Supplica la Madonna e maledice Equitalia
Imprenditore si spara davanti al Santuario
Pompei, un'altra vittima della crisi: era entrato prima in chiesa a pregare.
Lascia 3 lettere, una contro gli esattori
Pompei
- La
«strage» non si ferma: un altro imprenditore si toglie la vita
sparandosi un colpo alla testa a causa dei debiti. È accaduto anche
oggi,
giovedì, a Pompei (Napoli): Arcangelo Arpino, 63 anni, si è ucciso
sparandosi alla testa nel parcheggio del Santuario di Pompei. Originario
di Vico
Equense, in costiera sorrentina, era il titolare di un'impresa edile e
di un'agenzia immobiliare. Era sposato e padre di tre figli, due maschi e
una
femmina.
LETTERA
ALLA MADONNA - Ha
lasciato tre lettere, chiuse in una cartellina: una di scuse ai
familiari, un'altra dove parla dei problemi economici legati alla sua
attività e
un'altra di accuse contro Equitalia. Una delle lettere era rivolta proprio alla
Madonna di Pompei: l'uomo si «scusa» con la Vergine per il gesto
compiuto e prega affinchè aiuti i suoi familiari. In un'altra lettera, invece, ci sono le accuse ad Equitalia per le diverse cartelle
esattoriali inviate e anche ad un commercialista napoletano.
L'ULTIMA
PREGHIERA - Arpino
è stato visto nel Santuario, frequentato ogni giorno da migliaia di
fedeli da ogni parte del mondo. A dire di alcuni parcheggiatori l'uomo
sarebbe
entrato per pregare un'ultima volta, prima di uccidersi. «Aveva con sé
una cartellina con dei documenti», riferisce uno degli addetti
alla sosta ancora sotto choc. Arpino si è sparato con una pistola
calibro 7.65, legalmente detenuta: è morto poco dopo nell'ospedale di
Castellammare di Stabia.
IMPRESA
E AGENZIA - A quanto
si apprende, le attività economiche di Arpino scontavano diversi
problemi dovuti alla crisi. Da due anni, secondo la ricostruzione dei
carabinieri,
aveva chiuso un'impresa di costruzione, pare a causa di lavori che non
gli erano stati pagati. Attualmente gestiva un'agenzia immobiliare e
anche
matrimoniale: in entrambi i casi il mercato s'era dimostrato poco
benevolo.
IL VESCOVO - Sgomento anche
monsignor Carlo Liberati, vescovo di Pompei, che apprende la notizia dal Corriere. «Noi possiamo incoraggiare le persone, spingerli a non mollare ma
la disperazione economica ha bisogno di ricette della politica, ma non
so se questo governo può farcela».
MACCHIA
DI SANGUE - Giunto
sul posto, il sindaco di Pompei, Claudio D'Alessio, ha subito notato la
grossa macchia di sangue che arrossa il praticello del parcheggio. Col
sindaco
presenti anche diversi sacerdoti che, udito lo sparo, sono
immediatamente accorsi sul luogo.
IMPICCATO
A SALERNO - Appena
due giorni fa, a Salerno, un custode, senza lavoro da due anni e sotto
sfratto ha deciso di impiccarsi. Il corpo senza vita è stato scoperto
dalla
figlia. Sabato scorso invece, a Napoli, un artigiano di Pozzuoli di 72
anni si è sparato un colpo alla tempia dopo aver ricevuto alcune
cartelle
esattoriali pari a circa 30mila euro.
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