Beata Vergine della Medaglia
Miracolosa
27 novembre – Festa mariana
Tra tutte le memorie sacre di
questa giornata, è particolarmente utile ricordare il dono fatto dalla Madonna all’umile Santa Caterina Labouré, il 27 novembre
del 1830. Proprio in quella vigilia di Avvento, le apparve la Vergine,
vestita di un
abito di seta bianca, che teneva il mondo tra le mani, stringendolo
all’altezza del Cuore. L’immagine era racchiusa in una cornice ovale,
come se si delineasse il bozzetto di una Medaglia, contornata da una
scritta in lettere d’oro:
“O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te”,
invocazione allora inusuale.
Poi
la cornice ruotò
su se stessa e apparve la lettera M sormontata da una croce e, sotto,
due Cuori: uno circondato dalla corona di spine, l’altro trafitto da una
spada. La Vergine chiese alla giovane novizia di far coniare una Medaglia secondo la
visione avuta e di diffonderla in tutto il mondo.
La ragazza avrebbe voluto
poter trasmettere almeno la spiegazione dei due simboli, ma le fu detto soltanto: «La lettera M e i due Cuori dicono abbastanza!». Parigi era allora devastata da un’epidemia di colera. Dopo qualche
resistenza, la Medaglia fu realizzata da un orafo di Parigi e furono tante le
guarigioni e le Grazie di conversione che in pochissimi anni fu necessario coniarne milioni di copie.
Il quotidiano La France, nel 1835, già sosteneva che quel piccolo oggetto sacro era diventato «uno dei più grandi segni della Fede, degli ultimi tempi». E quando, nel 1854, Pio IX
definirà il dogma dell’Immacolata Concezione, riconoscendo che «era una verità
tenacemente custodita nel cuore dei fedeli», potrà fondarsi anche sul fatto che c’erano già almeno dieci milioni di
cristiani che ne portavano sul cuore la Medaglia
Miracolosa.
A Parigi, al numero civico
140 di Rue Du Bac, c’è un Santuario, nel quale si trova la Cappella
della Medaglia Miracolosa: non è molto distante dal Louvre ed è
comodamente raggiungibile mediante la metropolitana che ha una delle sue
fermate proprio a Rue Du Bac.
La Cappella
della Medaglia Miracolosa attira ogni anno un milione di
pellegrini, persone di ogni razza e colore, che vengono qui, nel cuore
di Parigi, a cercare una risposta ai loro problemi esistenziali, a
chiedere
Grazie alla Madre che tutto sa e comprende e con cui ci si può sfogare
come soltanto con una madre è possibile fare, nel più
assoluto silenzio, in un clima di grande fervore e raccoglimento.
È
il mistero di Rue du
Bac, un mistero che nasce 182 anni fa, dalle apparizioni della Santa
Vergine a una giovane novizia delle Figlie della Carità di SAn Vincenzo
de’ Paoli, Caterina Labourè, a cui la Madonna affidò la
realizzazione di una Medaglia chiamata “Miracolosa” che, da quasi due secoli ormai, ha
conquistato con le sue innumerevoli Grazie e prodigi il mondo intero.
La stessa Caterina
Labourè, così racconta la storia delle apparizioni: «Venuta
la festa di San Vincenzo (19
luglio 1830) la buona Madre Marta (direttrice delle novizie) ci fece
alla vigilia un'istruzione sulla devozione dovuta ai Santi e
specialmente sulla
devozione alla Madonna. Questo mi accese un gran desiderio di vedere la Santissima
Vergine, che andai a letto col pensiero di vedere in
quella stessa notte la mia buona Madre Celeste: era tanto tempo che
desideravo
vederla. Essendoci stato distribuito un pezzettino di tela di una cotta
di San Vincenzo, ne tagliai una metà e l'inghiottii. Cosi mi
addormentai col pensiero che San Vincenzo mi avrebbe ottenuto la Grazia di vedere
la Madonna.
Alle
undici e mezzo mi sento chiamare per nome: “Suor Labouré! Suor
Labouré”. Svegliatami, guardo
dalla parte donde veniva la voce, che era dal lato del passaggio del
letto, tiro la cortina e vedo un Fanciullo vestito di bianco, dai
quattro ai
cinque anni, il quale mi dice: “Vieni in cappella; la Madonna ti
aspetta”.
Il
Fanciullo mi condusse nel presbiterio, dove io mi posi in ginocchio,
mentre il Fanciullino rimase tutto il tempo in piedi.
Parendomi il tempo troppo lungo, ogni tanto guardavo per timore che le
suore vegliatrici passassero dalla tribuna. Finalmente giunse il
sospirato
momento. Il Fanciullino mi avverti, dicendomi: “Ecco la Madonna,
eccola!”. Sentii un rumore come il fruscio di vesti di seta venire dalla
parte della tribuna, presso il quadro di San Giuseppe, e vidi
la Santissima Vergine che venne a posarsi sui gradini dell'altare dal
lato del Vangelo.
Dire ciò che provai in quel momento e ciò che succedeva in me, mi sarebbe impossibile… Io, guardando
la Santissima Vergine,
spiccai allora un salto verso di Lei, ed
inginocchiandomi sui gradini dell'altare, appoggiai le mani sulle
ginocchia di Maria... Fu quello il momento più dolce della mia vita…
“Figlia mia -mi disse la Madonna- Dio vuole
affidarti una missione. Avrai molto da soffrire, ma soffrirai volentieri, pensando che si tratta della gloria di Dio. Avrai la Grazia; dì tutto quanto in te succede, con semplicità e confidenza. Vedrai certe cose, sarai
ispirata nelle tue orazioni, rendine conto a chi é incaricato dell'anima tua...”.
Quanto tempo restassi con la Madonna,
non saprei dire: tutto
quello che so è che, dopo di avermi lungamente parlato, se ne andò
scomparendo come ombra che svanisce, dirigendosi verso la tribuna,
per quella parte da cui era venuta. Tornata a letto, sentii suonare le
due e non ripresi più il sonno».
Il
27 Novembre dello stesso
anno, alle 17,30, Caterina ha una nuova visione durante la meditazione
in cappella: vede come due quadri animati che le passano davanti in
dissolvenza
incrociata. Nel primo, la Santa Vergine
è in piedi su una semisfera (il
globo terrestre) e tiene tra le mani un piccolo globo dorato. I piedi di
Maria schiacciano un serpente. Nel secondo, dalle sue mani aperte
escono
raggi di uno splendore abbagliante. Nello stesso tempo Caterina ode una
voce, che dice: “Questi raggi
sono il simbolo delle Grazie che Maria ottiene per gli uomini”.
Poi un ovale si forma attorno
all’apparizione e Caterina vede scriversi in un semicerchio questa invocazione, prima sconosciuta, in lettere d’oro: “O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a Te”.
Subito dopo l’ovale
della Medaglia si gira e Caterina ne vede il rovescio: in alto una Croce sormonta la M di
Maria, in basso due Cuori, l’uno incoronato di spine, l’altro trapassato da una spada. Caterina ode allora queste parole: “Fai coniare una Medaglia, secondo questo
modello. Coloro che la porteranno con Fede riceveranno grandi Grazie”.
Caterina riferisce al suo
confessore, il Padre Aladel, la richiesta fatta dalla Madonna circa la Medaglia, ma
il Sacerdote reagisce negativamente ed intima alla novizia di non pensare più a queste cose.
Qualche
mese più
tardi, pronunciati i voti, Suor Caterina Labourè viene inviata al
ricovero di Enghien per curare gli anziani. La giovane suora si mette al
lavoro, ma una voce interiore l’assilla continuamente: “Si deve far coniare la Medaglia”. Suor Caterina ne riparla al suo confessore.
Intanto
nel febbraio del 1832
scoppia a Parigi una terribile epidemia di colera, che provocherà più di
20.000 morti. In giugno le Figlie della Carità
cominciano a distribuire le prime 2.000 Medaglie, fatte coniare da Padre
Aladel. Le guarigioni si moltiplicano, come le protezioni prodigiose e
le
conversioni spirituali. Il popolo di Parigi comincia a chiamare la Medaglia “Miracolosa”.
Nell’autunno 1834
c’erano già più di 500.000 Medaglie. Un anno dopo ne circolavano più di un milione. Nel 1839 la Medaglia veniva diffusa in più di dieci milioni di esemplari, e alla morte di Suor Caterina, nel
1876, si contavano più di un miliardo di Medaglie!
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