La Grande Fiera del Giocattolo
(Giuseppe Veronese )
In una città con tantissimi bambini era finalmente arrivato l'avvenimento dell'anno: la grande fiera del giocattolo.
Natale
era infatti alle porte e ogni anno, in questo periodo, la città
organizzava la fiera. Era una fiera molto conosciuta: i venditori
venivano da tutte le parti del mondo per far conoscere la loro merce. Là
vi erano tutti i regali possibili che i genitori potevano fare ai loro
bambini per renderli felici.
Per
l'occasione, un ricco direttore di banca decise di prendere il
pomeriggio della vigilia di Natale libero: voleva anche lui visitare la
fiera quest'anno! Mentre si avviava, pensava tra sé: "Questo Natale
voglio regalare al mio bambino una cosa molto bella ed interessante. Me
lo posso permettere... Ho lavorato sodo tutto l'anno e sono disposto a
spendere molto... anzi... tantissimo!".
Quello
stesso pomeriggio anche un giardiniere si recava alla fiera e
camminando pensava: "È stato un anno un po' duro con il mio piccolo
stipendio, però sono riuscito ugualmente a risparmiare un pochino...
spero di poter comprare qualcosa di carino alla mia bambina".
Intanto,
le loro mogli erano rimaste a casa con i bambini e preparavano il
pranzo di Natale. Il bambino del direttore era nella sua cameretta.
Nonostante la stanza fosse molto bella e vi fosse un armadio colmo di
pupazzi e giocattoli, egli era un po' triste. Pensava infatti al suo
papà. Lo vedeva così poco. La sera tornava dal lavoro proprio quando lui
doveva andare a letto. Oppure era occupato, perché si portava anche del
lavoro a casa. Cercava di consolarsi pensando che domani sarebbe stato
Natale e che avrebbe ricevuto altri bei regali. Ma la cosa che più lo
rasserenò era che finalmente il papà domani poteva essere a casa con lui
tutto il giorno.
La
bambina del giardiniere invece aiutava serenamente la mamma a preparare
il pranzo di Natale. Non aveva molti giocattoli, ma, grazie alla
vivacità e alla fantasia dei suoi genitori, non si sentiva mai sola.
"Domani è Natale, chissà che bei giochi faremo tutti insieme!", pensava
felice.
Giunto
alla fiera, il banchiere cominciò subito a guardare con occhio critico
ogni giocattolo esposto. C'era tutto ciò che un bambino potesse
desiderare: dai trenini elettrici alle biciclette, dai pupazzi di
peluche ai libri, ecc. Voleva comperare qualcosa di veramente grande per
suo figlio, ma soprattutto qualcosa che lo tenesse occupato e al tempo
stesso lo divertisse. Era sempre così impegnato e concentrato nel suo
lavoro che non gli dedicava molto tempo per giocare insieme.
Il
giardiniere, arrivato anche lui alla fiera, si guardava in giro con
calma. Era solo un po' preoccupato perché sperava di trovare qualcosa
che potesse piacere alla sua bambina e che non fosse troppo caro. Anche
se sapeva che non avrebbe potuto comprare molto, non si lasciò sfuggire
niente. Voleva raccontare e descrivere alla sua bambina ogni cosa vista.
Verso sera il direttore ed il giardiniere si incontrarono per caso
davanti ad una stanza dove all'ingresso c'era un grande cartellone con
la scritta: "Qui puoi trovare il regalo più bello per tuo figlio".
Videro entrare molta gente incuriosita, ma quasi tutti uscivano delusi e
scontenti. Incuriositi, a loro volta decisero di entrare. Era una
grande stanza con le pareti bianchissime, molto illuminata, era quasi
vuota e non c'erano giocattoli. In
fondo alla stanza c'era soltanto un grande specchio antico appeso al
muro e davanti ad esso, seduto ad una scrivania, un vecchio signore con
una lunga barba bianca. Egli scriveva ed ogni tanto guardava la gente
che entrava e usciva.
Il
direttore, perplesso e deluso, stava per uscire subito, ma quando vide
il giardiniere avvicinarsi al vecchio chiedendogli gentilmente chi
fosse, si avvicinò lentamente anche lui. Sentì il vecchio rispondere:
"Sono molto anziano, per tutta la vita ho costruito giocattoli per i
bambini del mondo. Ma quest'anno ho portato qualcosa di particolare e
prezioso... questo bellissimo specchio antico alle mie spalle". Il
direttore ed il giardiniere si guardarono in faccia stupiti, poi
riguardarono lo specchio. Disorientato e quasi irritato il direttore si
girò per andarsene, ma ancora una volta si fermò, perché vide il
giardiniere stringere la mano al vecchio e con il volto felice
esclamare: "Ho capito! Ora so cosa regalare alla mia bambina. Non sono
più preoccupato... arrivederci e grazie mille". Il
giardiniere uscì poi felice dalla stanza. Il banchiere, rimasto solo,
guardò di nuovo lo specchio e pensò che cosa potesse fare un bambino con
uno specchio così antico e fragile. Non osando chiederlo al vecchio,
che incuteva molto rispetto, uscì in fretta per cercare di raggiungere
il giardiniere. Non appena lo trovò gli chiese subito che cosa mai
avesse capito.
"Mi
dispiace, non posso dirtelo!", rispose il giardiniere. "Devi arrivarci
da solo. Vedrai che un giorno capirai il perché questo possa essere il
regalo più bello per tuo figlio!".
Il
giorno di Natale, la figlia del giardiniere aprì il regalo e tutta
felice ammirò con gioia le bellissime penne colorate ed i grandi fogli
bianchi da disegno che suo padre le aveva comperato alla grande fiera
del giocattolo. Si alzò e lo abbracciò: "Grazie papà, così potremo
disegnare insieme tutte le belle cose che hai visto alla fiera".
"Non
solo, bambina mia", disse il padre. "Potremo disegnare altre cose molto
più belle, per esempio la neve... Guarda fuori dalla finestra... sta
ancora nevicando! Sai, questa notte, dopo molti anni, ha nevicato
tantissimo. E siccome tu non hai ancora visto la neve, più tardi andremo
con la mamma a fare una passeggiata tutti insieme e così potrai
toccarla e giocare. Potremo lanciarci palle e fare un pupazzo... Vedrai
che bello!". Anche il figlio del banchiere era contento quel mattino.
Stava aprendo un grandissimo pacco ricevuto in regalo. Con sorpresa non
finiva più di tirare fuori dal pacco tanti piccoli vagoni di un treno;
c'erano anche le rotaie e molte casette che figuravano da stazioni e
case di campagna, verde per i prati, per i monti, alberi e siepi, e
persino un fiumicello con i suoi
ponti.
Era
molto felice: sicuramente il papà lo avrebbe aiutato a costruirlo...
oggi finalmente era tutto il giorno a casa con lui e la mamma. Ma,
mentre si avvicinava per abbracciarlo e ringraziarlo, suonò il telefono.
Il padre si alzò dalla poltrona e andò a rispondere. Il suo viso si
fece serio. Riattaccò e guardando un po' triste la moglie ed il figlio
riferì: "Anche oggi il lavoro mi chiama! Mi dispiace molto, ma domani
devo essere a New York per una conferenza importante. Devo partire
subito!".
La
moglie non disse nulla. Era abituata. Il bambino invece ci restò male.
Il suo viso si fece triste e gli spuntarono due lacrime. Il papà lo notò
e cercò di consolarlo: "Non piangere! Lo sai che ti voglio molto bene.
Poi, per il trenino, non occorre proprio che ci sia anch'io! Potrai
costruirlo con la mamma...".
Il
bambino si girò e stava per scappare piangendo nella sua stanza, ma
inciampò in un pacchetto tutto bianco avvolto con un nastro rosso. Si
chinò e seduto sul tappeto cominciò ad aprire il pacco. Era triste e
cercò di consolarsi con questo nuovo regalo. I genitori si guardarono
perplessi. Quindi il padre chiese: "Non credevo ci fossero altri
regali... Sei stata tu?".
"No!",
rispose la mamma. "Sono rimasta tutto il giorno a casa a preparare il
pranzo. Non so chi possa averlo messo sotto l'albero di Natale!".
Il
padre si avvicinò preoccupato al bambino e al regalo. Voleva sapere da
dove provenisse e soprattutto assicurarsi che non contenesse qualcosa di
pericoloso.
Il
bambino intanto aveva aperto delicatamente il pacco e con sorpresa tirò
fuori una palla rossa con tanti puntini bianchi, come tanti fiocchi di
neve. Il padre guardò il figlio ed il regalo e poi prese la scatola per
vedere se c'era qualche bigliettino con il nome di chi lo aveva
regalato. Con stupore lo trovò: "Babbo Natale". Chiuse gli occhi
pensieroso e subito si ricordò del vecchio con la lunga barba bianca che
incuteva tanto rispetto. Poi si ricordò anche dello specchio e delle
parole che erano scritte all'ingresso della stanza: "Qui puoi trovare il
regalo più bello per tuo figlio". E finalmente capì anche lui e si
commosse. Nello specchio aveva visto la sua immagine e si rese conto che
lui stesso era il regalo più bello per suo figlio! Questo il
giardiniere l'aveva capito subito!
Abbracciò
il bambino e piangendo di felicità esclamò: "Oggi non parto. Rimaniamo
insieme... Oggi sei tu più importante del mio lavoro. Dai che usciamo in
giardino... giocheremo con la palla nuova e la mamma farà il tifo per
noi".
Mentre
tutta la famiglia usciva felice per giocare insieme, cominciò a
nevicare anche là dove abitava il bambino che, da quel giorno, non si
sentì più solo e triste.