Una potente intercessione
(Marianna Iecker Xavier Quimas de Oliveira - tratto da Araldi del Vangelo - giugno 2012 )
I coniugi Gastinelli
non potevano nascondere la loro gioia, poiché la giovane sposa avrebbe
presto dato alla luce un bambino, il loro primo figlio! Giacomo aveva
già raccontato ai suoi colleghi panettieri la buona notizia e anche
Mirella l’aveva comunicata alla direttrice della casa di riposo, dove
lavorava come cuoca.
Tuttavia,
alcune preoccupazioni della vita domestica sembravano offuscare questa
contentezza. Siccome erano poveri, l’arrivo di un altro membro nella
famiglia significava spese maggiori. Questo argomento cominciò ad
occupare l’attenzione di molte conversazioni tra Mirella e lo sposo. La
casetta dove abitavano, nelle vicinanze della Chiesa di San Francesco
Saverio, era stata presa in affitto da un proprietario esigente, con scadenze fisse di pagamento, e
la futura madre non essendo nelle condizioni di lavorare in quelle
settimane, era preoccupata per quello che sarebbe potuto succedere.
“Giacomo,
mancano poche settimane alla scadenza dell’affitto della nostra casa.
Il tuo lavoro non rende molto e abbiamo appena il sufficiente perché la
nostra dispensa non resti vuota… Bisogna assolutamente trovare una
soluzione!”
“Dio
provvederà, Mirella! Ringraziamo il cielo, perché ho ancora lavoro.
Abbiamo fede! Facciamo una novena a San Francesco Saverio, nostro
protettore e sicuramente egli intercederà per noi, presso Dio.”
Egli
era un uomo molto pio e pregava insistentemente affinchè la Provvidenza
aiutasse la sua piccola famiglia. All’ultimo giorno della novena, di
buon mattino, sentirono bussare alla loro porta. Era un uomo che
consegnava un ordinativo per Giacomo. Egli aveva la giornata libera e
ricevette il pacchetto, cercando il mittente sull’involucro, poiché non
aveva ordinato nulla e non sapeva di chi potesse essere. C’era solo il
nome “Francesco”. Non c’era, però, il cognome, né la provenienza….
“Bene, Mirella, io non conosco nessun Francesco” – disse Giacomo – “Vediamo cos’è!”
Aprì il pacco e fu con grande sorpresa che scoprirono trattarsi di un bellissimo vaso di porcellana cinese, con dettagli in oro!
“Ecco
qui la nostra soluzione! – disse Mirella – Vendiamo questo vaso e
avremo il denaro sufficiente per pagare l’affitto di casa! Mio Dio, chi
sarà questo sant’uomo che ci ha mandato questo regalo dal Cielo? O
meglio dalla Cina?”
“Non
ne ho la minima idea, ma realmente deve provenire da un uomo di Dio!
Può esser solo per l’intercessione di San Francesco Saverio, l’apostolo
dell’Oriente! Andiamo a terminare la nostra novena subito, ringraziando
per questo immenso favore!”
Con
la vendita del prezioso vaso, i coniugi Gastinelli riuscirono a salvare
la piccola casa e a metter via qualcosa, sufficiente per mantenersi
fino a quando Mirella poté tornare a lavorare. In onore del santo, il
benefattore della famiglia, diedero al figlio il nome di Francesco.
Il
piccolo crebbe pio e religioso, come il padre, e molto devoto al suo
patrono. Fu battezzato, fece la prima comunione e sposò nella chiesetta
del suo tanto amato santo e, per questa ragione non volle mai andarsene
da qui luoghi, rimanendo vicino ai suoi buoni genitori che, felici,
potevano far visita con frequenza alle nipotine.
Francesco
aveva la buona abitudine, tutte le mattine, dopo aver lasciato le sue
due figlie a scuola, di passare dalla Chiesa di San Francesco Saverio,
prima di andare nella fabbrica di fuochi d’artificio dove lavorava,
situata non molto lontano da lì, per recitare una preghiera e offrire a Dio il lavoro della giornata.
La
sua figlia maggiore non poteva che chiamarsi Francesca! Ella era molto
attiva e, da quando si svegliava, non smetteva di saltellare ansiosa di
andare quanto prima a scuola. Voleva diventare insegnante una volta
cresciuta.
Un
giorno, mentre usciva col papa e sua sorella più giovane per andare a
scuola, con in mano la cartella, urtò contro un vaso di fiori di sua
madre, che abbelliva il salotto di casa, il quale si ruppe, ferendole la
mano destra. Cominciò a piangere, spaventata nel vedere il proprio
sangue. Francesco preoccupato, la portò immediatamente nella farmacia
più vicina. Fortunatamente, la ferita non era grave, ma fu sufficiente a
far ritardare Francesca alla sua lezione e Francesco, se non avesse
corso, avrebbe fatto tardi pure lui.
Egli
corse più che poté, timoroso di perdere il lavoro poiché conosceva bene
l’intransigenza del capo: per questioni di famiglia sarebbe arrivato in
ritardo per la terza volta quel mese. Passando di fronte alla Chiesa di
San Francesco, guardò l’orologio e pensò tra sé: “Mancano cinque minuti
al mio orario…. Se non passo per la chiesa e corro molto, riesco ad
arrivare puntuale!”
Guardò
verso la facciata della chiesa e sentì come se San Francesco lo
chiamasse. Allora disse: “No, San Francesco non mi farà perdere
l’impiego a causa sua…. “. E decise di entrare! Quel giorno la statua
del suo amato santo gli sembrava più sorridente che mai. Tuttavia non
poteva fermarsi molto: aveva soltanto due minuti! Pregò e uscì in gran
carriera.
Non era giunto all’angolo della strada della fabbrica, quando udì una grande esplosione.
In pochi minuti tutto era avvolto dal fuoco e c’era confusione ovunque. Arrivarono i pompieri e presto spensero l’incendio.
Tornata
la calma, Francesco seppe esattamente quello che era successo: un
incidente nel settore in cui lavorava aveva provocato l’esplosione,
ferendo molto dei suoi compagni. Ancora una volta ringraziò la potente
intercessione di San Francesco Saverio, poiché se non avesse udito la
voce della grazia, in quei pochi minuti sarebbe stato sul posto di
lavoro e solo Dio sa quello che gli sarebbe potuto accadere…. La sua
buona abitudine di passare sempre la chiesa gli salvò non solo
l’impiego, ma forse anche la vita! E questo grazie alla protezione di
San Francesco, che accompagnò la sua famiglia addirittura prima della
sua nascita e mai li abbandonò.
Lisa
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