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domenica 19 febbraio 2012

Liturgia di oggi

Buongiorno e buona Domenica nel Signore amici ed internauti tutti .


VII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)
Le Letture di oggi sono tratte dal Nuovo Lezionario,
se desideri i testi precedenti clicca qui.



Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Verde




Attraverso la guarigione del paralitico di Cafarnao, preceduta dal perdono dei peccati, Gesù afferma che il peccato è il
più grande male degli uomini, la radice e l’origine di tutti i mali. Egli annuncia apertamente che Dio solo può liberare l’uomo dal suo male radicale: egli si manifesta come Dio, come colui nel quale tutte le promesse divine hanno ricevuto un “sì” assoluto e definitivo.
Il peccato è il male radicale perché rappresenta la rivolta della creatura contro Dio, contro colui a immagine e rassomiglianza del quale siamo stati creati e nel quale noi agiamo ed esistiamo. Lontano dal volto di Dio, l’uomo perde il suo centro, precipita nell’abisso e soffre per la lacerazione del suo essere. E la caduta dell’uomo è così grande, che Dio solo, volgendosi con misericordia verso di noi e riconciliandoci con sé, può guarire il male radicale e i vecchi dolori. La salvezza dell’uomo dipende quindi da un atto positivo di Dio. E questo atto è Gesù Cristo, il Figlio unico del Padre fatto uomo per noi, nel quale abbiamo ottenuto la riconciliazione e abbiamo visto scaturire un corpo sano dalle nostre membra malate.

Antifona d'ingresso
Confido, Signore, nella tua misericordia.
Gioisca il mio cuore nella tua salvezza,
canti al Signore che mi ha beneficato. (Sal 13,6)

Colletta
Il tuo aiuto, Padre misericordioso,
ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito,
perché possiamo conoscere
ciò che è conforme alla tua volontà
e attuarlo nelle parole e nelle opere.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...

Oppure:
Dio della libertà e della pace,
che nel perdono dei peccati
ci doni il segno della creazione nuova,
fa’ che tutta la nostra vita riconciliata nel tuo amore
diventi lode e annunzio della tua misericordia.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...



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Prima lettura



Is 43,18-19.21-22.24-25
Per amore di me stesso non ricordo più i tuoi peccati.





Dal libro del profeta Isaìa

Così dice il Signore:
«Non ricordate più le cose passate,
non pensate più alle cose antiche!
Ecco, io faccio una cosa nuova:
proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?
Aprirò anche nel deserto una strada,
immetterò fiumi nella steppa.
Il popolo che io ho plasmato per me
celebrerà le mie lodi.
Invece tu non mi hai invocato, o Giacobbe;
anzi ti sei stancato di me, o Israele.
Tu mi hai dato molestia con i peccati,
mi hai stancato con le tue iniquità.
Io, io cancello i tuoi misfatti per amore di me stesso,
e non ricordo più i tuoi peccati».

Parola di Dio



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Salmo responsoriale



Sal 40





Rinnovaci, Signore, con il tuo perdono.

Beato l’uomo che ha cura del debole:
nel giorno della sventura il Signore lo libera.
Il Signore veglierà su di lui,
lo farà vivere beato sulla terra,
non lo abbandonerà in preda ai nemici.

Il Signore lo sosterrà sul letto del dolore;
tu lo assisti quando giace ammalato.
Io ho detto: «Pietà di me, Signore,
guariscimi: contro di te ho peccato».

Per la mia integrità tu mi sostieni
e mi fai stare alla tua presenza per sempre.
Sia benedetto il Signore, Dio d’Israele,
da sempre e per sempre. Amen, amen.



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Seconda lettura



2Cor 1,18-22
Gesù non fu «sì» e «no», ma in lui vi fu il «sì».





Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi

Fratelli, Dio è testimone che la nostra parola verso di voi non è «sì» e «no». Il Figlio di Dio, Gesù Cristo, che abbiamo annunciato tra voi, io, Silvano e Timòteo, non fu «sì» e «no», ma in lui vi fu il «sì».
Infatti tutte le promesse di Dio in lui sono «sì». Per questo attraverso di lui sale a Dio il nostro «Amen» per la sua gloria.
È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo e ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori.

Parola di Dio



Canto al Vangelo (Lc 4,18)
Alleluia, alleluia.
Il Signore mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione.
Alleluia.



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Vangelo



Mc 2,1-12
Il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra.








+ Dal Vangelo secondo Marco

Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.
Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».
Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua».
Quello si alzò e subito prese la sua barella e sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

Parola del Signore





Preghiera dei fedeli
Il Padre si prende cura di noi, non solo del nostro corpo, ma anche dello spirito, e ci offre il perdono delle nostre colpe. Preghiamo ricordando con umiltà di essere anche noi peccatori bisognosi della sua misericordia.
Preghiamo insieme e diciamo: Signore, abbi pietà di noi

1. Per la Chiesa, perché porti a tutti gli uomini il messaggio del perdono e della conversione, in spirito di umiltà e di servizio, preghiamo.
2. Per i governanti dei popoli, perché non si chiudano nella ricerca del benessere materiale delle proprie nazioni, ma lavorino per il rispetto della dignità e dei valori spirituali della persona, preghiamo.
3. Per le nostre famiglie, perché vivano nel loro interno il messaggio di misericordia del Vangelo, in uno stile di perdono reciproco, preghiamo.
4. Per noi, che partecipiamo all'Eucaristia, perché sappiamo vivere con fede il sacramento della riconciliazione e ci lasciamo trasformare dal suo perdono, preghiamo.

O Padre, tu che in Gesù offri a tutti la tua grazia, concedi a noi tutti la remissione dei peccati, per poter essere capaci di perdonare anche noi le colpe di coloro che ci hanno ferito nell'amore. Per Cristo nostro Signore.





Preghiera sulle offerte
Accogli, Signore, quest’offerta
espressione della nostra fede;
fa’ che dia gloria al tuo nome
e giovi alla salvezza del mondo.
Per Cristo nostro Signore.

Antifona di comunione
Annunzierò tutte le tue meraviglie. In te gioisco ed esulto, canto inni al tuo nome, o Altissimo. (Sal 9,2-3)

Oppure:
Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente, venuto in questo mondo. (Gv 11,27)

Oppure:
Tutti lodavano Dio per le meraviglie operate da Gesù.
(cf. Mc 2,12)

Preghiera dopo la comunione
Il pane che ci hai donato, o Dio,
in questo sacramento di salvezza,
sia per tutti noi pegno sicuro di vita eterna.
Per Cristo nostro Signore.



Omelia (19-02-2012)
don Marco Pozza
Il sabato sera Cristo invita a trasgredire

Sulla riva del lago ad Andrea quell'Uomo di Nazareth - apprendista falegname esperto di pescatori - deve aver detto più o meno questo: "Andrea, non stare a raschiare questo lago con le tue reti per tutta la vita, vuoi buttarti nell'avventura del Regno di Dio? Guarda che non sarà una vita facile, ma io ti sosterrò. Ti interessa?" Uomini non più uomini quei pescatori, i primi sacerdoti dell'umanità, uomini i cui occhi troveranno come credito la visione di cose prodigiose: "non abbiamo mai visto nulla di simile" (Mc 2,1-12). D'altronde a scoperchiare le case fino all'altro giorno era il vento tempestoso di Galilea, o qualche tormenta improvvisa ch'era infida nemica nelle loro notti di pesca. Stavolta a scoperchiare il tetto ci pensano loro: gli amici di un paralitico. E Lui a godersi questo simpatico siparietto. A dir la verità Gesù di Nazareth preferisce i miracoli "a due", quelli che non lasciano traccia: prendere un infelice per mano e portarselo via lungo un sentiero dove non ci sia nessuno, tra nascondigli capestri, alberi e nuvole. E poi rimetterlo in piedi, ammonirlo nel segreto di tacere (monito puntualmente disatteso per troppa gioia, ndr) e tornarsene in un luogo segreto a pregare. Specializzato in questi, non disedegna però i miracoli polemici, le "cose mai viste" con le quali è necessario ribattere agli impostori e ai sofisti. E allora su in piedi, paralitico, prendi il lettuccio e vattene. E voi, gente, guardate! E' più facile perdonare i peccati o mandar via questo paralitico con il letto in spalla? Bisogna crederci proprio per trascinare un malato inchiodato in barella su un tetto e da lì poi calarlo di peso dopo aver praticato un'apertura: più che forza di muscoli è la disarmante potenza di quel granello di senape cui è paragonata la fede. D'altronde se ci sposti le montagne, scoperchiare un tetto è un semplice allenamento per chi crede: infatti, "figliolo, i tuoi peccati ti sono stati perdonati". Quel fardello penzolante è la cosa più concreta che ci sia: carne sfortunata e due occhi pieni di storia. Che c'è di più concreto oggi di un uomo che soffre?
Al paralitico i peccati sono stati rimessi, eppure la gente sta rattristata: dov'è la gioia? Il Maestro si guarda attorno, le facce deluse, gli occhi abbassati. E in quelle facce, ben leggibile, la mortificazione perché loro hanno scoperchiato il tetto sperando, stasera, di correre tutti e cinque lungo i viottoli dell'orto. Dei peccati nemmeno sapevano l'esistenza, la pesantezza, l'importanza. Correre con gambe guarite, sfamarci se abbiamo fame, bere se abbiamo sete. Vedere, sentire, toccare, vivere a lungo. Per questo noi cerchiamo quell'Uomo, e se c'è bisogno addirittura scoperchiamo i tetti. Ma se ci ridà l'innocenza e la pace del cuore gridiamo: "Tutto qui?". "Andrea, guarda che non sarà una vita facile": ci scambieranno per funamboli e maghetti, per guaritori ambulanti e venditori di pelli nuove. Tutt'al più crederanno se ci guadagneranno qualcosa. Sarà difficile spiegare loro che il miracolo dei miracoli è la pace del cuore. "Non importa, Andrea. Io ti sosterrò. T'interessa?" Tacciono tutti perché la domanda è pesante: "Che cosa è più facile?". Nessuno ha il coraggio di rispondere. Forse ancora padroni di quella maligna contentezza: perché rimettere i peccati (è scritto nella loro sapienza di dottori) spetta solamente a Dio. Oggi ha bestemmiato: è stato colto in fallo. "Che cosa è più facile?": rispondete! Tacciono, e oggi sarebbe lo stesso: oggi saremmo ancora tutti là, portatori di una banalità senza tempo, increduli e sbigottiti che quel silenzio, ancora una volta, sia Lui a romperlo: "Alzati e cammina".Così dice il Signore:

«Non ricordate più le cose passate,
non pensate più alle cose antiche!
Ecco, io faccio una cosa nuova:
proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?
Aprirò anche nel deserto una strada,
immetterò fiumi nella steppa.
Il popolo che io ho plasmato per me
celebrerà le mie lodi.
Invece tu non mi hai invocato, o Giacobbe;
anzi ti sei stancato di me, o Israele.
Tu mi hai dato molestia con i peccati,
mi hai stancato con le tue iniquità.
Io, io cancello i tuoi misfatti per amore di me stesso,
e non ricordo più i tuoi peccati». (Isaia 43)

I miracoli del sabato, quelli che si vorrebbero impedire a Dio perché "è sabato": l'idropico, la donna curva, l'uomo dalla mano secca, il paralitico di Cafarnao. Un giorno loro li racconteranno agli amici. Non uno, ma due miracoli: quello della pietà del Padre e quell'altro, non meno stupefacente, della crudeltà dei fratelli. Che alla gioia di Cristo risposero: "è sabato, maledizione!". Cioè: "lascialo soffrire ancora un altro giorno". Invece il paralitico stasera correrà.
Perché per l'Uomo dei Vangeli credere in Dio non è una formalità domenicale.

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