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mercoledì 22 febbraio 2012

6 parte del libro : conosci il tuo avversario ?

realtà.
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VI questione
I malefici
CFR: UN ESORCISTA RACCONTA - G. AMORTH - EDB
CFR: IL CROCIATO DELL’ IMMACOLATA ANNO I N. I
CFR: COSA FARE CON QUESTIO DIAVOLI? - RAUL SALVUCCI - ANCORA
CFR: ANGELI E DIAVOLI - M. ARAMILLO - EDIZIONI SAN MICHELE
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Non tutto ciò che le persone chiamano maleficio lo è realmente. Molte
persone dicono di soffrire per un maleficio perché sono povere, malate
o hanno delle grosse difficoltà. Questo è dovuto principalmente al
fatto che quando parlano dei loro problemi con gli altri, spesso si
sentono dire o fanno loro stessi questa affermazione: “si tratta di un
maleficio” oppure “questa persona è disturbata” o altre espressioni del
genere. Perciò è necessario essere molto prudenti quando qualcuno
viene a chiederci di pregare per una persona che dice di soffrire per un
maleficio. Questo non vuol dire, però, che malgrado qualche esagerazione,
non esistano veri malefici: ce ne sono e con una certa frequenza.
IN CHE COSA CONSISTE FARE UN MALEFICIO?: E’ fare del male ad
una persona tramite l’ azione del demonio. Il modo più comune per
fare un maleficio consiste nell’ usare degli oggetti per mezzo dei quali
si esprime la volontà di fare del male ad una persona; si invoca la
potenza di satana sull’oggetto perché gli imprima la sua forza malefica.
Questo può essere fatto direttamente o indirettamente.
Un modo diretto consiste nel far bere o mangiare alla “vittima” un
alimento o una bevanda cui si sia mescolato qualcosa che è il mezzo
che dovrebbe produrre il maleficio. Gli ingredienti che vengono usati
con maggiore frequenza sono: particelle di ossa di morti, pietre di
altare, sangue mestruale, parti di alcuni animali, certe erbe, etc..
L’efficacia malefica non dipende tanto dal materiale che viene impiegato
quanto dalla volontà di fare del male a quella certa persona con
l’intervento del demonio, e tale volontà si manifesta attraverso le
formule occulte che si usano quando si fabbricano questi intrugli. C’è
un altro modo per fare un maleficio che possiamo chiamare indiretto e
che consiste nel pronunciare una invocazione malefica su oggetti che
appartengono alla persona che si vuole danneggiare: specialmente su
fotografie o una qualche raffigurazione della persona come, ad esempio,
una bambolina. Uno dei riti più comuni consiste nel configgere
spilli sulla testa del ritratto o del pupazzo, oppure l’ intenzione che la
persona soffra, poi, più o meno intensamente in quelle parti. Tutto
questo viene fatto con un rito satanico. Ed in effetti, a volte alcune
persone vittime di un maleficio dicono che si sentono trafiggere in una
parte o in un’ altra del loro corpo. Per questo, molte volte si ottiene la
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liberazione quando, durante la preghiera la persona riesce a vomitare
del filo di cotone o lacci oppure chiodi etc..
Quando le persone che soffrono per malefici ricevono la preghiera di
liberazione, spesso sbavano in minore o maggiore quantità. I tempi per
ottenere la liberazione da queste situazioni è diversa caso per caso:
dipende dalla gravità del maleficio, da quanto tempo è stato fatto e
dalle disposizioni interiori della “vittima”. Occorre tenere ben presente
che, fino a quando la persona non si sarà pentita dei suoi peccati,
non avrà perdonato a chi le avesse fatto del male, non sia disposta a
rinunciare a tutto quello che è l’occultismo, e a disfarsi completamente
di ogni oggetto che le sia stato dato da stregoni, maghi, o fattucchieri,
come amuleti o cose del genere, è completamente inutile pregare
per la liberazione. Chi non tenesse in considerazione questi punti,
commetterebbe gravi errori e incorrerebbe in grossi fallimenti in questo
ministero tanto necessario.
I diversi modi con i quali il maleficio opera per analogia su questi
diversi materiali, possono ridursi a quattro: l’inchiodamento, la putrefazione,
la distruzione con il fuoco e la legatura.
L’inchiodamento consiste nel trapassare con qualcosa di acuminato
(spilli preferibilmente) un oggetto che rappresenti in qualche modo la
vittima con l’ intento di recargli sofferenze.
La putrefazione vorrebbe provocare un “disfacimento” lento ma
inesorabile della persona: attraverso una malattia inspiegabile, che è
strettamente legata alla putredine indotta nell’ oggetto nel quale si è
trasferita la personalità della vittima (sotterrando il materiale maleficiato).
Meno usata è la distruzione con il fuoco che si pratica bruciando
l’ oggetto maleficiato.
L’annodamento chiamato spesso legatura si ottiene legando capelli,
nastri, fili di stoffa, fazzoletti, etc..
Rappresenta un impedimento che si vuole provocare nella persona
maleficiata. Il maleficio della legatura si manifesta a volte con sintomi
che hanno qualcosa di misterioso; non è raro trovare nei guanciali
delle persone maledette o nei materassi, delle piume annodate o intrecciate
in maniera sorprendente. Anche gli stessi capelli della vittima
possono trovarsi annodati in modo analogo.

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