Giovanni Paolo II
domenica 25 agosto 2013
Citazione spirituale del giorno
giovedì 22 agosto 2013
Citazione spirituale del gioprno
Immanuel Kant
sabato 17 agosto 2013
Citazione spirituale del giorno
Rivelazione di Gesù a Maria Valtorta
20ª DOMENICA DEL TEMPO
ORDINARIO
Rivelazione di Gesù a Maria Valtorta
Domenica 18 agosto
2013 – Anno C
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 12,49,53
In
quel tempo, Gesù
disse ai suoi discepoli: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e
quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale
sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate
che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico,
ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone,
saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre
contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro
madre, suocera contro nuora e nuora contro
suocera».
Corrispondenza
nell’”Evangelo come mi è stato rivelato” di Maria Valtorta
Volume 4 Capitolo
276
10
settembre 1945.
Gesù
benedice e si
ritira in un folto di bosco con gli apostoli e i discepoli per prendere
cibo e ristoro. Ma, mentre mangiano, Egli ancora parla continuando la
lezione
di prima, ripetendo un tema già detto agli apostoli più volte e che
credo sarà sempre insufficientemente detto, perché
l’uomo è troppo preso dalle paure stolte.
«Credete»,
dice,
«che solo di questo arricchimento di virtù occorre preoccuparsi. E
badate: non sia mai la vostra una preoccupazione affannosa, inquieta.
Il bene è nemico delle inquietudini, delle paure, delle frette, che troppo
risentono ancora di avarizia, di gelosia, di diffidenza umana.
Il
vostro lavoro sia
costante, fiducioso, pacifico. Senza brusche partenze e bruschi arresti.
Così fanno gli onagri selvaggi. Ma nessuno li usa, a meno che sia un
matto, per fare del sicuro cammino. Pacifici nelle vittorie, pacifici
nelle sconfitte. Anche il pianto per un errore fatto, che vi addolora
perché con esso errore avete spiaciuto a Dio, deve essere pacifico,
confortato dall’umiltà e dalla fiducia. L’accasciamento,
il rancore verso se stesso, è sempre sintomo di superbia e così anche di
sfiducia. Se uno è umile sa di essere un povero uomo
soggetto alle miserie della carne che talora trionfa. Se uno è umile ha
fiducia non tanto in sé quanto in Dio, e sta calmo anche nelle
disfatte dicendo: “Perdonami, Padre. Io so che Tu sai la mia debolezza
che mi prevale talora. Io credo che Tu mi compatisci. Io ho ferma
fiducia
che Tu mi aiuterai in avvenire ancor più di prima, nonostante io ti
soddisfi così poco”.
E
non siate né apatici
né avari dei beni di Dio. Di quanto avete di sapienza e virtù, date.
Siate operosi nello spirito come gli uomini lo sono per le cose
della carne.
E, riguardo alla carne, non imitate quelli del mondo, che sempre tremano per il loro domani, per la paura che manchi loro il
superfluo, che la malattia venga, che venga la morte, che i nemici possano nuocere e così via.
Dio
sa di che abbisognate.
Non temete perciò per il vostro domani. Siate liberi dalle paure più
pesanti delle catene dei galeotti. Non vi prendete pena della
vostra vita, né per il mangiare, né per il bere, né per il vestire. La
vita dello spirito è da più di quella del
corpo, e il corpo è da più del vestito, perché col corpo, non col
vestito, voi vivete, e con la mortificazione del corpo aiutate
lo spirito a conseguire la vita eterna.
Dio sa fino a quando lasciarvi l’anima nel corpo, e fino a quell’ora vi darà ciò che è
necessario.
Lo
dà ai corvi,
animali impuri che si pascono di cadaveri e che hanno la loro ragione di
esistere appunto in questa loro funzione di eliminatori di
putrefazioni. E
non lo darà a voi? Essi non hanno dispense e granai, eppure Dio li nutre
lo stesso. Voi siete uomini e non corvi. Presentemente, poi, siete il
fior degli uomini, perché siete i discepoli del Maestro, gli
evangelizzatori del mondo, i servi di Dio. E potete pensare che Iddio,
che ha cura
dei gigli delle convalli e li fa crescere e li veste di veste che più
bella non l’ebbe Salomone, senza che loro compiano altro lavoro che
profumare, adorando, possa trascurare voi anche nella veste?
Voi
sì che da soli non
potete aggiungere un dente alle bocche sdentate, né allungare di un
pollice la gamba rattratta, né dare acutezza alla pupilla
annebbiata. E, se non potete fare queste cose, potete pensare di poter
respingere da voi miseria e malattia e far spuntare cibo dalla polvere?
Non
potete. Ma non siate gente di poca fede. Avrete sempre di che vi è
necessario. Non vi appenate come le genti del mondo, che si arrabattano
per
provvedersi di che godere. Voi avete il Padre vostro che sa di che
abbisognate. Voi dovete solo cercare -e sia la prima delle vostre cure-
il Regno di
Dio e la sua giustizia, e tutto il resto vi sarà dato in più.
Non temete, voi del mio piccolo gregge. Al Padre mio è piaciuto chiamarvi al Regno perché voi abbiate questo
Regno.
Potete perciò aspirare
ad esso ed aiutare il Padre con la vostra buona volontà e santa operosità. Vendete i vostri beni, fatene elemosina se siete soli.
Date ai vostri il viatico del vostro abbandono della casa per seguire
Me,
perché è giusto non levare il pane ai figli e alle spose. E, se non
potete perciò sacrificare le ricchezze di denaro, sacrificate
le ricchezze di affetto. Anche queste sono monete che Dio valuta per
quello che sono: oro più puro d’ogni altro, perle più
preziose di quelle rapite ai mari, e rubini più rari di quelli delle
viscere del suolo. Perché rinunciare alla famiglia per Me è
carità perfetta più di oro senza atomo impuro, è perla fatta di pianto, e
rubino fatto di sangue che geme dalla ferita del cuore,
lacerato dal distacco da padre e madre, sposa e figli.
Ma queste borse non si
logorano, questo tesoro non viene mai meno. I ladri non penetrano in Cielo. Il tarlo non corrode ciò che là è depositato. E
abbiate il Cielo nel cuore e il cuore in Cielo presso il vostro tesoro. Perché
il cuore, nel buono o nel malvagio, è là dove è ciò che vi sembra vostro caro tesoro. Perciò, come il
cuore è là dove è il tesoro (in Cielo), così il tesoro è là dove è il cuore (ossia in voi), anzi il
tesoro è nel cuore e col tesoro dei Santi è nel cuore il Cielo dei Santi.
Siate
sempre pronti come chi
è in procinto di viaggio o in attesa del padrone. Voi siete servi del
Padrone-Iddio. Ad ogni ora vi può chiamare dove Egli è, o
venire dove voi siete. Siate perciò sempre pronti ad andare, o a fargli
onore stando a fianchi cinti da cintura di viaggio e di lavoro, e con
le lampade accese nelle mani. Uscendo da una festa di nozze con uno che
vi abbia preceduto nei Cieli e nella consacrazione a Dio sulla Terra,
Dio
può sovvenirsi di voi che attendete e può dire: “Andiamo da Stefano o da
Giovanni, oppure da Giacomo e da Pietro”. E Dio
è veloce nel venire o nel dire: “Vieni”. Perciò siate pronti ad aprirgli
la porta quando Egli giungerà, o a partire
se Egli vi chiama.
Beati
quei servi che il
Padrone, arrivando, troverà vigilanti. In verità, per ricompensarvi
della attesa fedele, Egli si cingerà la veste e, fattili
sedere a tavola, si metterà a servirli. Può venire alla prima vigilia,
come alla seconda e alla terza. Voi non lo sapete. Siate
perciò sempre vigilanti. E beati voi se lo sarete e così vi troverà il
Padrone! Non vi lusingate col dire:
“C’è tempo! Questa notte Egli non viene”. Ve ne accadrebbe male. Voi non
sapete. Se uno sapesse quando il ladro viene, non
lascerebbe incustodita la casa perché il malandrino possa sforzarne la
porta e i forzieri. Anche voi state preparati, perché, quando
meno ve lo penserete, verrà il Figlio dell’uomo dicendo: “È l’ora”».
Pietro, che si è
persino dimenticato di finire il suo cibo per ascoltare il Signore, vedendo che Gesù tace, chiede: «Questo che dici è per noi o
per tutti?».
«È per voi e per
tutti. Ma più è per voi, perché voi siete come intendenti preposti dal Padrone a capo dei servi e avete doppio dovere di stare
pronti, e per voi come intendenti, e per voi come semplici fedeli.
Che
deve essere
l’intendente preposto dal padrone a capo dei suoi familiari per dare a
ciascuno, a suo tempo, la giusta porzione? Deve essere accorto e fedele.
Per compiere il suo proprio dovere, per far compiere ai sottoposti il
loro proprio dovere. Altrimenti ne soffrirebbero gli interessi del
padrone, che
paga perché l’intendente faccia in sua vece e ne tuteli gli interessi in
sua assenza. Beato quel servo che il padrone, tornando alla sua
casa, trova ad operare con fedeltà, solerzia e giustizia. In verità vi
dico che lo farà intendente anche di altre
proprietà, di tutte le sue proprietà, riposando e giubilando in cuor suo
per la sicurezza che quel servo gli dà.
Ma
se quel servo dice:
“Oh! bene! Il padrone è molto lontano e mi ha scritto che tarderà a
tornare. Perciò io posso fare ciò che mi pare e
poi, quando penserò prossimo il ritorno, provvederò”. E comincerà a
mangiare e a bere fino ad essere ubriaco e a dare
ordini da ebbro e, poiché i servi buoni, a lui sottoposti, si rifiutano
di eseguirli per non danneggiare il padrone, si dà a battere
servi e serve fino a farli cadere in malattia e languore. E crede di
essere felice, e dice: “Finalmente gusto ciò che è esser
padrone e temuto da tutti”.
Ma
che gli avverrà?
Gli avverrà che il padrone giungerà quando meno egli se lo aspetta,
magari sorprendendolo nell’atto di intascare denaro o di
corrompere qualche servo fra i più deboli. Allora, Io ve lo dico, il
padrone lo caccerà dal posto di intendente, e persino dalle file
dei suoi servi, perché non è lecito tenere gli infedeli e traditori in
mezzo agli onesti. E tanto più sarà punito quanto
più il padrone prima lo aveva amato e istruito.
Perché
chi più
conosce la volontà e il pensiero del padrone più è tenuto a compierlo
con esattezza. Se non fa così come il padrone ha
detto, ampiamente, come a nessun altro, avrà molte percosse, mentre chi,
come servo minore, ben poco sa e sbaglia credendo di far bene,
avrà castigo minore. A chi molto fu dato molto sarà chiesto, e dovrà
rendere molto chi molto ebbe in custodia, perché
sarà chiesto conto ai miei intendenti anche dell’anima del pargolo di
un’ora.
La
mia elezione non è
fresco riposo in un boschetto fiorito. Io sono venuto a portare fuoco
sulla Terra; e che posso desiderare se non che si accenda? Perciò mi
affatico e voglio vi affatichiate fino alla morte e finché la Terra sia
tutta un rogo di fuoco celeste. Io devo essere battezzato con un
battesimo. E come sarò angustiato finché non sarà compiuto! Non vi
chiedete perché? Perché per esso potrò di voi fare dei portatori del Fuoco, degli agitatori che si muoveranno in tutti e
contro tutti gli strati sociali, per farne un’unica cosa: il gregge di Cristo.
Credete
voi che Io sia venuto
a metter pace sulla Terra? E secondo il modo di vedere della Terra? No.
Ma anzi discordia e separazione. Perché d’ora innanzi, e fintanto
che tutta la Terra non sarà un unico gregge, di cinque che sono in una
casa due saranno contro tre, e sarà il padre contro il figlio, e
questo contro il padre, e la madre contro le figlie, e queste contro
quella, e le suocere e nuore avranno un motivo di più per non
intendersi,
perché un linguaggio nuovo sarà su certe labbra e accadrà come una
Babele, perché un sommovimento profondo scuoterà
il regno degli affetti umani e soprumani. Ma poi verrà l’ora in cui tutto si unificherà in una lingua nuova, parlata da tutti i salvati dal Nazareno, e si depureranno le acque dei sentimenti,
andando sul fondo le scorie e brillando alla superficie le limpide onde dei laghi celesti.
In verità che non
è riposo il servirmi, secondo quanto dà, l’uomo, di significato a questa parola. Occorre eroismo e instancabilità. Ma Io ve
lo dico: alla fine sarà Gesù, sempre e ancora Gesù, che si cingerà la veste per servirvi, e poi si siederà con voi
ad un banchetto eterno e sarà dimenticata fatica e dolore.
Ora,
posto che nessuno
più ci ha cercato, andiamo al lago. Riposeremo in Magdala. Nei giardini
di Maria di Lazzaro c’è posto per tutti, ed ella ha messo
la sua casa a disposizione del Pellegrino e dei suoi amici. Non occorre
che vi dica che Maria di Magdala è morta col suo peccato ed è
rinata dal suo pentimento Maria di Lazzaro, discepola di Gesù di
Nazaret. Voi lo sapete già, perché la notizia è corsa
come fremito di vento in una foresta. Ma Io vi dico ciò che non sapete:
che tutti i beni personali di Maria di Lazzaro sono per i servi di Dio e per i poveri di Cristo. Andiamo...».Vangelo del giorno 18 Agosto 2013
Vangelo del giorno 18 Agosto 2013
XX domenica del tempo ordinario anno
C
"Le mie pecore ascoltano la mia voce, dice il
Signore,
e io le conosco ed esse mi seguono".
e io le conosco ed esse mi seguono".
Dal libro del
profeta Geremìa (Ger 38,4-6.8-10)
In quei giorni, i capi dissero al re: «Si metta a morte Geremìa, appunto perché egli scoraggia i guerrieri che sono rimasti in questa città e scoraggia tutto il popolo dicendo loro simili parole, poiché quest’uomo non cerca il benessere del popolo, ma il male». Il re Sedecìa rispose: «Ecco, egli è nelle vostre mani; il re infatti non ha poteri contro di voi».
Essi allora presero Geremìa e lo gettarono nella cisterna di Malchìa, un figlio del re, la quale si trovava nell’atrio della prigione. Calarono Geremìa con corde. Nella cisterna non c’era acqua ma fango, e così Geremìa affondò nel fango.
Ebed-Mèlec uscì dalla reggia e disse al re: «O re, mio signore, quegli uomini hanno agito male facendo quanto hanno fatto al profeta Geremìa, gettandolo nella cisterna. Egli morirà di fame là dentro, perché non c’è più pane nella città». Allora il re diede quest’ordine a Ebed-Mèlec, l’Etiope: «Prendi con te tre uomini di qui e tira su il profeta Geremìa dalla cisterna prima che muoia».
In quei giorni, i capi dissero al re: «Si metta a morte Geremìa, appunto perché egli scoraggia i guerrieri che sono rimasti in questa città e scoraggia tutto il popolo dicendo loro simili parole, poiché quest’uomo non cerca il benessere del popolo, ma il male». Il re Sedecìa rispose: «Ecco, egli è nelle vostre mani; il re infatti non ha poteri contro di voi».
Essi allora presero Geremìa e lo gettarono nella cisterna di Malchìa, un figlio del re, la quale si trovava nell’atrio della prigione. Calarono Geremìa con corde. Nella cisterna non c’era acqua ma fango, e così Geremìa affondò nel fango.
Ebed-Mèlec uscì dalla reggia e disse al re: «O re, mio signore, quegli uomini hanno agito male facendo quanto hanno fatto al profeta Geremìa, gettandolo nella cisterna. Egli morirà di fame là dentro, perché non c’è più pane nella città». Allora il re diede quest’ordine a Ebed-Mèlec, l’Etiope: «Prendi con te tre uomini di qui e tira su il profeta Geremìa dalla cisterna prima che muoia».
Salmo
39
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Ho sperato, ho sperato nel Signore,
ed egli su di me si è chinato,
ha dato ascolto al mio grido.
Mi ha tratto da un pozzo di acque tumultuose,
dal fango della palude;
ha stabilito i miei piedi sulla roccia,
ha reso sicuri i miei passi.
Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo,
una lode al nostro Dio.
Molti vedranno e avranno timore
e confideranno nel Signore.
Ma io sono povero e bisognoso:
di me ha cura il Signore.
Tu sei mio aiuto e mio liberatore:
mio Dio, non tardare.
Dalla lettera agli Ebrei ( Eb 12,1-4)
Fratelli, anche noi, circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento.
Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio.
Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d’animo. Non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato.
+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12,49-53)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Signore, vieni presto in mio aiuto.
Ho sperato, ho sperato nel Signore,
ed egli su di me si è chinato,
ha dato ascolto al mio grido.
Mi ha tratto da un pozzo di acque tumultuose,
dal fango della palude;
ha stabilito i miei piedi sulla roccia,
ha reso sicuri i miei passi.
Mi ha messo sulla bocca un canto nuovo,
una lode al nostro Dio.
Molti vedranno e avranno timore
e confideranno nel Signore.
Ma io sono povero e bisognoso:
di me ha cura il Signore.
Tu sei mio aiuto e mio liberatore:
mio Dio, non tardare.
Dalla lettera agli Ebrei ( Eb 12,1-4)
Fratelli, anche noi, circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento.
Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio.
Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d’animo. Non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato.
+ Dal Vangelo secondo Luca (Lc 12,49-53)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Meditazione del giorno
Monaci
Benedettini Silvestrini
Il fuoco di
Dio è il suo amore
Un amore che arde e brucia senza mai consumarsi come nel roveto di Mosè sul monte. Gesù, il Verbo incarnato, con la sua venuta ha portato quel fuoco inestinguibile sulla terra quando l'umanità intera stava affogando in un mortale languore. Il male morde, ferisce, talvolta uccide, ma molto più spesso degenera in passiva rassegnazione, colpevole mediocrità, umiliante apatia. Gli orizzonti si accorciano sempre più. Si spegne la speranza. Da questi terribili mali è venuto a liberarci il Signore Gesù. All'abisso del peccato ha fatto riscontro l'immensità dell'amore, quello che conduce alla morte perché è dono totale di vita. E l'amore quando è portato allo stremo ha una forza dirompente, brucia, scuote anche i più atavici e crea anche inevitabili divisioni e persecuzioni. Si contrappongono la violenza cieca di chi rifiuta quell'amore e la violenza dell'amore che perdona e diventa testimonianza di fedeltà. Lo stesso Gesù ne farà la triste esperienza: egli viene a rivelare, testimoniare e predicare l'amore, enuncia il comandamento nuovo, passa per le strade del nostro mondo beneficando tutti, ma poi rimane vittima dell'odio. I suoi seguaci vivranno la stessa storia: testimoni di amore, annunciatori di vita e di risurrezione, spesso diventano vittime delle più assurde condanne. È nata così la schiera dei martiri nella santa chiesa di Dio. Possiamo ben dire che sin dalla sua nascita si tinge di sangue e lo sparge come seme fecondo. È l'effetto di quel fuoco che se accolto produce la santità, se rifiutato spinge all'odio, al male, alla violenza. Così comprendiamo le parole di Gesù: "Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione".
Buona
domenica nel nome del Signore
Lisa e
Loredana
venerdì 16 agosto 2013
ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA
Giovedì 15 agosto 2013
19ª Settimana del Tempo Ordinario
ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA
+ VANGELO (Lc 1,39-56)
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente: ha innalzato gli umili.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni Maria si alzò e andò in
fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta
ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo
grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce:
«Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A
che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il
tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia
nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che
il Signore le ha detto». Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Parola del Signore
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
“Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”, solo la Madre di Dio può conoscere nella Luce Divina a quale elevatezza spirituale
è stata innalzata. Qui occorre una precisazione: non è solamente ed esclusivamente l’azione Divina ad innalzare una Creatura in
una posizione quasi divina, c’è stata anche e in dipendenza la collaborazione della Creatura. Primario e determinante rimane
l’intervento di Dio, secondaria e indispensabile è stata la risposta della Fanciulla di Nazareth.
“Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”, questa è la traduzione corretta della Bibbia in uso per duemila anni nella Chiesa, la
nuova versione della Bibbia compiuta non per santificare il popolo di Dio ma per confonderlo, non afferma “in me” ma “per me”.
Ho lasciato nel Vangelo questa traduzione
minimalista nei confronti della Madonna, portata avanti da quei teologi e
Prelati che non hanno devozione alla Madre di Dio e cercano da circa
cinquant’anni di offuscarne le grandezze.
Noi non accettiamo affatto questo minimalismo, al contrario, ci
impegniamo per dare alla Santissima Vergine maggiore ossequio.
La sostituzione della preposizione in con per non
è marginale, viene a capovolgere il significato dell’intervento di Dio sulla Vergine Maria. La preposizione è quella parte del
discorso che si usa per indicare una relazione con un sostantivo, nel caso in questione in me manifesta
l’intervento della Santissima Trinità nella Persona di Maria di Nazareth, mentre l’affermazione per me manifesta un intervento attraverso Maria e non coinvolgendola completamente.
Se da diversi decenni sono stati numerosi Prelati e teologi
senza Dio a cercare di minimizzare la devozione alla Madre di Dio,
capite che nei
seminari non si insegna la vera devozione alla Madonna, né si recita il
Santo Rosario. Dai seminari poi escono i nuovi parroci che devono
alimentare la Fede dei credenti, senza avere le strutture spirituali
consolidate e irrobustite.
Non sono molti giovani Sacerdoti i responsabili, lo sono quei teologi che hanno minimizzato la
dignità della Madonna.
Cosa rimane a questi teologi senza Dio e a quei Prelati che non
hanno avuto o non hanno più devozione alla Madonna perché i loro
cuori si sono interessati del potere o delle vicende umane e oscure? A
tutti loro rivolgo questa domanda: valeva la pena tradire la Chiesa e la
Madonna per un momento transitorio di potere e di ingannevole
protagonismo? Non possiamo conoscere le risposte molto personali, anche
noi ci poniamo
la domanda ma abbiamo una sicura e fedele risposta.
Vale la pena seguire nelle difficoltà e nei sacrifici il Vangelo storico di Gesù e la
Madonna? Eccome se ne vale la pena!
La sofferenza che incontrano tutti gli esseri umani, viene e
passa, l’avere sofferto rimane, cioè, i meriti guadagnati davanti a
Dio a causa delle sofferenze accettate con umiltà e amore rimangono e ci
rendono molto graditi a Lui. Chi non soffre nel mondo? Anche quelli
che apparentemente sono felici e atei, provano molte sofferenze e altre
disgrazie, anche se vivono nella ricchezza, ma nessuna ricchezza potrà
mai donare la vera felicità.
La solennità dell’Assunzione al Cielo in Anima e Corpo della
Madonna ci invita alla riflessione della purità del corpo,
oggi svenduto alla corruzione dei piaceri più spregevoli. Il cristiano
deve considerare il proprio corpo come tempio dello Spirito Santo,
dimora pura ed eccelsa per ospitare meno indegnamente Dio. Infatti è
impossibile accogliere Dio dove c’è il peccato
mortale.
Il corpo non serve a soddisfare tutti i piaceri immondi e che
vengono istigati alla mente da pensieri ingannevoli, non intendo
solamente
quello sessuale, ci sono altre degenerazioni che annientano la dignità
come le droghe, l’alcool, i tatuaggi, i brillantini al naso, gli
orecchini degli uomini, la moda svestita. Ricorrere alle decorazioni dei
tatuaggi, orecchini ed altro, è solo l’esigenza di sentirsi
importante perché interiormente c’è il nulla, un vuoto desolante.
Dove si ricorre a queste decorazioni: tatuaggi, brillantini al
naso, orecchini degli uomini, c’è la manifesta instabilità
spirituale, queste decorazioni sono rivelatori di una grave malattia
spirituale e quanti li portano addosso implicitamente dicono ai
cristiani: pregate per me.
Il disagio personale, affettivo, sociale, di quanti si
adornano di disegni, colori e brillantini per soffocare la coscienza
sballata e mai serena, è pesante per loro e rendono pesante la vita
anche
ai loro familiari.
Non condanniamo quanti si comportano così, noi preghiamo ogni giorno per la loro conversione, li amiamo come creature di Dio.
Sicuramente è la facile prostituzione del corpo a gettare molte
persone nella depravazione più indegna, e questa indica la
perdita del decoro, quindi della propria decenza, dignità, onore. La
gente di tutto il mondo non è aiutata a vivere dignitosamente,
ovunque infatti arrivano immagini indecorose delle televisioni che
cercano audience sempre più elevato e si compromettono in continuazione e
con maggiore intensità per ottenere pubblicità e guadagni.
Da un lato ci sono questi continui attacchi con proposte
immorali, mostrando la facilità dell’adulterio, addirittura visto come
una conquista di libertà e di soddisfacimento dei piaceri. Mostrano
inoltre la possibilità del sesso anche tra adolescenti, infatti tra
i ragazzini di appena dodici anni c’è la mentalità di fare sesso
cambiando di continuo partner e di raccontare poi agli altri le
loro esperienze.
Penso a quei genitori che crescono con grande amore i loro
figli, che hanno fatto sacrifici immani per essi, che li hanno amati più
di
loro stessi, che hanno sperato un futuro meraviglioso, che hanno
pregato, poi… improvvisamente scoprono che i loro bambini… già a
quell’età prostituiscono gratuitamente i loro corpi… È un dramma per i
genitori cristiani, una depressione fulminea e
l’adombramento del fallimento.
Da tante parti arrivano notizie però di genitori cristiani che
non se ne curano affatto e non patiscono alcun dolore, anche di genitori
non credenti che anzi invitano i loro figli a fare scelte libere e a
vivere come piace a loro. Senza dare alcun insegnamento morale, senza
indicare il
pregio della dignità, senza spiegare che fare sesso con tutti i loro
amici è una forma di prostituzione gratuita. Cos’è il
corpo per questi giovani e, soprattutto, per i loro genitori?
Il mezzo trasgressivo per appagare ogni tentazione e vivere come animali.
Loro non capiscono il significato delle tentazioni, non
riflettono che di tutto si darà conto nel Giudizio davanti a Gesù, non
sanno che vale la pena mortificarsi adesso per vivere poi eternamente
nella vera e piena felicità. Per amare adesso Dio Padre che ci ha dato
la
vita, per ringraziarlo dei continui doni, per osservare i suoi
Comandamenti e ricevere già in questa vita molte
ricompense.
Queste considerazioni ci vengono dalla solennità dell’Assunta,
mi fermo qui per mancanza di tempo, ma è un dovere di tutti
meditare sul corpo. Non è una massa o materia vile, non è solo ente
materiale o fisico che compone una struttura, il corpo per il
cristiano dà forma all’anima ed è tempio di Dio, ovviamente quando vive
in Grazia di Dio e lo rispetta con attenzione. Non sia
troppa la considerazione perché poi si può cadere nell’idolatria.
Nell’Assunzione della Vergine Madre chiediamo a Lei la purità del corpo, del cuore e della mente. Consacriamoci ogni giorno al
suo Cuore.
Solo chi prega la Madonna incontra suo Figlio Gesù, è sempre la Madre a far conoscere
il Figlio, Ella Lo ha dato al mondo!
Citazione spirituale del giorno
Fraternità Gesù Risorto
mercoledì 14 agosto 2013
Citazione spirituale del giorno
François Mauriac
martedì 13 agosto 2013
Citazione spirituale del giorno
Paolo VI
lunedì 12 agosto 2013
Citazione spirituale del giorno
domenica 11 agosto 2013
Dedica Hai maghi : Pidochiette e pidochietti schiavi e collaboratori di Satana il Pidocchio grande .
Si sa che il buon San Pio Battezzò col nome di cosaccio il Diavolo che spesso lo tormentava
Ricordando però che negli anni 30 il soldatino che scrisse la prima lettera alla madre
, dopo essere arrivato in caserma , raccontava : Cara madre qui da noi i pidocchi sono cosi grossi che si possono pigliare per le orecchie .
Ho avuto la fantasia di chiamare satana grande Pidocchio con la P maiuscola
e di chiamare i maghi suoi affiliati e servitori : pidocchietti , se uomini pidochiette se donne .
( del resto cosi rumorose !)
Anche perché le bestiole di cui si parla molestavano i sonni dei nostri nonni , pungendoli per succhiare il loro sangue .
I pidocchi della magia succhiano fior di milioni alla gente che soffre di brutto attirandoli con imbrogli nelle reti dei loro riti satanici .
Perciò la dedica suona cosi ....
Dedica
Alle pidocchiette e ai pidocchietti schiavi e collaboratori del pidocchio grande .
a voi salute e soldi tanti !
Queste pagine vi andranno iun pò di traverso , ma e bene che vi abituiate un pò alla sofferenza ,
perché il vostro destino e l'inferno che dura una vera eternità .
Presa dal libro Le potenze malefiche come operano e come combatterle di Don Raul Salvucci edito da Shalom

Ricordando però che negli anni 30 il soldatino che scrisse la prima lettera alla madre
, dopo essere arrivato in caserma , raccontava : Cara madre qui da noi i pidocchi sono cosi grossi che si possono pigliare per le orecchie .
Ho avuto la fantasia di chiamare satana grande Pidocchio con la P maiuscola
e di chiamare i maghi suoi affiliati e servitori : pidocchietti , se uomini pidochiette se donne .
( del resto cosi rumorose !)
Anche perché le bestiole di cui si parla molestavano i sonni dei nostri nonni , pungendoli per succhiare il loro sangue .
I pidocchi della magia succhiano fior di milioni alla gente che soffre di brutto attirandoli con imbrogli nelle reti dei loro riti satanici .
Perciò la dedica suona cosi ....
Dedica
Alle pidocchiette e ai pidocchietti schiavi e collaboratori del pidocchio grande .
a voi salute e soldi tanti !
Queste pagine vi andranno iun pò di traverso , ma e bene che vi abituiate un pò alla sofferenza ,
perché il vostro destino e l'inferno che dura una vera eternità .
Presa dal libro Le potenze malefiche come operano e come combatterle di Don Raul Salvucci edito da Shalom
Citazione spirituale del giorno
Madre Teresa di Calcutta
sabato 10 agosto 2013
Citazione spirituale del giorno
Vangelo del giorno 11 Agosto 2013
Vangelo del giorno 11 Agosto 2013
XIX Domenica del Tempo Ordinario - Anno
C
Vegliate e tenetevi pronti,
perché, nell'ora che non immaginate,viene il Figlio dell'uomo.
perché, nell'ora che non immaginate,viene il Figlio dell'uomo.
Libro della Sapienza 18,6-9.
Quella notte fu preannunziata ai nostri padri, perché sapendo a quali promesse avevano creduto, stessero di buon animo.
Il tuo popolo si attendeva la salvezza dei giusti come lo sterminio dei nemici.
Difatti come punisti gli avversari, così ci rendesti gloriosi, chiamandoci a te.
I figli santi dei giusti offrivano sacrifici in segreto e si imposero, concordi, questa legge divina: i santi avrebbero partecipato ugualmente ai beni e ai pericoli, intonando prima i canti di lode dei padri.
Salmi 33(32),1.12.18-19.20-22.
Esultate, giusti, nel Signore;
ai retti si addice la lode.
Beata la nazione il cui Dio è il Signore,
il popolo che si è scelto come erede.
Ecco, l'occhio del Signore veglia su chi lo teme,
su chi spera nella sua grazia,
per liberarlo dalla morte
nutrirlo in tempo di fame.
L'anima nostra attende il Signore,
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
In lui gioisce il nostro cuore
e confidiamo nel suo santo nome.
Signore, sia su di noi la tua grazia,
perché in te speriamo.
Lettera agli Ebrei 11,1-2.8-19.
La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono.
Per mezzo di questa fede gli antichi ricevettero buona testimonianza.
Per fede Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, e partì senza sapere dove andava.
Per fede soggiornò nella terra promessa come in una regione straniera, abitando sotto le tende, come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa.
Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso.
Per fede anche Sara, sebbene fuori dell'età, ricevette la possibilità di diventare madre perché ritenne fedele colui che glielo aveva promesso.
Per questo da un uomo solo, e inoltre già segnato dalla morte, nacque una discendenza numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia innumerevole che si trova lungo la spiaggia del mare.
Nella fede morirono tutti costoro, pur non avendo conseguito i beni promessi, ma avendoli solo veduti e salutati di lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sopra la terra.
Chi dice così, infatti, dimostra di essere alla ricerca di una patria.
Se avessero pensato a quella da cui erano usciti, avrebbero avuto possibilità di ritornarvi;
ora invece essi aspirano a una migliore, cioè a quella celeste. Per questo Dio non disdegna di chiamarsi loro Dio: ha preparato infatti per loro una città.
Per fede Abramo, messo alla prova, offrì Isacco e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse, offrì il suo unico figlio,
del quale era stato detto: In Isacco avrai una discendenza che porterà il tuo nome.
Egli pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe e fu come un simbolo.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 12,32-48.
Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno.
Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma.
Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese;
siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro!
Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa.
Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo?
Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro.
In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi,
il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse;
quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.
Meditazione del giorno
San Fulgenzio di Ruspe (467-532), vescovo in Africa del Nord
Omelia 1, sui servi del Signore ; CCL 91A,889
San Fulgenzio di Ruspe (467-532), vescovo in Africa del Nord
Omelia 1, sui servi del Signore ; CCL 91A,889
“Gli
amministratori del mistero di Dio”
Volendo mostrare il dovere importante
dei servi/amministratori che ha messo a capo del suo popolo, il Signore ha
detto: “Qual è dunque il servo fidato e prudente che il padrone ha preposto ai
suoi domestici con l'incarico di dar loro il cibo al tempo dovuto? Beato quel
servo che il padrone al suo ritorno troverà ad agire così!” (Mt 24, 45-46) Chi è
il padrone di casa? Cristo, senza dubbio, poiché ha detto ai discepoli: “Voi mi
chiamate Maestro e Signore, e dite bene, perché lo sono” (Gv 13,13). E di quale
famiglia si tratta? E’ evidentemente quella che il Signore stesso ha riscattata.
… Questa famiglia santa è la Chiesa cattolica che è sparsa nel mondo intero per
la sua grande fecondità ed ha la sua gloria nell’essere stata riscattata dal
sangue del Signore. Come Lui stesso ha detto: “Il Figlio dell'uomo infatti non è
venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per
molti” (Mc 10,45). E’ anche il buon pastore che “offre la vita per le pecore”
(Gv 10,11)…
Ma chi è il servo/amministratore, che deve essere nello stesso tempo fidato e prudente? L’apostolo Paolo ce lo mostra quando dice, a proposito di sé e dei suoi compagni: “Ognuno ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. Ora, quanto si richiede negli amministratori è che ognuno risulti fedele” (1Cor 4,1-2). Ma nessuno di noi deve pensare che gli apostoli sono i soli ad aver ricevuto il compito di amministratori…; i vescovi anche sono amministratori, Paolo dice: “ Il vescovo infatti, come amministratore di Dio, dev'essere irreprensibile” (Tt 1,7).
Noi, i vescovi, siamo dunque i servi del padrone di casa, siamo gli amministratori del Signore, abbiamo ricevuto il cibo che dobbiamo distribuire.
Ma chi è il servo/amministratore, che deve essere nello stesso tempo fidato e prudente? L’apostolo Paolo ce lo mostra quando dice, a proposito di sé e dei suoi compagni: “Ognuno ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. Ora, quanto si richiede negli amministratori è che ognuno risulti fedele” (1Cor 4,1-2). Ma nessuno di noi deve pensare che gli apostoli sono i soli ad aver ricevuto il compito di amministratori…; i vescovi anche sono amministratori, Paolo dice: “ Il vescovo infatti, come amministratore di Dio, dev'essere irreprensibile” (Tt 1,7).
Noi, i vescovi, siamo dunque i servi del padrone di casa, siamo gli amministratori del Signore, abbiamo ricevuto il cibo che dobbiamo distribuire.
Buona
domenica a tutti
Lisa e
Loredana
Sabato 10 agosto 2013 18ª Settimana del Tempo Ordinario + VANGELO (Gv 12,24-26)
Sabato 10 agosto 2013
18ª Settimana del Tempo Ordinario
+ VANGELO (Gv
12,24-26)
Se
il chicco di grano muore, produce molto frutto.
+
Dal Vangelo secondo Giovanni
In
quel
tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità Io vi dico:
se il chicco di grano, caduto in terra, non muore,
rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria
vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà
per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono Io,
là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo
onorerà». Parola del Signore
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Il
Vangelo
oggi indica la condizione di coloro che non vogliono morire a se stessi
e rimangono soli, senza Dio. Il mancato sincero rinnegamento interiore
sviluppa automaticamente un enorme amor proprio, un’esaltazione di sé
che esplode nella misura dell’inganno che si manifesta
all’esterno. Il cristiano deve morire a se stesso, è la condizione
perentoria che pone Dio per permettergli di vivere nell’anima,
altrimenti Egli rimane fuori.
Ci
sono
stati grandi esempi di Sacerdoti che all’esterno hanno manifestato una
finta santità mentre le loro azioni private erano addirittura
opposte al Vangelo. Questo si spiega proprio per il mancato rinnegamento
della superbia, per una esaltata convinzione personale che li portava
addirittura a pretendere di ricevere dagli altri l’adorazione che si
deve invece solo a Dio. Questo avviene quando si perde il contatto con
la
preghiera
Già nel 1998 numerosi Religiosi denunciarono padre Stefano Manelli
alla Santa Sede e tra le accuse di prevaricazioni e violenze morali
indicarono anche la sua condizione: nessuno lo vedeva mai in preghiera
in cappella con gli altri Religiosi. Se fosse stata un’accusa inventata,
i funzionari della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata
l’avrebbero tacciata di menzogna, invece il Sotto-Segretario padre
Torres
affermò letteralmente queste parole: “padre Manelli non agisce da cristiano”. Quindi non
vive da cristiano perché non prega.
Basta
vedere
la reazione irrequieta ed invasata che hanno avuto alcuni Francescani
dell’Immacolata dopo il Decreto di allontanamento di padre Manelli
per capire la vera spiritualità che seguono, non è quella
dell’obbedienza al Papa e alla Congregazione, come falsamente hanno
manifestato all’inizio e nelle interviste piene di menzogne, la loro è
una reazione scomposta, agitata, diffamatoria verso altri.
Non hanno mostrato la
pace di Dio, non c’è la serenità di chi spera in Dio e
chiede la verità, perché sanno che tutte le accuse sono autentiche.
Reagiscono furiosamente e mostrano quell’agitazione che non
viene da Dio ma da qualcun altro! Non sanno cosa fare, ma se pregassero
con fede comprenderebbero che è importante abbandonarsi alla Madonna.
Lo hanno dimenticato oppure è solo teoria?
Basta
vedere
la reazione che hanno avuto i seguaci di padre Manelli, in questi
giorni stanno mostrando di chi sono figli, con un comportamento opposto
al
Vangelo, indegno e ingannevole. Inventano diffamazioni senza più avere
il controllo di sé, con una agitazione perfida e opposta alla
pace che dona lo Spirito Santo, cercando con ogni falsità di
riabilitarlo infangando altri.
Questi
seguaci
si fermeranno pieni di vergogna e coperti del fango che stanno adesso
seminando, perché ricadrà tutto sopra di loro, quando la
verità sarà indiscutibile, assodata, inequivocabile.
Ancora
per poco tempo si
sfoghino per illudersi sempre nell’inganno, che padre Manelli è un
perseguitato o è stato messo sulla via del Calvario,
ricorderanno però le centinaia di testimonianze di religiosi che dopo
averlo incontrato o avere fatto parte della sua comunità, ne
è stato causa di esaurimenti nervosi, malattie psichiche e cardiache,
annullamento della personalità e molto altro ancora. Trascrivo una
parte di un testo inviatomi da un Sacerdote e scritto da un medico:
“Padre
Manelli ha esercitato un’oppressione devastante sulla psiche di
centinaia di Religiosi, egli compie la
riduzione in schiavitù di Religiosi a cui è stata manipolata la mente.
Padre Manelli e altri Frati hanno ignorato con crudeltà e
disumanità le esigenze primarie di persone umane affette da malattie o
difficoltà psichiche causate dalle violenze morali, celle di
rigore, isolamenti forzati, privazione di incontrare i propri familiari
per ritrovare un po’ di serenità. Con inganni e manipolazioni
mentali, Padre Manelli e i suoi complici ottengono ancora oggi il pieno
controllo della mente dei Religiosi, anche in condizioni di malattia
grave e
permanente”.
L’inganno
viene
utilizzato da persone che hanno perduto il contatto con Dio e la realtà,
nessuno poi deve rifugiarsi nella difesa della Messa in latino per
difendere padre Manelli, perché abbiamo il caso del fondatore dei
Legionari di Cristo, padre Degollado, che la celebrava nel 1969 ma da
vent’anni abusava sessualmente dei giovani seminaristi. Per non parlare
dell’Arcivescovo Milingo, arrivato a sposarsi con una donna in una
sètta mostrando il vuoto interiore e il pieno distacco da Dio.
Eppure Milingo fino a poco prima teneva conferenze ed era considerato dai suoi seguaci un grandissimo uomo di Dio, un santo
autentico, un martire perché perseguitato.
O Milingo era troppo bravo nell’ingannare i suoi
seguaci o questi seguaci erano troppo esaltati e non capivano nulla. O
tutte e due le cose. I seguaci di padre Manelli riflettano attentamente.
Come
si vede, ci sono troppi
esempi su alcuni Consacrati colpiti da un elevatissimo amor proprio, ma
sono bravissimi nel camuffare i loro orribili vizi e ad apparire come
santoni.
Gesù li detesta e li vomita, non trasmette più da decenni Grazia e
Spirito Divino perché indegni e manipolatori, ladri dell’adorazione che si deve solo a Dio, ingannatori perché falsano la loro vanità con un falso
misticismo.
Questa
pagina
del Vangelo dovrebbero meditarla soprattutto i cristiani che seguono i
veggenti o i santoni, ma essendo poco esperti nella spiritualità,
seguono tutto ciò che offrono i diavoli, infatti in questi decenni hanno
proliferato i falsi luoghi di apparizione e i falsi veggenti. Eppure,
Gesù stesso nel Vangelo indica i modi per smascherare i falsi veggenti o
i santoni o quanti sfoggiano un falso
misticismo.
Dobbiamo innanzitutto verificare il motivo che scatena in questi
loschi personaggi la sete di notorietà e celebrità, il delirio di
onnipotenza, e che trasforma la psiche rendendola malata. Il motivo
nasce innanzitutto da una predisposizione naturale ad ingannare,
agevolata e
sviluppata da una spropositata superbia della vita. Ho già spiegato il
pericoloso atteggiamento di quanti portano addosso la superbia della
vita.
La superbia della vita è una delle tre concupiscenze. Per concupiscenza si intende la spinta al male. La superbia della vita,
è l’ostentazione di una sicurezza morale falsa e menzognera, la pretesa
arrogante di manipolare eventi e persone. La superbia offusca la mente,
non può una persona discernere il bene dal male o compiere scelte con
la Luce di Dio, perché la superbia fa entrare in un tunnel
tenebroso.
Nei
falsi veggenti o nei
santoni è presente una superbia elevatissima, una frustrazione interiore
che guasta la mente per la continua incapacità di diventare un
grande personaggio, ricevere una grande considerazione che poi diventa
esigenza di adorazione. Questi personaggi sono lontani da Dio o si sono
allontanati nel tempo a causa della ripetizione di molti peccati
mortali. Il fatto stesso di ingannare e di inventare false rivelazioni
della Madonna
e di manipolare le coscienze, li rende pervertiti davanti a Dio e da Lui
vomitati.
Il fondatore dei Legionari di
Cristo fu per oltre trent’anni abilissimo a nascondere la sua triplice vita, con due mogli e figli, mentre nel suo Istituto veniva venerato come un santo da tutti.
Tranne alcuni Religiosi i quali coprivano i suoi
mensili viaggi in Spagna e Colombia dove abitavano le due mogli e i loro
figli. Questa vita la condusse per molti anni e nessuno sapeva nulla,
ma
già prima era stato un uomo insaziabile di sesso e aveva abusato di
centinaia di seminaristi. Nonostante i suoi delitti condannati da Papa
Benedetto XVI, nel suo Istituto erano entrati moltissimi Religiosi. Le
vocazioni erano abbondanti. Come si spiega?
È
vero che quelli che
seguono questi santoni sono a loro volta molto confusi e si ingannano
illudendosi di fare un buon cammino di fede, essi vengono attratti da
questi
ingannatori e rimangono affascinati perché percepiscono bontà nelle loro
parole… Una bontà inesistente, in realtà
proiettano in quella figura ciò che vorrebbero vedere e sentire.
Sono
solo ingenui, non
riescono neanche a capire che soprattutto gli ingannatori fingono e si
mostrano sempre dolci e sorridenti, beati come gli angeli (minuscolo),
esseri
che vivono in un’altra dimensione. È tutto un inganno! Gesù nel Vangelo
ci chiede la verità in ogni istante della vita, la
Chiesa Madre e Maestra insegna la vera vita religiosa.
Qui
non
si tratta di un Sacerdote che commette un errore e poi si pente, c’è un
comportamento antievangelico e immorale da fare paura, ed è un dovere morale denunciare questi abusi e le manipolazioni delle
coscienze, perché la verità di Dio deve sempre trionfare, anche a costo di sbugiardare i falsi santoni che sorridono sempre e
dicono parole dolci per ottenere elogi e lodi.
Guardate
Padre Pio, era
chiamato burbero perché molto spesso si arrabbiava o allontanava i
fedeli non preparati alla Confessione. Padre Pio non fingeva mai e
mostrava
la sua vera identità, si mostrava per quello che era. Non sorrideva
sempre per compiacere anche chi non voleva convertirsi e così farsi
ammirare e considerare Santo. Padre Pio era un vero mistico e non
cercava mai di ingannare i fedeli con un’ostentazione meschina e
subdola.
Lo
stesso avveniva a Natuzza
Evolo. Persona mite e umile, accoglieva ogni giorno molte persone e in
qualche circostanza gridava senza volerlo per rimproverare, però gridava
davanti i peccatori incorreggibili. In un’apparizione disse a Gesù che
era mortificata e che non voleva più gridare, chiedeva
aiuto. Gesù rispose: “Non sei tu a gridare, stai tranquilla e continua ad essere docile alla mia
azione. Molti miei figli hanno bisogno del rimprovero forte”.
Lasciarsi
abbagliare da chi
sorride sempre e non ti dice la verità o non ti rimprovera personalmente
per scuoterti ed aiutarti, è la trappola di satana. Bisogna
stare attenti da quanti ti sorridono sempre e non aprono mai il cuore e
non si mostrano sinceri. Ho saputo da persone che in passato
frequentavano i
maghi, di avere trovato in questi truffatori molta bontà, sorrisi,
cordialità, e poi chiedevano molti soldi. Addirittura nelle stanze
dove ricevono il pubblico mettono molte statue sante proprio per
ingannare.
Questo avviene anche nella Chiesa, dove ci sono Religiosi che mostrano una falsa bontà, sorridono sempre, mostrano
cordialità non per ricevere denaro ma per ricevere attestati di santità. Cercano anche il denaro… ma principalmente vogliono
manipolare le coscienze e diventare un idolo da venerare più di ogni cosa, anche di Dio!
Hanno
compreso bene che un
determinato comportamento falso improntato sulla falsa mitezza,
garantisce consensi e riconoscimenti pubblici di santità. Sanno bene che
meno
si parla più lasciano in suspense i presenti e questo è un modo per
lasciar credere di condurre una santa vita
spirituale.
Religiosi
che simulano una
falsa spiritualità all’esterno mentre all’interno dei conventi sono
dittatori, manipolatori di coscienze, attuano costrizioni e
restrizioni ai poveri cristi che pregano intensamente perché finisca
presto questa tortura. Le preghiere di molte persone vengono ascoltate e
Dio interviene sempre per mettere Giustizia.
Dio
intervenne per aiutare
Padre Pio dalle persecuzioni palesemente false perché non si poteva
accusare di fare sesso con donne quando aveva 80 e non riusciva a
muoversi!
Dio è intervenuto per liberare i Francescani dell’Immacolata dalla guida
di un Generale senza scrupoli, pronto a tutto pur di raggiungere
i suoi obiettivi che non corrispondevano assolutamente a quelli di Dio. È
tutto provato!
Quando
interviene la
Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e prende una decisione
dopo quasi un anno di indagini, interrogatori di tutti i Religiosi,
testimonianze documentate, mostra di avere la certezza delle prove. Non
prende un abbaglio.
Questo
è avvenuto
contro padre Stefano Manelli, ma per dare la corretta motivazione del
suo allontanamento, la Santa Sede è invitata a rendere pubbliche le
prove
sugli scandali commessi da lui. Come ho già scritto, la Santa Sede ha
raccolto una grande quantità di prove sulle colpevolezze di chi
minacciava le persone di finire all’inferno se non obbedivano a lui. E
questa era la minaccia più leggera…
Stiamo
parlando di un
Sacerdote cacciato dall’Istituto che aveva fondato e non per la Messa in
latino, questa è la giustificazione di alcuni personaggi molto
lontani dalla verità. Per loro è inutile scrivere di Dio se poi non
seguono Dio. Il direttore della sala stampa vaticana, padre Lombardi
ha detto: “La
nomina di un Commissario
Apostolico per la Congregazione dei Frati Francescani dell'Immacolata
riguarda la vita e il governo della Congregazione nel suo insieme e non
solo
questioni liturgiche”.
Avere
creato il caso della
Messa in latino evidenzia una ripetuta menzogna da parte di chi rilascia
interviste per difendere padre Manelli. Si parla di provvedimenti sulla
vita e il governo dell’Istituto, non è sufficiente? Forse doveva rivelare le motivazione per
capire?
Quanto
scrivo su padre
Manelli è per me una difesa della vera Tradizione della Chiesa, voglio
che la Chiesa Santa sia considerata estranea alle sue manipolazioni e al
falso misticismo che ha causato incalcolabili sofferenze e la
distruzione della vita spirituale di centinaia di persone che con
sincerità
volevano seguire Gesù e la Chiesa.
Voglio
smontare le false
convinzioni di quanti si sono lasciati manipolare in questi giorni da
diversi seguaci di padre Manelli, che hanno iniziato una difesa
irrazionale per
averne vantaggi loro stessi e per continuare a dirigere incontri ed
altro di vantaggioso.
Questi
seguaci di padre
Manelli hanno smarrito il senso della verità pur di rimanere essi stessi
a galla, non lasciando affondare il loro maestro di iniquità e
di zizzania. Tra le altre cose continuano a sventolare una lettera
anonima, quindi non firmata né timbrata contro me, per diffondere
meschine e
ipocrite falsità. Con questo loro atteggiamento stanno mostrando bene chi sono
stati i loro maestri, loro stessi stanno togliendo le maschere.
Se
cercassero la
verità a tutti i costi, pregherebbero, oppure andrebbero alla Santa Sede
a chiedere di conoscere le vere motivazioni della cacciata di padre
Manelli. Invece no, devono ancora falsare la storia, diffamare chi
testimonia la verità, difendere questo Sacerdote accusato da una Suora
di
avere ricevuto alcuni schiaffi da lui. Lo sanno i devoti di padre
Manelli che alzava le mani alle Suore?
Qualcuno smentisca questa verità!!!
La Suora gli aveva appena
detto queste parole: “Vado dai carabinieri e vi denuncio”. La
replica di padre Stefano Manelli fu questa: “Per quello che sai e che hai
visto, devi morire. Decidi tu o in missione o in clausura!”.
Bene,
sono stato costretto ad
aggiungere un fatto gravissimo e mi fermo qui in attesa che vengano
pubblicate dalla Santa Sede le vere motivazioni della cacciata di padre
Manelli.
Pensate che se non fosse vero ed accertato avrei scritto qui questo
episodio?
Chi
mi conosce sa che sono
molto prudente oltre a possedere una onestà intellettuale
irreprensibile. Anche questo gravissimo episodio che manifesta in tutta
la sua
crudezza la personalità di padre Stefano Manelli, è poca cosa rispetto a
quanto hanno patito centinaia di Religiosi per molti anni! E
che non trascrivo adesso per spirito di carità.
Non
stiamo parlando di
fantasie, sono dichiarazioni conosciute dalla Santa Sede e che ho avuto
da chi conosce questa Suora. Ma perché la Suora voleva andare dai
carabinieri? Perché padre Manelli le disse che per quello che sapeva e
che aveva visto doveva morire? Cosa aveva saputo di così
pericoloso per lui? Cosa aveva visto nel comportamento di padre Manelli?
Vorremmo
conoscere le
risposte autentiche a queste domande! Chi più di tutti è in grado di
scoprire e accertare questi reati? Sia per accertare tutta la
verità sulle opere di padre Manelli, sia per dare ai seguaci ingannati
la corretta identità dei personaggi che ingannano e che
rilasciano interviste false perché hanno capito di avere perduto
credibilità e protezione.
Chi ha vinto è la Madonna, Ella non segue più i Religiosi che ingannano con la Messa in latino e vivono in
opposizione al Vangelo…
Certo,
i seguaci di padre
Manelli vedono così spuntate le loro armi se si arriva a svelare tutto
quello di gravissimo circonda lui, alcuni giustamente si porranno certe
domande, altri continueranno a difendere ingenuamente la Messa in latino
ignorando tutti i peccati mortali commessi da chi seguono. Le domande
di
stupore sono comprensibili, se sono onesti devono andare a fondo per
conoscere tutta la verità, non devono fermarsi alla superbia che acceca e
disorienta.
Per
quanto riguarda lo
sbandieramento della falsa lettera anonima contro me, vi assicuro che si
arriverà a scoprire tutta la verità e l’imbroglio di chi
maliziosamente l’ha compilata e non è certamente un buon cristiano.
Nella lettera ci sono errori grossolani contro il Codice di Diritto
Canonico, non presenta la verità ma tutto il contrario. Infatti, io ho
sempre celebrato la Santa Messa giornaliera, non mi è mai stata
data alcuna limitazione perché non c’è alcuna ragione e chi lo afferma
oltre a dire gravissime falsità corre il pericolo
della diffamazione a mezzo stampa!
Chi
mi diffama con odio e
menzogna deve portare una sola prova contro me, ma non c’è, non esiste, è
impossibile perché conosco bene la mia
storia… E se non esiste perché il mio comportamento è sempre stato
irreprensibile, non devono diffamare per difendere un santone,
mostrano così di agire come lui, ripetono i suoi errori e manipolazioni
della verità.
È una lettera
scritta per delegittimare il mio libro “La corruzione nella Chiesa”. La falsità è
evidente perché non c’è la firma, non è autentica. I seguaci di padre Manelli sapranno tutta la verità e non
potranno più falsare la storia!
Inoltre, sono disponibile
a chiarire quanto avvenuto in qualsiasi luogo, alla presenza
di tutti i seguaci di padre Manelli per dare ad essi lunghi chiarimenti
sulle manipolazioni, le estorsioni e gli inganni che avvenivano nei due
Istituti di Frati e Suore.
“L'estorsione
in diritto è un reato commesso da chi, con violenza
o minaccia, costringa uno o più soggetti a fare o a non fare qualche
atto al fine di trarne un ingiusto profitto con altrui danno.
L'estorsione
è una tipica attività a cui la criminalità organizzata ricorre per
acquisire capitali ingenti, ma soprattutto per controllare il
territorio”.
Ci
sono stati casi di
assoggettamento e di estorsione con minacce per fare compiere quanto si
pretendeva dai seguaci, un caso che si conosce è quello di Mamma Ebe
attualmente in carcere per gravissimi reati penali. Trascrivo dal web:
«Mamma
Ebe, all’anagrafe Gigliola Ebe Giorgini (Bologna, 1934), è una presunta
santona e guaritrice italiana, fondatrice dell’“Ordine di
Gesù Misericordioso” e condannata a sette anni di reclusione, con
sentenza del 2008, dal Tribunale di Forlì per truffa ed
esercizio abusivo della professione medica. L'11 giugno 2010 viene di
nuovo arrestata, insieme al marito e ad un collaboratore con l’accusa di
associazione a delinquere finalizzata all’esercizio abusivo della
professione medica e alla truffa aggravata; notificati anche altri 14
provvedimenti cautelari a carico di adepti e collaboratori della donna.
Mamma Ebe fu a più riprese posta sotto accusa dal 1980 al 1994: i suoi reati andavano dall’estorsione a poveri anziani malati con la promessa di una guarigione, alla persuasiva suggestione
psicologica dei seguaci, spesso donne».
Ci
sono Religiosi in questi
tempi di confusione abilissimi nell’utilizzare la Messa in latino per
gettare fumo negli occhi a quanti non hanno discernimento e corrono
dietro
quello che ad essi appare buono. “Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane
solo”. Rimane senza Dio il Religioso che non muore a se stesso ed
inganna tanti credenti che agiscono in buonafede. Rimane solo a cercare
gli applausi e i consensi della gente perché Dio non è più con lui.
Ci
sono alcuni che affermano
di avere trovato qualcosa di diverso incontrando un santone, di essere
rimasti colpiti da alcune parole. Questo santone può anche essere un
Sacerdote, bravo a trasformarsi in veggente e a dire parole profetiche,
che poi non si realizzano. È l’arte che utilizzano molto bene
maghi e fattucchiere, sono maestri nel manipolare le coscienze.
Come i maghi e le
fattucchiere, anche un Sacerdote santone si attornia di persone che hanno il compito
di ripetere a tutti che lui è un santo e che è continuamente ispirato dalla Madonna,
mentre gli altri Sacerdoti sono
rovinati. Affermare queste tesi e minacciare le persone di finire
all’inferno se non obbediscono a quanto afferma lui, sono prove
sufficienti per parlare di deriva morale, di manipolazione, di delirio
paranoico.
Mi
ha scritto, fra gli altri,
Massimiliano, è rimasto un anno nel convento di padre Manelli e poi è
andato via dopo avere scoperto varie cose. Trascrivo qualcosa
dalla sua mail: “Il mio periodo
in convento con i Francescani dell'Immacolata, e' durato da ottobre 2009
ai primi di novembre 2010. Leggendo le sue newsletter su Padre Manelli,
anch'io ho visto che dentro l’Istituto c'era un'eccessiva idolatria e
venerazione verso la sua figura, e pensavano che quando parlava lui
parlava la Madonna. Un altro comportamento sbagliato era che Manelli
giudicava
negativamente gli altri Ordini Religiosi per il fatto che perdevano
vocazioni, con tanto di cifre, ed esaltava il proprio Istituto, come se
fosse
l'unico che poteva salvare l'anima. Si respirava, in generale, un'aria
del tipo "Noi siamo bravi, voi no". (Esaltazione…). Questa
cosa ti coinvolgeva, poiché dopo nella testa ti entrava questo pensiero,
visto che lo respiravi continuamente. Quando ci parlai personalmente con padre Manelli, poco prima di entrare in convento, mi disse che
la Madonna voleva che diventassi Sacerdote, io rimasi
ingannato come lo era un prete diocesano, egli poco dopo la mia uscita
mi disse che i
Frati insegnano che quando parlava padre Stefano, parlava la Madonna. A
distanza di 3 anni, non sono Sacerdote, nè nei Francescani
dell'Immacolata ne in altri Ordini, non sono in un cammino da
Seminarista, e sento
dentro di me che il Signore mi vuole sposato. Dall'esperienza in convento con padre Manelli sono tornato a casa con una situazione
psico-fisica da ricostruire”.
È
stato accertato che
il 90% delle vocazioni presenti negli ex Istituti di padre Manelli sono
stati plagiati sempre con la ripetizione di queste parole: “La Madonna vuole che diventi Sacerdote (o
Suora se si trattava di una donna)”. Questo il motivo di tante vocazioni…
Parole
ripetute in
continuazione a tutti, parole che hanno favorito molte vocazioni ma
molti Religiosi terminato il fervore sono andati via, mentre altri
Religiosi
attualmente non hanno il coraggio di uscire dai due Istituti per paura
di finire all’inferno. Questa è sempre stata la minaccia (reato penale di estorsione) ripetuta da padre Manelli e dai suoi complici seviziatori a quanti balenava nella
mente di scappare via, altrove, purchè lontano dalle restrizioni stile lager.
Ma tutto mascherato con la Messa in latino…
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana,
sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel
Rosario.
Proposito
Oggi cercherò di essere come Gesù, fratello dei miei fratelli, di tutti. Cercherò di far sorgere nei cuori delle persone
che stanno intorno a me il sole che allontana le tenebre.
Pensiero
Dio mi
dà il coraggio in proporzione alle mie sofferenze. Sento che, per il momento, non potrei sopportare di più. Ma non ho paura,
perché se esse aumenteranno, Egli aumenterà nello stesso tempo il mio coraggio (Santa Teresina di Lisieux).
Per superare le prove
dolorose, non soccombere dinanzi gli attacchi dei nemici e ricevere
Grazie
particolari, anche miracoli impossibili, vi consiglio di recitare ogni
giorno la preghiera efficace, già utilizzata da decine di migliaia di
fedeli. Sono migliaia le testimonianze di guarigioni e di liberazioni da
attacchi malefici, moltissimi hanno superato prove difficili e ottenuto
Grazie. Recitatela ogni giorno, è un potentissimo atto di Consacrazione
alla Madonna. Potete stamparla dal mio sito:
“Continuiamo a recitare ogni giorno il
Santo Rosario alle ore 16 e alle ore 21 in comunione di preghiera, già
siamo moltissimi a partecipare a questa cordata spirituale. Possiamo pregare in comunione di amore nelle
stesse ore, recitando il Santo Rosario ogni giorno secondo le intenzioni della Madonna. Ognuno decide se partecipare alle due Corone oppure a
una delle due. L’importante è recitare almeno una Corona al giorno in comunione con Gesù, la Madonna e tra noi. Vi assicuro che le benedizioni saranno abbondanti e chi cerca Grazie le potrà ottenere con
maggiore facilità, perché pregando insieme, la preghiera diventa potente”.
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