio con tutta l'anima, se essa rimane sempre nella più grande santità. È nella santità se è nella più perfetta obbedienza alla Legge, ai Comandamenti, ai Precetti dati per la nostra elevazione spirituale.
Si ama con tutta la mente. La mente è il pensiero, che deve essere solo quello di Dio in noi. Un solo pensiero non di Dio ci esclude dal vero amore. Se il pensiero deve essere di Dio, a Dio lo si deve chiedere con preghiera insistente, quotidiana, perenne.
Si ama con tutta la forza. Per comprendere questa quarta qualità dell'amore, è sufficiente leggere questa frase del profeta Geremia: "Maledetto chi compie fiaccamente l'opera del Signore" (Ger 48,10). Ozio, pigrizia, accidia, incostanza, non perseveranza, vivacchiare, giocare, dilettantismo, occasionalità, momentaneità, pendolarismo, sono cose che non impegnano le tutte le nostre forze. Con queste cose non amiamo il Signore come si conviene.
Il prossimo va amato con un amore di servizio. Il servizio è duplice della giustizia e della carità. Con la giustizia gli diamo tutto ciò che è suo. Ciò che gli spetta mai potrà essergli tolto. È giusto che sia sempre in suo possesso. Con la carità gli diamo ciò che è nostro. Glielo diamo perché ne ha bisogno. Gli serve per vivere da uomo. Tutto ciò che eleva la sua umanità gli deve essere donato. Se ci fermiamo solo all'essenzialità, alla vita misera, di stenti, di certo non lo amiamo secondo il comandamento del Signore. Come vogliamo la nostra elevazione, così dobbiamo desiderare l'altrui.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, insegnaci il duplice amore: di giustizia e di carità. Angeli e Santi del Cielo, fate che il nostro amore sia sempre puro e santo.