TUTTO QUELLO CHE NON VI HANNO DETTO SUL
VESCOVO ARGENTINO BARGALLÒ FOTOGRAFATO AL MARE
CON LA ''SUA'' DONNA E CHE POI HA DATO LE DIMISSIONI
Come celebrava
la Messa? Maglietta e pantaloncini, cesti del pane e di frutta, palloncini,
orchestrina con le chitarre... È proprio il caso di dire: dimmi come celebri e ti dirò chi sei
di Mauro Faverzani
È proprio vero, una volta di
più si ha conferma di come "lex orandi lex credendi": i modi e le forme del pregare determinano
cioè i contenuti del credere. La riprova la si è avuta col "caso"
di mons. Fernando Maria
Bargalló, il Vescovo della Diocesi di Merlo-Moreno e Presidente della
Caritas per l'America Latina, di cui ha parlato la stampa
internazionale,
perché sorpreso da una televisione argentina assieme ad una donna su di
una spiaggia caraibica in atteggiamenti decisamente imbarazzanti ed
inopportuni.
Prima un improbabile e goffo
tentativo di autodifesa, poi le scuse, quindi la "confessione" davanti ai Sacerdoti della sua
Diocesi, infine la notizia delle sue dimissioni nelle mani del Nunzio Apostolico, mons. Emil Paul Tscherring.
Si
credeva, così, di sapere
tutto della vicenda. Invece non è così. Ciò che giornali, radio, tv,
blog, siti Internet, agenzie non hanno valutato sono altre foto, dal
contenuto
per certi versi ancora più scandaloso di quelle che han fatto il giro
del mondo. Ovvero quelle che ritraggono mons. Bargalló, mentre celebra
la Santa Messa.
Immagini,
che purtroppo ben
poco mantengono dei concetti di Sacro e di Mistero intrinseci al
Sacrificio Eucaristico, lasciando immaginare più una tavola imbandita
che altro, con
tanto di sgargiante tovaglietta da picnic, cesti del pane e di frutta,
probabilmente tracce di un estemporaneo offertorio, palloncini ed, alle
spalle,
l'orchestrina da balera con le immancabili chitarre.
Sciatti,
anzi praticamente
inesistenti gli stessi abiti liturgici, la stola è l'unico segno che
lascia intuire chi sia il sacerdote concelebrante, per il resto trasandato con indosso una polo grigia e pantaloni beige.
Ora, alla luce di questa foto, risulta più
semplice comprendere la deriva spirituale ed etica di certo clero,
deriva che
conduce anche ad "inciampi", come quello di cui tutti han parlato. Se
non si ha rispetto nemmeno della Liturgia, che rappresenta il culmine
della sacralità, figuriamoci di tutto il resto!
Non
a caso già l'allora
Card. Ratzinger, nel libro-intervista “Rapporto sulla fede”, affermò:
«Dietro ai modi diversi di concepire la liturgia ci sono modi
diversi di concepire la Chiesa, dunque Dio e i rapporti dell'uomo con Lui». E
in “La mia vita” si disse «convinto che la crisi ecclesiale, in cui
oggi ci troviamo», dipenda «in gran parte dal crollo della liturgia».
Qual è il problema? È molto
chiaro: sta nel ritenere la liturgia frutto «della nostra fantasia, della
nostra creatività», come scrisse ancora l'allora Card. Ratzinger in “Introduzione allo spirito della liturgia”, qualcosa
di umano insomma, una sorta di «grido nel buio o una semplice autoconferma» comunitaria, che vorrebbe abbassare Dio al nostro livello, anziché far salire noi verso di Lui.
Celebrazioni,
quali quelle
presiedute da mons. Bargalló, rendono evidente -purtroppo- tutto questo.
E danno ragione a Benedetto XVI, quando nella lettera di
accompagnamento al
Motu Proprio “Summorum Pontificum”, ha denunciato chiaramente «deformazioni arbitrarie della Liturgia al limite del sopportabile».
Poi,
però, tutti i nodi
vengono al pettine. Fatti come quello di mons. Bargalló mostrano quali
ricadute concrete abbia la sciatteria liturgica in termini di costumi
morali e
di pratiche pastorali.
Il
giornale argentino
"Clarin" più volte aveva dato spazio alle posizioni moderniste e assurde
del prelato, impegnato come Presidente della Caritas per l'America
Latina a discettare di disuguaglianze sociali e di giustizia di classe.
È
lo stesso giornale che
pochi giorni fa ha diffuso invece il nome della donna sorpresa con lui.
Forse il Vescovo non avrebbe fatto male a dedicare più tempo alla
preghiera e
ad una celebrazione dignitosa della Santa Messa che ad assumere
estemporanei ruoli da "sindacalista".
Per non parlare d'altro.
Insomma, davvero: dimmi come celebri e ti dirò chi sei.
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