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sabato 10 agosto 2013

Vangelo del giorno 11 Agosto 2013

Vangelo del giorno 11 Agosto 2013

XIX Domenica del Tempo Ordinario - Anno C
 
Vegliate e tenetevi pronti,
perché, nell'ora che non immaginate,viene il Figlio dell'uomo.

Libro della Sapienza 18,6-9.
Quella notte fu preannunziata ai nostri padri, perché sapendo a quali promesse avevano creduto, stessero di buon animo.
Il tuo popolo si attendeva la salvezza dei giusti come lo sterminio dei nemici.
Difatti come punisti gli avversari, così ci rendesti gloriosi, chiamandoci a te.
I figli santi dei giusti offrivano sacrifici in segreto e si imposero, concordi, questa legge divina: i santi avrebbero partecipato ugualmente ai beni e ai pericoli, intonando prima i canti di lode dei padri.

Salmi 33(32),1.12.18-19.20-22.
Esultate, giusti, nel Signore;
ai retti si addice la lode.
Beata la nazione il cui Dio è il Signore,
il popolo che si è scelto come erede.

Ecco, l'occhio del Signore veglia su chi lo teme,
su chi spera nella sua grazia,
per liberarlo dalla morte
nutrirlo in tempo di fame.

L'anima nostra attende il Signore,
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
In lui gioisce il nostro cuore
e confidiamo nel suo santo nome.

Signore, sia su di noi la tua grazia,
perché in te speriamo.

Lettera agli Ebrei 11,1-2.8-19.
La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono.
Per mezzo di questa fede gli antichi ricevettero buona testimonianza.
Per fede Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.
Per fede soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa.
Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso.
Per fede anche Sara, sebbene fuori dell'età, ricevette la possibilità di diventare madre perché ritenne fedele colui che glielo aveva promesso.
Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia innumerevole che si trova lungo la spiaggia del mare.
Nella fede morirono tutti costoro, pur non avendo conseguito i beni promessi, ma avendoli solo veduti e salutati di lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sopra la terra.
Chi dice così, infatti, dimostra di essere alla ricerca di una patria.
Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto possibilità di ritornarvi;
ora invece essi aspirano a una migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio non disdegna di chiamarsi loro Dio: ha preparato infatti per loro una città.
Per fede Abramo, messo alla prova, offrì Isacco e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unico figlio,
del quale era stato detto: In Isacco avrai una discendenza che porterà il tuo nome.
Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe e fu come un simbolo.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 12,32-48.
Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno.
Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma.
Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese;
siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro!
Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa.
Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo?
Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro.
In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi,
il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse;
quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.
Meditazione del giorno
San Fulgenzio di Ruspe (467-532), vescovo in Africa del Nord
Omelia 1, sui servi del Signore ; CCL 91A,889
 
“Gli amministratori del mistero di Dio”
    Volendo mostrare il dovere importante dei servi/amministratori che ha messo a capo del suo popolo, il Signore ha detto: “Qual è dunque il servo fidato e prudente che il padrone ha preposto ai suoi domestici con l'incarico di dar loro il cibo al tempo dovuto? Beato quel servo che il padrone al suo ritorno troverà ad agire così!” (Mt 24, 45-46) Chi è il padrone di casa? Cristo, senza dubbio, poiché ha detto ai discepoli: “Voi mi chiamate Maestro e Signore, e dite bene, perché lo sono” (Gv 13,13). E di quale famiglia si tratta? E’ evidentemente quella che il Signore stesso ha riscattata. … Questa famiglia santa è la Chiesa cattolica che è sparsa nel mondo intero per la sua grande fecondità ed ha la sua gloria nell’essere stata riscattata dal sangue del Signore. Come Lui stesso ha detto: “Il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mc 10,45). E’ anche il buon pastore che “offre la vita per le pecore” (Gv 10,11)…

    Ma chi è il servo/amministratore, che deve essere nello stesso tempo fidato e prudente? L’apostolo Paolo ce lo mostra quando dice, a proposito di sé e dei suoi compagni: “Ognuno ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. Ora, quanto si richiede negli amministratori è che ognuno risulti fedele” (1Cor 4,1-2). Ma nessuno di noi deve pensare che gli apostoli sono i soli ad aver ricevuto il compito di amministratori…; i vescovi anche sono amministratori, Paolo dice: “ Il vescovo infatti, come amministratore di Dio, dev'essere irreprensibile” (Tt 1,7).

    Noi, i vescovi, siamo dunque i servi del padrone di casa, siamo gli amministratori del Signore, abbiamo ricevuto il cibo che dobbiamo distribuire.
 
 
Buona domenica a tutti
Lisa e Loredana

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